Jean-Louis Pons
Jean-Louis Pons (Peyre, 24 dicembre 1761 – Firenze, 14 ottobre 1831) è stato un astronomo francese.
Biografia
modificaNacque a Peyre in una famiglia di umili origini e ricevette un'educazione elementare. Entrò nell'Osservatorio di Marsiglia nel 1789 come custode e assistendo gli astronomi durante le loro osservazioni Jean Louis si fece ben presto una discreta esperienza professionale, imparò l'utilizzo di tutti gli strumenti astronomici e dimostrò una grande abilità nel ricordare tutte le posizioni dei corpi celesti e nel riconoscerne le variazioni. Utilizzò telescopi e cannocchiali da lui progettati: uno sicuramente appartenutogli è stato donato dagli eredi al Museo Galileo, dopo la prima Esposizione nazionale di storia della scienza, svoltasi a Firenze nel 1929.
Nel 1813 ottenne il posto di astronomo aggiunto, nel 1819 fu chiamato dalla duchessa Maria Luisa di Borbone-Spagna per dirigere l'osservatorio di Lucca e divenne direttore della Specola di Lucca a San Pancrazio. Dopo la morte delle duchessa di Borbone, fu costretto a lasciare Lucca nel 1825 a causa della chiusura dell'osservatorio, e iniziò a insegnare astronomia presso il Reale Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze in Via Romana, La Specola, del quale fu nominato direttore dal Granduca di Toscana Leopoldo II[1].
Dal 1827 iniziò ad avere problemi di vista e nei primi mesi del 1831 fu costretto a rinunciare definitivamente alle sue osservazioni astronomiche. Morì il 14 ottobre 1831[2].
Scoperte
modificaL'11 luglio 1801 fece la sua prima scoperta di una nuova cometa che fu attribuita a Charles Messier. Da quel giorno Pons scoprì quasi una cometa all'anno.
Tra il 1801 ed il 1827, Pons scoprì trentasette comete, fino a pochi anni fa più di ogni altra persona nella storia, motivo per il quale fu soprannominato "chasseur de comètes". Pons scoprì inoltre cinque comete periodiche, tre delle quali, 7P/Pons-Winnecke e 12P/Pons-Brooks e 273P/Pons-Gambart, portano il suo nome. Un'altra, osservata il 26 novembre 1818, è stata denominata Cometa Encke da Johann Franz Encke, che ne calcolò l'orbita ed il suo notevolmente corto periodo. Pons inoltre co-scoprì la cometa indicata formalmente come "Pons-Coggia-Winnecke-Forbes" ed oggi conosciuta come 27P/Crommelin da Andrew Crommelin, che ne calcolò l'orbita.
Il 16 maggio 2023 è stata annunciata la scoperta di C/1808 R1 Pons, una cometa da lui scoperta di cui non si conosceva l'orbita e che pertanto non risultata nei cataloghi cometari [3].
Riconoscimenti
modifica- Nel 1818 Pons ricevette il prix Lalande dell'Accademia francese delle scienze per la scoperta di tre comete in quell'anno.
- Nel 1824 ha ricevuto la Medaglia d'argento della Royal Astronomical Society.
- Il suo nome è stato dato ad un cratere lunare, Pons.
- Gli è stato dedicato un asteroide, 7645 Pons [4].
Note
modifica- ^ Gli inizi - Nascita dell'Osservatorio di Arcetri Archiviato il 12 maggio 2005 in Internet Archive.
- ^ Il certificato di morte, altre informazioni personali e di studio si conservano presso l'archivio della biblioteca del Museo Galileo (PDF), su opac.museogalileo.it.
- ^ (EN) CBET n. 5258 del 16 maggio 2023
- ^ (EN) M.P.C. 31611 dell'11 aprile 1998
Bibliografia
modifica- Elizabeth Roemer, Jean Louis Pons: discoverer of comets, in Astronomical Society of the Pacific Leaflets, vol. 8, n. 371, 1960, p. 159.
- Maria Luisa Righini Bonelli, Di alcune lettere e documenti inediti riguardanti Giovanni Luigi Pons, in Physis, vol. 1, n. 3, 1959, pp. 215-223.
- Leopold Schulhof e Joseph François Bossert, Sur l'orbite de la Comète de 1812 (Pons) et sur son prochian retour, Paris, Imp. de Gauthier-Villars, [1813?].
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Jean-Louis Pons
Collegamenti esterni
modifica- Pons, Jean-Louis, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Pons, Jean-Louis, su sapere.it, De Agostini.
- Voce biografica in Itinerari scientifici in Toscana, su brunelleschi.imss.fi.it.
- Archivio della biblioteca del Museo Galileo, su museogalileo.it. URL consultato il 26 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2014).
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