Governatori romani della Gallia Cisalpina
La presente voce contiene una lista dei governatori della provincia romana denominata Gallia Cisalpina.
Non è dato sapere il momento in cui venne dedotta la provincia romana della Gallia Cisalpina. La storiografia moderna oscilla fra la fine del II secolo a.C. e l'età sillana. Vero è che all'89 a.C. risale la legge di Pompeo Strabone ("Lex Pompeia de Gallia Citeriore") che conferì alla città di Mediolanum, e ad altre, la dignità di colonia latina.
Storia
modificaNel 249 a.C. i Boi chiamarono in soccorso i Galli transalpini, innescando una nuova crisi che si concluse nel 225 a.C.,[1] l'anno in cui si registrò l'ultima[2] invasione gallica dell'Italia.
Quell'anno, infatti, cinquantamila fanti e venticinquemila cavalieri celti varcarono le Alpi in aiuto dei Galli cisalpini (si trattava di una coalizione di Celti insubri, Boii e Gesati[3]), e se prima riuscirono a battere i Romani presso Fiesole, vennero poi sconfitti e massacrati dalle armate romane nella battaglia di Talamone (a nord di Orbetello),[4] spianando così a Roma la strada per la conquista del Nord.
Per la prima volta l'esercito romano poteva spingersi oltre il Po, dilagando in Gallia Transpadana: la battaglia di Clastidio, nel 222 a.C., valse a Roma la presa della capitale insubre di Mediolanum (Milano). Per consolidare il proprio dominio Roma creò le colonie di Placentia, nel territorio dei Boi, e Cremona in quello degli Insubri.
Nel dicembre del 49 a.C.[5] Cesare con la Lex Roscia concesse la cittadinanza romana agli abitanti della provincia e nel 42 a.C. venne abolita la provincia, facendo della Gallia Cisalpina parte integrante dell'Italia romana.[6] Nel periodo in cui fu provincia, la Gallia Cisalpina venne amministrata da un proconsole.
Governatori provinciali
modificaAnno | Governatore romano (da fine II secolo a.C.?) |
in qualità di | Note |
---|---|---|---|
135 a.C. | Sesto Atilio Serrano | proconsole | assegnato alla Gallia (Cisalpina?), dove fissò i confini fino a Vicentia ed Ateste[7] |
116 a.C. | Lucio Cecilio Metello Diademato (?) | proconsole | probabilmente fu il proconsole della Gallia (Cisalpina?) che marcò i confini tra Patavium e Ateste[8] |
102–101 a.C. | Quinto Lutazio Catulo | console (102) e poi proconsole (101) | ottenne il comando in Italia contro i Cimbri; si ritirò al di là del Po da posizioni fortificate lungo l'Adige nel 102 a.C.; unitosi alle forze di Gaio Mario, nel 101 a.C. proconsole sconfisse i Cimbri a Vercellae; ottenne il trionfo con Mario; costruì il Porticus Catuli con il bottino.[9] |
95 a.C. | Quinto Muzio Scevola Pontefice | trionfò per aver respinto i raids, sebbene fosse stato posto il veto (in modo inusuale) da parte del suo collega di consolato Lucio Licinio Crasso; abbandonò la sua provincia[10] | |
94 a.C. | Lucio Licinio Crasso | proconsole[11] | |
85?–81 a.C. | Gaio Valerio Flacco | Governò la Hispania Citerior e probabilmente anche quella Ulterior dal 92 a.C.; venne stabilmente posto a capo della Gallia Transalpina dall'85 a.C., se non prima, senza necessariamente abbandonare l'Hispania; fu probabilmente governatore della Cisalpina; vedi la sua carriera | |
74–73 a.C. | Gaio Aurelio Cotta | morì alla fine del 74 (o all'inizio del 73) mentre si preparava a celebrare il trionfo[12] | |
72 a.C. | Gaio Cassio Longino | proconsole | proconsole sconfitto da Spartaco presso Mutina (Modena)[13] |
67–65 a.C. | Gaio Calpurnio Pisone | proconsole | gli fu assegnato un comando proconsolare di entrambe le Gallie per sopprimere una rivolta tra gli Allobrogi; accusato nel 63 a.C. di estorsione ai danni dei Galli della Narbonensis[14] |
62 a.C. | Quinto Cecilio Metello Celere[15] | proconsole[16] | |
59 a.C. | Lucio Afranio | proconsole | ottenne una provincia proconsolare, ma potrebbe non averla assunta dopo[17] |
58–47 a.C. | Gaio Giulio Cesare | proconsole | grazie alla Lex Vatinia gli fu assegnata la provincia della Cisalpina per cinque anni, rinnovato poi nel 55 a.C. by the Lex Pompeia Licinia; la data esatta stabilita dalla lex del 55 a.C. è dibattuta,[18] ma ad un certo punto nel 49 a.C. il suo rifiuto di rinunciare alla sua provincia, fu senza dubbio "fuori legge" |
46– primavera del 45 a.C. | Marco Giunio Bruto | legatus pro praetore | posto al comando della provincia da Cesare[19] |
45–inizi del 44 a.C. | Gaio Vibio Pansa Cetroniano | [20] | |
44–43 a.C. | Decimo Giunio Bruto Albino | proconsole | (vedi sopra gli anni 48–46 a.C.): messo come proconsole da Cesare prima della sua morte (nella quale D. Brutus prese parte), assunse il comando in seguito, agli inizi di aprile e difese la provincia con le truppes; acclamato imperator per le vittorie contro le popolazioni alpine; difese la provincia contro Marco Antonio; assediato quell'inverno in Mutina; arrestato per conto di Antonio, fu ucciso da un capo celta[21] |
44–42 a.C. | Marco Antonio | proconsole | proconsole dal 1º giugno anche della Gallia Comata del 44 a.C., probabilmente per 5 anni[22] |
Note
modifica- ^ Christiane Eluère, p. 69.
- ^ Ogilvie, Cronologia.
- ^ Kruta, La grande storia dei Celti, pp. 251.
- ^ Polibio, Storie, II,25-27.
- ^ Cassio Dione 41, 36
- ^ U. Laffi, La provincia della Gallia Cisalpina, “Athenaeum”, 80, 1992, pp. 5-23
- ^ CIL 12.2.636; MRR1 p. 489.
- ^ CIL 12.2.633, 634, 2501; questa iscrizione, comunque, potrebbe riferirsi invece a Lucio Cecilio Metellp Calvo che fu console nel 142 a.C.; MRR1 p. 530.
- ^ MRR1 pp. 567, 570–571, 572, with multiple sources.
- ^ Cicerone, Invettive II, 111; In Pisonem 62 e Asconio 15C; Valerio Massimo III, 7.6; MRR2 p. 11; J.P.V.D. Balsdon in Classical Review 51 (1937) 8–10.
- ^ Valerio Massimo 3.7.6; MRR2 p. 13
- ^ Cicerone, Brutus 318 and In L. Calpurnium Pisonem 62; Sallust, Historia 2.98M; Asconius 14 C; MRR2 pp. 103 and 111.
- ^ Tito Livio, Periochae 96; Plutarco, Vita di Crasso 9.7; Floro II, 8.10 come P. Cassi; Paolo Orosio V, 24.4; MRR2 p. 117.
- ^ Cicerone, Ad Atticum I, 13.2 e I, 1.2, Pro Flacco 98; Sallustio, Catilina 49.2; Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, XXXVI, 37.2; MRR2 pp. 142–143, 154, 159.
- ^ Metello Celere era stato praetor nel 63 a.C. ed aveva arruolato truppe contro Catilina nel Piceono e nell'ager Gallicus; C. Antonio Ibrida era stato collega al consolato di Cicerone, che preferì declinare l'incarico provinciale e manipolò il processo di sorteggio, così che la Macedonia andò ad Antonio e la Cisalpina a Celere; E.G. Hardy, "The Catilinarian Conspiracy in Its Context," Journal of Roman Studies 7 (1917), pp. 199–200.
- ^ Cicerone, Ad familiares 5.1, 5.2; Cornelio Nepote frg. 7 (Peter) in Plinio il Vecchio, Historia naturalis 2.170; Pomponio Mela 3.45; MRR2 p. 176.
- ^ MRR2, p. 182–183.
- ^ F.E. Adcock, The Legal Term of Caesar’s Governship in Gaul, in Classical Quarterly 26 (1932) 14–26; C.E. Stevens, “The Terminal Date of Caesar’s Command,” American Journal of Philology 59 (1938) 169–208, oltre a “Britain and the Lex Pompeia Licinia,” Latomus 12 (1953) 14–21; J.P.V.D. Balsdon, “Consular Provinces under the Late Republic: Caesar’s Gallic Command,” Journal of Roman Studies 29 (1939) 167–183; G.R. Elton, “The Terminal Date of Caesar’s Gallic Proconsulate,” Journal of Roman Studies 36 (1946) 18–42; P.J. Cuff, "The Terminal Date of Caesar's Gallic Command," Historia 7 (1958) 445–471; E. Badian, “The Attempt to Try Caesar,” in Polis and Imperium: Studies in Honour of Edward Togo Salmon (Toronto, 1974).
- ^ Cicerone, Ad familiares 6.6.10 e 13.10–14, Brutus 171, Ad Atticum 12.27.3; Plutarco, Vita di Brutus 61.6–7; Appiano, Bellum civile 2.111; come proconsole Auct. Vir. Ill. 82.5; MRR2 p. 301.
- ^ Cicero, Ad Atticum 12.27.3, Ad familiares 15.17.3; MRR2 p. 310.
- ^ MRR2 pp. 328 and 347.
- ^ MRR2 pp. 342–343, 360.
Bibliografia
modifica- A.L.F. Rivet, Gallia Narbonensis: Southern France in Roman Times (London, 1988)
- Charles Ebel, Transalpine Gaul: The Emergence of a Roman Province (Brill, 1976)
- T. Corey Brennan, The Praetorship in the Roman Republic (Oxford University Press, 2000)
- Andrew Lintott, The Constitution of the Roman Republic (Oxford University Press, 1999)
- Unless otherwise noted, the sources for promagistracies in Gaul and their dates is T.R.S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic (New York: American Philological Association, 1951, 1986), vols. 1–3, abbreviated MRR1, MRR2 and MRR3.