La Espero

Inno Esperantista
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La Espero (lett. "La speranza") è una poesia composta da Ludwik Lejzer Zamenhof (1859-1917) il creatore della lingua esperanto. Fu pubblicata, insieme ad altre poesie in esperanto, per la prima volta e senza titolo, nel "Libro di testo completo sulla lingua internazionale Esperanto (per russi)", nel 1890. È considerata l'inno (ufficioso) del movimento esperantista. La musica fu composta intorno al 1909 da Félicien Menu de Ménil. Originariamente però lo stesso testo si cantava su una melodia dello svedese Claes A. Adelsköld del 1891. Versioni successive furono opera del francese Achille Motteau e del polacco Andrzej Koszewski.

La Espero
Copertina di una partitura in polacco ed esperanto. Varsavia, editore M. Borkowski. Dopo il 1911.
Musica
CompositoreFélicien Menu de Ménil
Tipo di composizioneInno
Epoca di composizioneca. 1909
Testo esperanto
AutoreLudovico Lazzaro Zamenhof
Epoca1890
Ascolto
(info file)
L'inno intonato in occasione del Congresso universale di esperanto del 2023, tenutosi a Torino.

Mai ufficializzato da un'istituzione esperantista, è tuttavia regolarmente usato nelle cerimonie di inaugurazione e chiusura di ogni Universala Kongreso[1]. Nel 2001 l'inno è stato adottato nella Costituzione della Esperanta Civito.

Testi e musica

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Testo in esperanto Traduzione
En la mondon venis nova sento, Giunto è al mondo un nuovo sentimento,
tra la mondo iras forta voko; per il mondo va una forte chiamata;
per flugiloj de facila vento sulle ali d'un prospero vento
nun de loko flugu ĝi al loko. già s'invola e va di luogo in luogo.
Ne al glavo sangon soifanta Alla spada di sangue assetata
ĝi la homan tiras familion: non attira dell'uomo la genia:
al la mond' eterne militanta già al mondo in eterna lotta
ĝi promesas sanktan harmonion. fa promessa di santa armonia.
   
Sub la sankta signo de l'espero Alle sante insegne di Speranza
kolektiĝas pacaj batalantoj, si raccolgon di pace i combattenti
kaj rapide kreskas la afero e veloce cresce la faccenda
per laboro de la esperantoj. nel lavoro di color che speran.
Forte staras muroj de miljaroj Forti s'ergon dei millenni i muri
inter la popoloj dividitaj; tra i cento popoli divisi
sed dissaltos la obstinaj baroj, cederanno le barriere ostili
per la sankta amo disbatitaj. dall'amore santo sfracellate.
   
Sur neŭtrala lingva fundamento, Sulla base d'una lingua neutra,
komprenante unu la alian, comprendendosi alfin l'un l'altro,
la popoloj faros en konsento ecco i popoli diverranno
unu grandan rondon familian. una sola grande famiglia.
Nia diligenta kolegaro Non si stancan i nostri colleghi
en laboro paca ne laciĝos, diligenti nel lavor di pace
ĝis la bela sonĝo de l'homaro finché il sogno più bello dell'uomo
por eterna ben' efektiviĝos. per l'eterno bene si realizzi.
 
  1. ^ Secondo Marjorie Boulton, “La espero è l'inno ufficiale esperantista per i congressi e convegni simili”.(EO) Marjorie Boulton, Ne nur leteroj de plum-amikoj. Esperanta literaturo — fenomeno unika, Eldona Societo Esperanto, 1984, Malmö.

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