Gregorio: cabaret dell'800

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Gregorio: cabaret dell'800 è un'opera teatrale di Carmelo Bene andata in scena per la prima volta nel 1961 al Teatro Ridotto dell'Eliseo di Roma.

Gregorio: cabaret dell'800
Opera teatrale
AutoreCarmelo Bene
Titolo originaleGregorio: cabaret dell'800
Lingua originale
Genere[1]
Composto nel1961
Prima assoluta1961
Ridotto del Teatro Eliseo, Roma
Versioni successive
Gregorio: cabaret dell'800 al Teatro Gerolamo di Milano e al Teatro d'Opera a Lecce.
 

Nel 1963 è stata riproposta un'edizione rielaborata intitolata Addio porco al Teatro Laboratorio di Roma.

Accoglienza

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L'opera, sia nell'edizione romana che in quella milanese, anche se fortemente innovativa, non fu capita da critica e pubblico, che gridarono subito allo scandalo[2]. Gregorio: Cabaret 800, consisteva nella lettura di poesie di poeti ottocenteschi fra cui anche Manzoni. L'innovazione consisteva nella "dissacrazione dei classici" che sulla scena venivano presentati da contorsioni, capriole e ammucchiate, mentre venivano declamate le poesie. Questi momenti erano definiti da Bene "conseguenze beckettiane"[3].

Tale insuccesso, sommandosi al precedente (Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde), comporterà per gli allora coniugi Carmelo Bene e Giuliana Rossi un periodo piuttosto difficile di ristrettezze economiche[4].

  1. ^ In realtà il genere, per quanto concerne le opere beniane, è difficile da determinare. Carmelo Bene definisce a volte la sua arte (teatrale, filmica, letteraria, ...) "degenere".
  2. ^ Giuliana ricorda che nell'edizione milanese nella più totale disapprovazione, solo il poeta Antonio Delfini ebbe parole di elogio per Bene e il suo spettacolo.
  3. ^ Come spiega Giuliana, si trattava di recitare poesie del Manzoni e di altri poeti lirici dell'Ottocento. Il primo atto era più che altro ben curato, mentre nel secondo avvenivano le cosiddette "conseguenze beckettiane". Bene, specifica forse meglio, nella sua autobiografia che "nella prima parte si facevano a pezzi versacci di libretti d'opera dell'Ottocento. Nella seconda si passava a una specie d'afasia e, quindi, all'ammutolimento generale, ingurgitando cartaccia".
  4. ^ I miei anni con Carmelo Bene, op. cit., pagg.41-45. Giuliana racconta inoltre che, nonostante il periodo di difficoltà da loro attraversato, Carmelo si ostinava a non accettare compromessi e, allorché gli si venne a presentare l'occasione di risollevarsi dalla triste condizione economica, rifiutò di interpretare alcune parti a lui proposte, tra cui il ruolo di Mercuzio in un allestimento teatrale di Romeo e Giulietta fatto dal regista Franco Zeffirelli, con Giancarlo Giannini nei panni di Romeo.

Bibliografia

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Voci correlate

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