Iriati
Nome fantasioso di un popolo che avrebbe abitato la zona della romana Iria (l'attuale Voghera), il cui nome deriva piuttosto da quello di un fiume omonimo, probabilmente l'attuale Staffora. Il nome Iriati deriva dall'arbitraria correzione, effettuata dagli eruditi del passato, di Iluates che si trova in Livio:
«Insubres Cenomanique et Boii excitis Celinibus Iluatibusque et ceteris Ligustinis populis, Hamilcare Poeno duce, qui in iis locis de Hasdrubalis exercitu substiterat, Placentiam inuaserant.»
«Oppida Clastidium et Litubium, utraque Ligurum, et duae gentis eiusdem ciuitates Celeiates Cerdiciatesque sese dediderunt; et iam omnia cis Padum praeter Gallorum Boios, Iluates Ligurum sub dicione erant: quindecim oppida, hominum uiginti milia esse dicebantur quae se dediderant.»
«Per eosdem dies Clastidium incensum. Inde in Ligustinos Iluates, qui soli non parebant, legiones ductae.»
L'associazione tra questo popolo e Voghera deriva dal fatto che nel secondo e terzo passo citati si parla di Clastidium, cioè Casteggio, che è presso Voghera. Per un analogo motivo lo storico pavese Bernardo Sacco, credendo di poter collegare questi Iluati con Litubium citato nel secondo passo, correggeva a sua volta il nome come Lituates. Leggendo questi brani si capisce che gli Iluati non avevano nulla a che fare con Casteggio (nel secondo passo, Casteggio si era arreso, gli Iluati e i Boi no). Gli Iluati invero non erano necessariamente presso Casteggio; verosimilmente potevano essere (visto che sono collegati spesso con i Boi) sugli Appennini emiliani, laddove potevano molto meglio resistere ai Romani. Il territorio attorno a Voghera, d'altra parte, apparteneva molto probabilmente ai Marici.
Leggende e storia locale
modificaSenza citare fonti, il canonico Manfredi racconta abbastanza dettagliatamente usi e costumi del popolo degli Iriati (di origine Ligure): diviso in tribù, avrebbe abitato prevalentemente in collina, per avere una posizione di vantaggio strategico contro Celti e Romani dai quali si difendeva con fortini e castelli di legno.
Sempre secondo Manfredi, la loro religione venerava, come molti dei culti dell'epoca, gli elementi naturali, quali l'acqua, l'aria la terra e il fuoco; era inoltre loro usanza porre Dolmen e Menhir, statue raffiguranti uomini o donne, vicino alle tombe dei cari per onorarli. Nessun ritrovamento archeologico e nessuna fonte possono però farci considerare attendibili queste e altre affermazioni analoghe, incluse quelle che cercano di ricollegare il popolo degli Iriati alle vicende della seconda guerra punica.
Anzi, l'analisi dei ritrovamenti archeologici locali ha sino ad ora confermato la presenza di popolazioni fortemente celtizzate piuttosto che liguri.
Di questi liguri, poi, si dice che anche se di costituzione robusta, che valse loro il detto in uso tra i popoli italici: “Gracile Ligure valere più che fortissimo Gallo”, conducessero una vita povera basata sulla caccia e la raccolta poiché non conoscevano le arti agricole introdotte con l'arrivo dei coloni greci. Questa propensione a una vita non agevole come quella dei Romani, avrebbe fatto sì che questi ultimi definissero le tribù Liguri con la perifrasi “Ligus adsiduus malus”.
Inoltre, come ricorda Tozzi, le fonti epigrafiche ricordano la Voghera di età romana come Forum Iulii Iriensium, il che riconduce alla presenza di una popolazione identificata come Irienses, piuttosto che come Iriati.
Bibliografia
modifica- F. Lodi, Sommario della storia di Voghera da pag 1 a 4, Voghera, 1891 (ristampa Milano, 1978)
- Aldo A. Settia - P. Paoletti - E. Cau, Dalla preistoria all'eta viscontea (EDO) da pag 56 a 61, Voghera, 2003
- G. Manfredi, Storia di Voghera da pag 47 a 53, congresso storico subalpino, 1908
- E. Calandra, Contributo alla carta archeologica di Lungavilla (PV): la necropoli presso la fornace Palli, in "Bollettino della Società pavese di Storia Patria", 97 (1997)