Guido Liuzzi
Guido Liuzzi (Reggio Emilia, 4 dicembre 1866 – Torino, 16 maggio 1942) è stato un generale italiano, veterano della guerra italo-turca, distintosi particolarmente come Capo di stato maggiore d'Intendenza, e poi Intendente generale della 4ª Armata nel corso della prima guerra mondiale, dove fu decorato con le Croci di Cavaliere e di Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia. Nel dopoguerra fu comandante della Scuola di guerra dell'esercito (1920-1925), delle Divisioni militari di Trento e poi di Padova, e infine del I Corpo d'armata di Udine. Nel novembre 1938 fu allontanato definitivamente dal servizio attivo in seguito all'approvazione delle leggi razziali.
Guido Liuzzi | |
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Nascita | Reggio Emilia, 4 dicembre 1866 |
Morte | Torino, 16 maggio 1942 |
Religione | Ebraismo |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Corpo | Bersaglieri |
Anni di servizio | 1896-1932 |
Grado | Generale di corpo d'armata |
Guerre | Guerra italo-turca Prima guerra mondiale |
Campagne | Fronte italiano (1915-1918) |
Battaglie | Battaglia di Caporetto Battaglia del solstizio Battaglia di Vittorio Veneto |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena |
dati tratti da Jewish Virtual Library[1] | |
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Biografia
modificaNacque a Reggio Emilia il 4 dicembre 1866. Arruolatosi nel Regio Esercito, frequentò la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena da cui uscì con il grado di sottotenente, assegnato all'arma di fanteria, corpo dei bersaglieri.[2] In forza al 4º Reggimento bersaglieri, fu nominato capitano a scelta nel 1899,[2] e nel 1903 trasferito in servizio presso il Corpo di Stato maggiore.[3] Divenuto maggiore nel 1911, prese parte alla guerra italo-turca come comandante di un battaglione di fanteria. Promosso tenente colonnello e poi colonnello, all'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, ricopriva l'incarico di Capo di stato maggiore d'Intendenza della 4ª Armata al comando del tenente generale Luigi Nava.[4] Mantenne tale incarico fino al 12 maggio 1916, quando fu sostituito dal colonnello Alessandro Giovagnoli.[4] Il 6 gennaio 1917 divenne Intendente d'armata e fu promosso maggiore generale, lasciando l'incarico il 16 luglio 1917 per assumere quello del settore montano della Vallarsa.[4] Riprese l'incarico d'Intendente d'armata il 5 febbraio 1918, lasciandolo definitivamente dopo la fine della guerra, il 23 novembre dello stesso anno.[4]
Decorato con la Croce di Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia, tra il 1920 e il 1925 fu comandante della Scuola di guerra dell'esercito di Civitavecchia, venendo promosso generale di divisione nel 1923.[1] Tra il 1925 e il 1926 comandò le Divisioni militari di Trento e poi di Padova.[1] Divenuto generale di corpo d'armata nel 1928, tra quell'anno e il 1932 fu comandante del I Corpo d'armata a Udine.[1] Lasciò l'esercito nel corso del 1932, collocato in posizione ausiliaria, e insignito dell'onorificenza di Grande ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro,[5] e nel 1934 fu eletto presidente della comunità ebraica di Torino.[1] Monarchico, nazionalista, fascista convinto, in quell'anno, insieme a Ettore Ovazza e Deodato Foà, fondò il settimanale La Nostra Bandiera[N 1] nel tentativo di riaffermare senza ombra di dubbio la fedeltà degli ebrei al regime fascista.[6]
Quando il 18 settembre 1938 Mussolini a Trieste annunciò il via all'approvazione delle leggi razziali, il 3 ottobre, dopo aver inutilmente cercato di farsi ricevere dal Duce, scrisse un'accorata lettera[N 2] che terminava così: Ma non menomateci del bene supremo e unico, cui aspiriamo: la Patria![7] Nel 1939 fu posto in congedo assoluto in quanto di razza ebraica,[8] e si spense a Torino il 16 maggio 1942.
Onorificenze
modificaOnorificenze italiane
modifica— Regio Decreto 17 maggio 1919[9]
Onorificenze estere
modificaPubblicazioni
modifica- Ricorsi e Pensieri di un ex Intendente d'armata, Stabilimento Poligrafico per l'Amministrazione della guerra, Roma, 1922.
- Per l'affratellamento degli studi civili e militari, Tip. E. Schioppo, Torino, 1924 con Edoardo Scala e Arturo Vacca Maggiolini
- I servizi logistici nella guerra, Corbaccio, Milano, 1934.
Note
modificaAnnotazioni
modifica- ^ Il sottotitolo era: Settimanale degli italiani di religione ebraica.
- ^ Essa tra le altre cose diceva: Durante sedici anni di Era Fascista siamo stati parte integrante del meraviglioso blocco unitario che, solo nel mondo, Voi avete saputo forgiare. (...) Se ritenete che non abbiamo dato prove sufficienti di devozione, altre chiedetene e ne daremo. Ma non menomateci del bene supremo e unico, cui aspiriamo: la Patria!.
Fonti
modifica- ^ a b c d e Jewish Virtual Library.
- ^ a b Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1910, p. 157. URL consultato il 13 febbraio 2020.
- ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1903, p. 407. URL consultato il 13 febbraio 2020.
- ^ a b c d Coltrinari Storia Militare.
- ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1932, p. 3747. URL consultato il 13 febbraio 2020.
- ^ Calimani 2015, p. 474.
- ^ Pavan, Schwarz 2001, p. 161.
- ^ Molinari 1991, p. 10.
- ^ a b Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.133 del 6 giugno 1918, pag.1613.
Bibliografia
modifica- Riccardo Calimani, Storia degli ebrei italiani - volume terzo, Milano, A. Mondadori Editore, 2015.
- Giovanni Cecini, I soldati ebrei di Mussolini, Milano, Ugo Mursia editore, 2008, ISBN 978-8-84253-603-1.
- Maurizio Molinari, Ebrei in Italia: un problema di identità (1870-1938), Firenze, Editrice La Giuntina, 1991.
- Ilaria Pavan e Guri Schwarz, Gli ebrei in Italia tra persecuzione fascista e reintegrazione postbellica, Firenze, Editrice La Giuntina, 2001.
- Gianni Rossi, La destra e gli ebrei: una storia italiana, Soveria Manelli, Rubbettino Editore, 2003.
- Periodici
- Pierluigi Briganti, Il contributo degli Ebrei italiani alla Grande Guerra, Bologna, Circolo Ufficiali, 6 dicembre 2010, pp. 1-14.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Guido Liuzzi, su Digital Library, http://digital-library.cdec.it. URL consultato il 13 febbraio 2020.
- I generali della grande guerra 9°, su Coltrinari Storia Militare, http://coltrinaristoriamilitare.blogspot.com. URL consultato il 13 febbraio 2020.
- (EN) Liuzzi, su Jewish Virtual Library, https://www.jewishvirtuallibrary.org/liuzzi. URL consultato il 13 febbraio 2020.