Henry Saint-John Bolingbroke

politico e filosofo inglese (1678-1751)

Henry Saint-John Bolingbroke, primo visconte di Battersea nel Surrey (Battersea o Lydiard Tregoze, 16 settembre 1678Battersea, 12 dicembre 1751), è stato un politico e filosofo inglese.

Henry Saint-John, I visconte Bolingbroke
Henry St John, I visconte Bolingbroke, in un ritratto attribuito ad Alexis Simon Belle, c. 1712. (NPG 593, National Portrait Gallery, Londra)
Visconte Bolingbroke
Stemma
Stemma
In carica1712 –
1751
PredecessoreTitolo inesistente
SuccessoreFrederick St John, II visconte Bolingbroke
TrattamentoThe Right Honourable
NascitaBattersea, 16 settembre 1678
MorteBattersea, 12 dicembre 1751
PadreHenry St John, I visconte St John
MadreMary Rich
ConsorteFrances Winchcombe
Marie Claire des Champs
Religioneanglicanesimo
Henry Saint-John Bolingbroke

Biografia

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La giovinezza

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Secondo alcune fonti Henry Saint-John Bolingbroke [1] nacque non a Battersea ma a Lydiard Tregoze (Wiltshire) [2] da Henry Saint-John senior e da Mary Rich, che morì dopo due settimane dal parto.

Poche notizie sono giunte sulla sua formazione culturale, che sembra sia avvenuta all'Eton College.

Per alcuni anni soggiornò presso i nonni paterni a Battersea e successivamente si trasferì a Londra con la matrigna Angelica Magdalena Warton, di origini franco-svizzere e di religione ugonotta.

Cresciuto durante il regno di Giacomo II (1685) e gli avvenimenti incruenti della "gloriosa rivoluzione" del 1688 che insediò sul trono d'Inghilterra il protestante Guglielmo d'Orange e Maria II Stuart, giunto all'età di vent'anni Bolingbroke compì numerosi viaggi in Svizzera, Italia e Francia dove poté acquisire una approfondita conoscenza della lingua francese.

Fu noto tra i membri della jeunesse dorée del suo tempo per le sue dissipatezze e stravaganze giovanili: Oliver Goldsmith racconta che era stato visto «correre nudo per il parco in uno stato di intossicazione» e Jonathan Swift, suo stravagante e intimo amico, riferisce come Bolingbroke gli confidò di volere essere l'Alcibiade e il Petronio Arbitro del suo tempo secondo un ideale di una vita impegnata politicamente ma condotta fuori delle regole della morale codina.

La carriera politica

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Il matrimonio nel 1701 con Frances, un'ereditiera, figlia di Sir Henry Winchcombe di Bucklebury, non portò cambiamenti al suo stile di vita libertino tanto che vi fu una precoce separazione di entrambi i coniugi.

Dal 1701 Bolingbroke cominciò a dedicarsi alla vita politica frequentando la Camera dei comuni, occupando il seggio per Royal Wootton Bassett (Wiltshire) appartenente per tradizione alla sua famiglia, aderendo ai Tory e facendosi notare come abile oratore dell'opposizione, guidata da Robert Harley, alla politica degli Whigs.

Dal 1704 fu nominato ministro della guerra, carica che mantenne sino al 1708 e nel 1710 divenne segretario di Stato svolgendo una parte importante nel trattato di Utrecht (1713) che segnava la fine della guerra di successione spagnola.

L'esilio in Francia

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La morte della regina Anna di Gran Bretagna, la successione al trono di Giorgio I d'Hannover, l'ascesa politica di Robert Walpole e degli whigs (1714) consigliarono a Bolingbroke, che aveva sostenuto il fallito tentativo giacobita di restaurare gli Stuart nel 1711, di fuggire in Francia dove si stabilì in una villa vicino a Orléans.

Bolingbroke ebbe inizialmente dei contatti in Francia con Giacomo Stuart, (Giacomo III), pretendente giacobita al trono inglese, ma ben presto si allontanò preferendo cercare la riconciliazione con il governo inglese (1716).

Servendosi anche del denaro che gli veniva dalla sua seconda moglie, la ricca vedova del marchese de Vilette, ottenne il perdono, i suoi possessi gli furono restituiti ma venne per sempre escluso dal Parlamento.

L'ultima opposizione politica

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Tornato quindi in Inghilterra (1723) si stabilì a Dawley, vicino a Uxbridge (Londra), dove con l'aiuto dei suoi fidati amici Pope, Swift e Pulteney continuò la sua opposizione al governo di Walpole servendosi del suo giornale il Craftsman (L'artigiano), che divenne l'organo di stampa politico più diffuso del tempo. La sua opposizione politica, quando scomparvero i suoi amici, divenne tanto isolata e debole che decise di tornare nuovamente in Francia dove soggiornò dal 1735 al 1742.

Tornato in Inghilterra morì, rimasto vedovo l'anno precedente, il 12 dicembre 1751, all'età di 73 anni. Insieme alla seconda moglie è sepolto nella chiesa parrocchiale di Battersea in una tomba monumentale adorna di medaglioni e iscrizioni, composti dallo stesso Bolingbroke.

Il pensiero

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Fu durante i soggiorni in Francia che Bolingbroke elabora le sue opere filosofiche, pubblicate postume a Londra nel 1754, come le Reflections upon exile del 1716, dove riprende temi e accenti del pensiero senechiano e quelle a contenuto etico come le Reflections concerning innate moral principles o gnoseologico dove ripropone quasi pedissequamente la filosofia empirista di John Locke di cui si dichiara fedele discepolo.

Spunti più originali presenta la sua filosofia politica ispirata dall'idea che lo stato debba avere un carattere autoritario realizzato tramite la soppressione dei partiti politici che seminano discordia tra il popolo.

L'ideale politico deve essere al di sopra degli interessi incarnati dai partiti dei banchieri wigh o dei proprietari terrieri tory.

Il modello ideale sarebbe quello di un sovrano, tale non per diritto divino, ma assoluto e illuminato come quello incarnato dalla grande regina Elisabetta I d'Inghilterra che seppe conciliare il costituzionalismo con il senso patriottico dell'unità nazionale.[3]

Una teoria questa che Bolingbroke tentò inutilmente di mettere in atto durante la sua attività politica e che costituì invece il punto di riferimento della storia politica inglese nella seconda metà del XVIII secolo.

Coerentemente a quella politica in Bolingbroke è la concezione teologica ispirata dal suo amico Voltaire. Lo scetticismo religioso di Bolingbroke non va confuso però con il deismo ma esprime una polemica anticattolica tendente alla costituzione di quella religione pragmatica che caratterizzerà l'illuminismo inglese.

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
8. John St. John, I baronetto 16. John St. John  
 
17. Lucy Hungerford  
4. Walter St. John, III baronetto  
9. Anne Leighton 18. Thomas Leighton  
 
19. Elizabeth Knollys  
2. Henry St. John, I visconte St. John  
10. Oliver St. John 20. Oliver St. John  
 
21. Sarah Bulkeley  
5. Johanna St. John  
11. Johanna Altham 22. James Altham  
 
23. Elizabeth Barrington  
1. Henry St. John, I visconte Bolingbroke  
12. Robert Rich, II conte di Warwick 24. Robert Rich, I conte di Warwick  
 
25. Penelope Devereux  
6. Robert Rich, III conte di Warwick  
13. Frances Hatton 26. William Hatton  
 
27. Elizabeth Gundi  
3. Mary Rich  
14. Thomas Cheek 28. Henry Cheke  
 
29. Frances Radcliffe  
7. Anne Cheeke  
15. Essex Rich 30. Robert Rich, I conte di Warwick (= 24.)  
 
31. Penelope Devereux (= 25.)  
 
  • The Works of Lord Bolingbroke (2001) Vol 1. University Press of the Pacific, ISBN 0-89875-352-X.
  • Bolingbroke: Political Writings (Cambridge Texts in the History of Political Thought) editore David Armitage; Cambridge University Press (1997) (352 pagine), ISBN 0-521-58697-6.
  • The Philosophical Works of the Late Right Honourable Henry St John, Lord Viscount Bolingbroke 3 vol (1776; ristampa in facsimile nel 2005), ISBN 1-4212-0061-9.
  • Letters on the Study of History, 1752. Edizione italiana: Lettere sulla storia, Torino, Aragno, 2021, ISBN 978-88-9380-128-7.
  1. ^ In inglese il nome Saint-John si pronuncia Sinj'n e Bolingbroke Bullingbrook o Bullenbrook
  2. ^ H. St. J. Bolingbroke, L'idea di un re patriota, a cura di Guido Abbattista, Donzelli editore pag.165
  3. ^ H. St. J. Bolingbroke, L'idea di un re patriota, op.cit.

Bibliografia

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  • H. St. J. Bolingbroke, L'idea di un re patriota, a cura di Guido Abbattista, Donzelli editore
  • H. St. J. Bolingbroke, Sul governo, a cura di Eugenio Capozzi, editore: Guida, 1997 ISBN 88-7188-126-5
  • Francesca Fedi, Bolingbroke, Henry St. John, in Enciclopedia machiavelliana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2014.

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN61539796 · ISNI (EN0000 0001 0906 8472 · SBN SBLV314656 · BAV 495/34539 · CERL cnp00158539 · LCCN (ENn79134159 · GND (DE118513044 · BNE (ESXX1428484 (data) · BNF (FRcb11885782n (data) · J9U (ENHE987007258950605171 · NDL (ENJA00620391