Global Christian Forum
Global Christian Forum è una delle due maggiori iniziative mondiali di dialogo ecumenico[1], capace di raccogliere cristiani appartenenti a tradizioni diverse, dalle cosiddette "chiese storiche" (cattoliche, ortodosse e protestanti della post-riforma) a quelle più recenti (pentecostali, evangeliche e indipendenti). Si tratta di uno spazio dedicato alla promozione del rispetto reciproco, per affrontare insieme le sfide comuni[2].
Scopo e metodologia
modificaLo scopo istituzionale è quello di creare uno spazio aperto in cui rappresentanti di una vasta gamma di chiese cristiane e organizzazioni interconfessionali, che confessano il Dio uno e trino e Gesù Cristo vero Dio e vero uomo, possano incontrarsi per promuovere il rispetto reciproco, esplorare e affrontare insieme le sfide comuni[2].
Lo scopo viene perseguito organizzando incontri per grandi aree geografiche o raduni mondiali (Global Gathering) nei quali si privilegia la narrazione delle esperienze spirituali personali rispetto al tradizionale dibattito teologico. Questo taglio ha favorito la partecipazione al dialogo da parte delle chiese un tempo più lontane dal tradizionale cammino ecumenico (pentecostali, evangeliche e indipendenti), suscitando però perplessità da parte della componente legata al Consiglio Ecumenico delle Chiese (WCC) (ortodossi, cattolici, anglicani, protestanti storici)[3]. In questo senso, il GCF non cerca di diventare un vero e proprio strumento ecumenico ma si definisce più semplicemente uno spazio aperto di incontro e di dialogo[4].
Struttura e partecipanti
modificaL'impostazione aperta dei raduni non prevede una adesione ufficiale delle chiese e delle organizzazioni al GCF. La struttura istituzionale principale è il Comitato Permanente, un gruppo di poco più di una ventina di rappresentanti delle chiese e organizzazioni più attive. Si riunisce una volta all’anno per pianificare le attività del GCF e organizzare gli incontri per aree geografiche o i raduni mondiali.
L'elenco delle chiese partecipanti ai tre raduni mondiali è lunghissimo[5]. Le chiese più note nel nostro emisfero sono: Anglicani, Avventisti, Battisti, Cattolici, Chiese di Cristo, Esercito della Salvezza, Evangelici, Luterani, Mennoniti, Metodisti, Ortodossi e Ortodossi Orientali, Pentecostali, Vetero cattolici. A queste vanno aggiunte rappresentanze di chiese regionali (in particolare africane), indipendenti e locali, comprese alcune mega chiese[6].
Anche l'elenco delle organizzazioni partecipanti è lungo. Le principali sono il Consiglio Ecumenico delle Chiese (WCC), l'Alleanza Evangelica Mondiale (World Evangelical Alliance), il Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani (della Chiesa Cattolica) e la Comunione Pentecostale Mondiale (Pentecostal World Fellowship) che secondo alcuni[7] sono i quattro pilastri che sostengono il GCF.
Storia
modificaAll'inizio degli anni '90, il Consiglio Ecumenico delle Chiese (WCC) in vista della celebrazione dei 50 anni del consiglio, preso atto che solo una parte dei cristiani era rappresentata a pieno titolo in questa struttura e che le chiese cristiane del Sud del mondo, cresciute straordinariamente nel frattempo, avevano rapporti freddi se non indifferenti con le chiese tradizionali, invitò le chiese partecipanti a studiare il problema.
Nel 1998 si arrivò ad un incontro preparatorio allo Chateau de Bossey vicino a Ginevra con 28 partecipanti interni ed esterni al WCC in cui si decise di proseguire il tentativo attraverso un gruppo di delegati detto Comitato Permanente[8].
Lo stesso anno il WCC all'ottava Assemblea Generale ad Harare, auspicò la formazione di un forum di chiese cristiane ed organizzazioni ecumeniche a partecipazione molto più ampia rispetto alla rappresentanza formale del WCC[9]. Negli anni successivi offrì supporto, personale e spazi per favorire la nascita e la crescita di questa organizzazione puntando ad invitare evangelici, pentecostali, chiese indipendenti e organizzazioni ecumeniche e para-ecclesiali ad un dialogo di conoscenza reciproca.
Nel 2000 si tenne un secondo incontro del Forum, in cui si decise il nome Global Christian Forum e si decise che il Comitato Permanente fosse del tutto indipendente dal WCC. Questo comitato negli anni successivi preparò un testo di riferimento indicante gli scopi del Forum e promosse incontri regionali in Asia (2004), Africa (2005), Europa (2006) e America Latina (2007)[10].
Il lavoro sfociò nel 2007 nel 1st Global Gathering a Limuru, vicino a Nairobi, Kenya, con la partecipazione di oltre 230 delegati provenienti da oltre 70 paesi distribuiti in tutto il mondo[11]. Il successo fu legato anche alla novità metodologica del raduno che, evitando discorsi ufficiali, letture accademiche e discussioni teologiche, privilegiò la narrazione delle esperienze spirituali personali[3]. Seguirono altri incontri locali (Scandinavia - Regione Baltica, America Latina, Asia, e Medio Oriente).
Il 2nd Global Gathering si tenne nel 2011 a Manado, Indonesia, con 304 partecipanti da 81 paesi[12]. Fu confermata la pratica esperienziale di scambiarsi la narrazione della propria conversione ma contemporaneamente ci fu accordo sulla necessità di affrontare anche i problemi contemporanei in spirito di mutuo rispetto.
Il 3rd Global Gathering si è tenuto a Bogotà nel 2018 e ha visto la presenza di 251 rappresentanti religiosi di 55 paesi[13][14].
Note
modifica- ^ Il GCF e la Conferenza delle Christian World Communions (CWC) nata 40 anni prima, sono spesso definite alternative e parallele (come ad es. Barnard Chapman, Church Communions and Mission, in "International Bulletin of Missionary Research", New Haven, Connecticut, gennaio 2009, vol 33 n.1) in quanto la maggior parte delle chiese sono presenti in entrambe le organizzazioni e a volte con gli stessi delegati
- ^ a b Global Christian Forum Guiding Purpose Statement, Limuru 2007 - sito del GCF pagina Guiding Purpose Statement Archiviato il 2 dicembre 2019 in Internet Archive.
- ^ a b Dimitra Koukoura, Global Christian Forum - Its Contribution to the Ecumenical Movement, Thessalonica, maggio, 2013 in Academia
- ^ Nicholas Jesson, "The Global Christian Forum, an historic achievement", 12, novembre 2007 in Ecumenism in Canada
- ^ Gli elenchi sono reperibili in coda al messaggio finale di ciascuno dei tre raduni sul sito del GCF
- ^ Negli USA vanno sotto questo nome quelle congregazioni protestanti che vantano frequentazioni settimanali ai culti in un unico edificio di oltre 2000 persone Hartford Institute For Religion Research
- ^ Ad es. Martin Robra, The World Council of Churches and Pentecostals, in The Ecumenical Review, Volume 71, Issue1-2 January-April 2019 Pages 161-174
- ^ Allora vi erano rappresentate: le Chiese Ortodosse orientali, le Chiese Ortodosse antiche, la Chiesa Cattolica romana, la Young Women's Christian Association, il Movimento di Losanna, la Chiesa Anglicana e i Pentecostali delle Assemblee di Dio.
- ^ dal sito del WCC
- ^ sito del GCF pagina what we do, su globalchristianforum.org. URL consultato il 21 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2019).
- ^ sito del GCF pagina Limuru, su globalchristianforum.org. URL consultato il 21 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2019).
- ^ sito del GCF pagina Manado, su globalchristianforum.org. URL consultato il 21 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2019).
- ^ sito del GCF pagina Bogotà, su globalchristianforum.org. URL consultato il 21 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2019).
- ^ ECO - Evangelici Cattolici Ortodossi, Lascia che l'amore reciproco continui, Torino, aprile - maggio 2018, numero 3/105, pagg.12-13
Bibliografia
modifica- Nicholas Jesson, The Global Christian Forum, an historic achievement, 12 novembre 2007, in Ecumenism in Canada
- Dimitra Koukoura, Global Christian Forum - Its Contribution to the Ecumenical Movement, Thessalonica, maggio 2013, in Academia
- Huibert van Beek, Revisioning Christian Unity – The Global Christian Forum, Oxford, Regnum Books International, 2009
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Global Christian Forum, su globalchristianforum.org.