Jan Borisovič Gamarnik

militare e politico sovietico
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Jakov Сudikovič Gamarnik, in russo Яков Цудикович Гамарник?, meglio noto come Jan Borisovič Gamarnik, in russo Ян Борисович Гамарник? (Žytomyr, 14 giugno 1894[1]Mosca, 31 maggio 1937), è stato un generale e politico sovietico, di origine ucraina e di etnia ebraica.

Jan Borisovič Gamarnik

Primo Segretario del Partito Comunista della Bielorussia
Durata mandato4 dicembre 1928 –
3 gennaio 1930
PredecessoreVilhelm Knorin
SuccessoreKonstantin Gey

Primo Segretario del Comitato regionale di Kiev del Partito Comunista dell'Ucraina
Durata mandato25 aprile 1921 –
luglio 1923
Predecessorecarica istituita
SuccessoreHryhoriy Hrynko

Capo del Direttorato politico dell'Armata Rossa degli Operai e dei Contadini
Durata mandato1º ottobre 1929 –
31 maggio 1937
PredecessoreAndrej Bubnov

Dati generali
Partito politicoPartito Comunista di Tutta l'Unione (bolscevico)
FirmaFirma di Jan Borisovič Gamarnik
Jan Gamarnik
Ян Гамарник
NascitaŽytomyr, 14 giugno[1] 1894
MorteMosca, 31 maggio 1937
Cause della morteSuicidio
Dati militari
Paese servitoUnione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica
Forza armataArmata Rossa
SpecialitàCapo dell'amministrazione politica dell'Armata Rossa
Unità58ª Divisione Fucilieri
Anni di servizio1929-1937
GradoCommissario d'armata di 1° rango
DecorazioniOrdine della Bandiera rossa, Ordine di Lenin
[2]
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Nel corso della sua vita contribuì al successo della Rivoluzione d'ottobre e, poi, rivestì ruoli importanti nell'organizzazione politica del PCUS e in quella economica e militare dell'Unione Sovietica. Si suicidò nel 1937, dopo aver preso posizione in difesa di Michail Nikolaevič Tuchačevskij (accusato di aver ordito un complotto antistalinista)[2] e in conseguenza dell'accusa di aver cospirato contro Stalin in collaborazione con alcuni ufficiali dell'aeronautica militare sovietica.[3]

Biografia

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Jan Gamarnik nacque a Žytomyr, una città di quello che allora era l'impero russo, il 2 giugno 1894 (che corrispondeva, nel calendario giuliano in uso nella regione, al 21 maggio del calendario gregoriano occidentale). La sua famiglia si trasferì presto a Odessa, dove Gamarnik trascorse la maggior parte della sua infanzia; all'età di 17 anni il giovane iniziò a interessarsi del pensiero marxista.[2] Nel 1914 si trasferì a San Pietroburgo, dove avviò degli studi in neuropsichiatria; abbandonò però la medicina nel 1915 per dedicarsi alla giurisprudenza presso l'università di Kiev.[2]

Entrando in contatto con alcuni leader bolscevichi ucraini decise nel 1916 di entrare nel Partito Operaio SocialDemocratico Russo (bolscevico). Prese parte alla Rivoluzione di febbraio del 1917, divenendo un'autorità del comitato di Kiev del partito, e alla Rivoluzione d'ottobre dello stesso anno, in seguito alla quale venne arrestato e imprigionato. Liberato dopo il successo della rivoluzione, entrò in contatto con Lenin e divenne una figura importante all'interno del partito; per conto di esso svolse dei compiti di carattere militare, industriale o politico tra il 1918 e gli anni venti; viaggiò in Ucraina, Bielorussia e Siberia.[2] Tra il 1926 e il 1935 contribuì allo sforzo finalizzato a risollevare l'economia delle zone più orientali dell'Unione Sovietica; giocò inoltre un ruolo rilevante nella riorganizzazione dell'Armata Rossa, della quale a partire dall'ottobre 1929 fu l'amministratore politico in capo, nell'ambito del programma del Maresciallo dell'Unione Sovietica Tuchačevskij che si poneva lo scopo di fare dell'URSS una grande potenza militare.[2]

Sempre nel 1929, supportò apertamente la politica di Stalin per la repressione di ogni possibile dissenso interno al partito – in particolare in occasione dell'estromissione di Bucharin, Rykov e Tomskij.[2]

Nel 1937, in occasione di un presunto complotto antistalinista nel quale sarebbero stati coinvolti lo stesso Tuchačevskij[2] e alcuni vertici dell'aeronautica militare[3] si trovò a prendere le difese di Tuchačevskij; di conseguenza, isolato dal resto del partito e temendo l'arresto e le ritorsioni di Stalin, si suicidò con un colpo di pistola il 31 maggio.[2] I vertici dell'aeronautica accusati di aver cospirato insieme a Gamarnik per un'operazione di volantinaggio contro Stalin e il suo entourage vennero duramente puniti in una grande purga che indebolì notevolmente l'arma aerea sovietica (il che avrebbe avuto pesanti ripercussioni sulle prime fasi della partecipazione dell'URSS alla seconda guerra mondiale).[3]

Dopo la sua morte, Gamarnik venne dichiarato un "nemico del popolo". Sua moglie venne condannata a diversi anni di prigionia, e morì in un gulag nel 1943; sua figlia finì in orfanotrofio. La memoria di Gamarnik venne riabilitata nel 1955 (sotto il governo di Chruščёv) quando le accuse rivolte contro di lui vennero riconosciute come infondate.[2]

Onorificenze

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  1. ^ a b 2 giugno in base al calendario giuliano in uso nell'impero russo. Si veda (RU) Ян Борисович Гамарник (Jan Borisovič Gamarnik), su Хронос. URL consultato il 10 maggio 2012.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l (RU) Ян Борисович Гамарник (Jan Borisovič Gamarnik), su Хронос. URL consultato il 10 maggio 2012.
  3. ^ a b c G. Dicorato, G. Bignozzi, B. Catalanotto, C. Falessi, Storia dell'Aviazione, Milano, Fratelli Fabbri Editori, 1973, p. 412, ISBN non esistente.

Bibliografia

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  • G. Dicorato, G. Bignozzi, B. Catalanotto, C. Falessi, Storia dell'Aviazione, Milano, Fratelli Fabbri Editori, 1973, ISBN non esistente.
  • (EN) Robert Conquest, The Great Terror: A Reassessment, Oxford University Press, 1990, pp. 201–202. ISBN 0-19-505580-2

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN45775055 · ISNI (EN0000 0001 0780 6259 · LCCN (ENn86009431 · GND (DE1057569097 · J9U (ENHE987007302171205171