Giusto Gervasutti
Giusto Gervasutti (Cervignano del Friuli, 17 aprile 1909 – Mont Blanc du Tacul, 16 settembre 1946) è stato un alpinista italiano.
Giusto Gervasutti | |
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Nazionalità | Italia |
Alpinismo | |
Specialità | Roccia |
Conosciuto per | Prima salita della parete nord-ovest dell'Ailefroide Occidentale (1936) |
Soprannominato il Fortissimo, tra gli anni trenta e gli anni quaranta, fu uno degli alpinisti di punta all'interno del movimento europeo: instancabile esploratore di montagne e massicci in tutti i versanti delle Alpi (e non solo), si legò in cordata con i nomi più noti dell'epoca, realizzando nuove salite di pareti e cime che ancora oggi sono tenute in grande considerazione per la loro difficoltà. Trovò la morte durante un tentativo di scalata sul versante est del Mont Blanc du Tacul, presso il Pilastro Gervasutti, che da allora porta il suo nome.
Biografia
modificaMolti dati biografici su Giusto Gervasutti provengono dalla sua autobiografia pubblicata alla fine del 1945, pochi mesi prima della sua morte[1]. Gervasutti affermava che si trasferì a Torino all'età di 22 anni per intraprendere gli studi universitari, e lì ebbe occasione di adattare alle Alpi Occidentali quelle eccezionali abilità scalatorie già sviluppate in ambiente dolomitico, sulle vette della Carnia.
Una biografia di Gervasutti scritta da Enrico Camanni precisa meglio e talora corregge alcuni di questi dati. Gervasutti, nato in una famiglia di modesti bottegai friulani, non si allontanò nei primi vent'anni della sua vita dal paese natale; lo lasciò per svolgere il servizio militare a Cuneo, come sottotenente nell’artiglieria da montagna. Si trasferì a Torino a 22 anni, dopo il servizio militare, per iscriversi all'Istituto tecnico industriale statale Amedeo Avogadro; ma abbandonò gli studi al primo anno per dedicarsi all'alpinismo e diventare in breve tempo il campione del CAI Torino[2]. Gervasutti fu infatti uno dei primi veri alpinisti completi, abile e capace tanto nell'arrampicata su roccia, tanto nelle scalate d'alta montagna, su terreno misto e di ghiaccio.
Fu soprannominato "il fortissimo" dopo un articolo di un giornale torinese che, narrando del successo della sua squadra al Trofeo Mezzalama del 1933, lo descrisse come "fortissimo Gervasutti". L'aggettivo piacque agli amici che lo trovarono appropriato, e per sottolineare ancor di più la sua unicità presero a chiamarlo "il fortissimo".[3]
Grazie alla sua polivalenza, realizzò scalate fino ad allora impensabili. La sua intelligenza e il suo spirito di innovazione, inoltre, lo portarono a precorrere quello che è oggi l'alpinismo moderno. Occorre difatti considerare che, prima di Gervasutti, la scuola alpinistica dolomitica e quella occidentale avevano seguito percorsi piuttosto divergenti: la prima tecnicamente più avanzata e incentrata sull'arrampicata di pareti di roccia poste a quote relativamente basse; la seconda più legata all'ambiente alpino d'alta quota, al ghiaccio e alle lisce pareti granitiche. Gervasutti concentrò buona parte della propria attività nell'ambito del massiccio del Monte Bianco.
Nel 1933 realizzò la prima ripetizione della cresta sud dell'Aiguille Noire de Peuterey, nel gruppo del Monte Bianco. Nel Massiccio degli Écrins, in Francia, scalò nel 1934 la spettacolare parete nord-ovest del Pic d'Olan insieme a Lucien Devies. Quello stesso anno si recò in Cile sulle Ande, giungendo in vetta a inviolate cime sopra i 5.000 m di quota. Nel 1935 realizza la prima ascensione del Pic Adolphe con Gabriele Boccalatte, Ninì Pietrasanta e Renato Chabod. Sempre nel 1935, insieme a Lucien Devies, fa sua la cresta sud del Pic Gaspard e, nel 1936, la parete nord-ovest dell'Ailefroide Occidentale. Di quest'ultima salita è famosa la vicenda che evidenzia l'indomita volontà del "Fortissimo". Durante l'avvicinamento di notte, nell'attraversare un canalino di pietre e neve, per evitare un masso instabile, cade rompendosi una costola, il labbro e tre denti. Nonostante l'incidente e il dolore delle ferite decide di portare comunque a termine la scalata, che durerà altre 56 ore.[4]
Tornato a operare in zona Monte Bianco, nel 1938 in cordata con l'alpinista Gabriele Boccalatte salì il difficile pilastro sud-ovest del Picco Gugliermina mentre con Paolo Bollini, nel 1940, affrontò direttamente la parete sud del Monte Bianco per il Pilone Nord del Freney.
Partecipò inoltre alla "sfida" per la salita alla parete nord delle Grandes Jorasses, impresa non ancora riuscita ad alcuno dei grandi alpinisti dell'epoca, ma venne preceduto da Martin Meier e Rudolf Peters (1935) per quanto riguarda la Punta Croz e successivamente da Riccardo Cassin, Luigi Esposito e Ugo Tizzoni (1938) sullo Sperone Walker. Nel 1942 Gervasutti, insieme a Giuseppe Gagliardone, tracciò una temeraria linea sulla ripida, ghiacciata e selvaggia parete est delle Grandes Jorasses, e iscrisse definitivamente il proprio nome nell'olimpo dei più forti alpinisti di sempre.[5] Nell'agosto del 1944 Gervasutti e Gigi Panei aprono una nuova via sulla inviolata parete sud del Pic Adolphe.[6]
La scomparsa sul Monte Bianco
modificaMorì il 16 settembre 1946, durante una scalata al Mont Blanc du Tacul insieme a Giuseppe Gagliardone. I due si stavano ritirando a causa del maltempo e Gervasutti, a causa di una corda doppia incastrata, mentre risaliva un tratto improvvisamente cadde[7].
A Cervignano del Friuli è ricordato con un monumento dedicatogli dal locale C.A.I. e da una via a lui intitolata[8]. A lui sono intitolati anche due bivacchi alpini uno presso il monte Bianco, il Bivacco Giusto Gervasutti al Fréboudze, e l'altro presso la Cima Cadin degli Elmi, il Bivacco Giusto Gervasutti alla Forcella Spé.
Salite sulle Alpi
modificaNel seguente elenco sono riportate alcune delle salite più significative di Giusto Gervasutti sulle Alpi.[5][9][10]
- Sperone Est-nord-est - Cima di Valbona - (Masino-Bregaglia) - 15 giugno 1933 - Prima salita con Renato Chabod e Alfredo Corti. 400 m/D+
- Cresta Sud - Aiguille Noire de Peuterey - 2-3 agosto 1933 - Seconda salita con Piero Zanetti[11]
- Parete Ovest e cresta Sud-ovest - Torre Re Alberto (Masino-Bregaglia) - 6 ottobre 1933 - Prima salita con Aldo Bonacossa (a detta dei primi salitori, sulla non proteggibile placca sommitale, Gervasutti superò il più difficile passaggio della sua carriera - VI)
- Couloir Gervasutti - Tour Ronde - 27 luglio 1934 - Prima salita con Renato Chabod, 300 m/AD parete ovest[12]
- Couloir Gervasutti - Mont Blanc du Tacul - 13 agosto 1934 - Prima salita con Renato Chabod. 700 m D-[13][14]
- Parete Nord-Ovest - Pic d'Olan - 23-24 agosto 1934 - Prima salita con Lucien Devies, 1100 m/TD[15]
- Spigolo Sud - Punta Allievi (Masino-Bregaglia) - 16 settembre 1934 - Prima salita con Carlo Negri e Aldo Bonacossa, 500 m/TD
- Spigolo Ovest - Pic Adolphe - 16 luglio 1935 - Prima salita con Gabriele Boccalatte, Nini Pietrasanta, Renato Chabod (anche prima ascensione del Pic Adolphe)[16]
- Cresta Sud - Pic Gaspard - 30-31 agosto 1935 - Prima salita con Lucien Devies, 700 m/TD[17]
- Via Devies-Gervasutti - Ailefroide Occidentale - 23-24 luglio 1936 - Prima salita con Lucien Devies, 1050 m/TD+ parete nord-ovest[18]
- Via Gervasutti-Boccalatte - Punta Gugliermina - 17-18 agosto 1938 - Prima salita con Gabriele Boccalatte, 600 m/V+ Spigolo sud-ovest[19]
- Via Bollini-Gervasutti - Monte Bianco/Pilone Nord del Freney - 13 agosto 1940 - Prima salita con Paolo Bollini della Predosa, 700 m/TD[20]
- Via Gervasutti - Grandes Jorasses - 16-17 agosto 1942 - Prima salita con Giuseppe Gagliardone, 550 m/ED, parete est[21]
- Via Gervasutti - Pic Adolphe - agosto 1944 - Prima salita con Gigi Panei, 250 m/TD+ Parete sud[22]
- Via Gervasutti - Petit Capucin - 16 agosto 1946 - Prima salita con Carlo Arnoldi e Giuseppe Gagliardone, 250 m/V+ parete est[23]
Opere
modificaLibri di Giusto Gervasutti
modifica- Giusto Gervasutti, Scalate nelle Alpi, CDA & Vivalda, 2005 [1945], ISBN 978-88-7480-064-3.
- Renato Chabod e Giusto Gervasutti, Alpinismo, Roma, C.A.I, Sede centrale, 1935.
Filmografia
modifica- Giorgio Gregorio, Giusto Gervasutti il solitario signore delle pareti, su YouTube, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, 2009. Realizzato in occasione dei cent'anni dalla nascita di Gervasutti[24].
Note
modifica- ^ Gervasutti.
- ^ Camanni.
- ^ Chabod, p. 101.
- ^ Chabod, pp. 101-102.
- ^ a b Storia, su scuolagervasutti.it. URL consultato il 23 maggio 2012 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2012).
- ^ Antonio Panei, Gigi Panei e Courmayeur, Roma, Aracne editrice, 2015, ISBN 978-88-548-8751-0.
- ^ Giuseppe Gagliardone, L'ultima salita di Giusto Gervasutti, su caicervignano.it. URL consultato il 23 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2011). Questo resoconto fu pubblicato sul Corriere delle Alpi del 16 gennaio 1947.
- ^ Monumento a Giusto Gervasutti, su youreporter.it, 17 dicembre 2017.
- ^ (EN) Giusto Gervasutti, su summitpost.org, 9 marzo 2006. URL consultato il 23 maggio 2012.
- ^ Andrea Giorda, Giusto Gervasutti: i 100 anni del Fortissimo, su planetmountain.com, 16 dicembre 2009. URL consultato il 23 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Chabod, Grivel, Saglio, p. 326.
- ^ Damilano, p. 169.
- ^ Damilano, p. 136.
- ^ Mont Blanc du Tacul: Couloir Gervasutti, su camptocamp.org. URL consultato il 2 aprile 2014.
- ^ Olan 3564 m Parete Nord-Ovest, su scuolagervasutti.it. URL consultato il 23 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2013).
- ^ (EN) Pic Adolphe Rey, su summitpost.org, 23 settembre 2010. URL consultato il 23 maggio 2012.
- ^ Pic Gaspard 3881 m Cresta Sud - Sud Est, su scuolagervasutti.it. URL consultato il 23 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2013).
- ^ Ailefroide Occidentale 3953 m Parete Nord - Ovest, su scuolagervasutti.it. URL consultato il 23 maggio 2012 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2012).
- ^ Punta Gugliermina 3893 m Pilastro Sud - Ovest, su scuolagervasutti.it. URL consultato il 23 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2013).
- ^ Monte Bianco m 4810 Pilier Nord de Freney, su scuolagervasutti.it. URL consultato il 23 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2013).
- ^ Labande, pp. 54-56.
- ^ Roberto Rossi, Gervasutti, Pic Adolphe Rey, Monte Bianco, Alpi Graie, su planetmountain.com. URL consultato il 23 maggio 2012.
- ^ Petit Capucin via Gervasutti, su gulliver.it, 14 maggio 2009. URL consultato il 23 maggio 2012.
- ^ Giusto Gervasutti il solitario signore delle pareti, su planetmountain.com. URL consultato il 5 luglio 2012.
Bibliografia
modifica- Renato Chabod, Lorenzo Grivel, Silvio Saglio, Monte Bianco, vol. I, Guida dei Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1963.
- Renato Chabod, La Cima di Entrelor, Zanichelli Editore, 1969.
- François Labande, Monte Bianco Vol. 2 Guida Vallot, Edizioni Mediterranee, 1988, ISBN 978-88-272-0240-1.
- (FR) François Damilano, Neige, glace et mixte Tome 2, JMEditions, 2006, ISBN 978-2-9521881-3-5.
- Enrico Camanni, Il desiderio di infinito: vita di Giusto Gervasutti, Bari-Roma, Laterza, 2017, ISBN 978-88-581-2753-7.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giusto Gervasutti
Collegamenti esterni
modifica- Gervasutti, Giusto, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Enrico Camanni, GERVASUTTI, Giusto, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 53, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2000.
- Giusto Gervasutti, in Dizionario biografico dei friulani. Nuovo Liruti online, Istituto Pio Paschini per la storia della Chiesa in Friuli.
- (EN) Opere di Giusto Gervasutti, su Open Library, Internet Archive.
- Biografia su scuolagervasutti.it, su scuolagervasutti.it.
- Biografia su planetmountain.com, su planetmountain.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 49344586 · ISNI (EN) 0000 0000 6132 6849 · SBN SBLV241182 · LCCN (EN) n79064819 · GND (DE) 119036983 · BNF (FR) cb126087083 (data) · J9U (EN, HE) 987007280555505171 |
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