Josef Ochs
Josef Ochs (Schmitten im Taunus, 31 marzo 1905 – 12 novembre 1987) è stato un poliziotto tedesco, ufficiale di polizia e SS-Obersturmführer. Fu coinvolto nella deportazione di Sinti e Rom nei campi di concentramento. Fu presente nel Führerbunker a Berlino durante gli ultimi giorni di vita di Hitler, lasciò il bunker il 1º maggio 1945.
Josef Ochs | |
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Nascita | Schmitten im Taunus, 31 marzo 1905 |
Morte | 12 novembre 1987 |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Forza armata | ![]() |
Specialità | RSHA |
Unità | Kriminalpolizei |
Anni di servizio | 1936-1945 |
Grado | SS-Obersturmführer |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
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Dal 1951 al 1965 lavorò presso l'Ufficio federale della polizia criminale (in tedesco Bundeskriminalamt, BKA).
Biografia
modificaNacque a Schmitten il 31 marzo 1905. Studiò legge ed economia all'Università di Francoforte, all'Università di Monaco e all'Università di Erlangen-Norimberga. Nel 1933 conseguì il dottorato di ricerca e iniziò a lavorare nell'azienda del padre fino al settembre 1936, quando entrò come socio di un'azienda nel commercio di scarpe.[1]
Carriera
modificaAll'inizio di ottobre del 1936 entrò nelle forze di polizia e nel luglio del 1938 superò gli esami di commissario a Francoforte. Si iscrisse al Partito nazista nel 1937 (nº 5927971) e nel febbraio 1938 entrò nelle Schutzstaffel (nº 290982). Il 2 luglio 1938 fu promosso SS-Obersturmführer. Nel settembre 1938, si sposò con la figlia di un farmacista di 13 anni più giovane, da cui nacquero due figli tra il 1939 e il 1943. Alla fine del 1938 fu trasferito a Düsseldorf.
Il 15 gennaio 1939 fu nominato detective della Kriminalpolizei nazista. Successivamente, dalla fine del 1939 al luglio 1941 lavorò come ufficiale responsabile delle ammissioni ai campi di concentramento nazisti.[2] In questa veste fu coinvolto nella deportazione di Sinti e Rom.
Fu presente nel Führerbunker di Berlino durante gli ultimi giorni di Hitler, nell'aprile 1945. Ochs lasciò il complesso del bunker il 1° maggio 1945.
Nel dopoguerra
modificaDopo la resa della Germania nel 1945, fu inviato al centro di detenzione di Neuengamme fino all'inizio del giugno 1945.[3] Nel dopoguerra, dal 1951 al 1965, lavorò presso l'Ufficio federale di polizia criminale (BKA) a capo del gruppo di supporto e fu anche responsabile della raccolta delle informazioni.
Note
modificaBibliografia
modifica- Ernst Klee, Das Personenlexikon zum Dritten Reich. Wer war was vor und nach 1945, Frankfurt am Main, Fischer Taschenbuch Verlag, 2003.
- Dieter Schenk, Auf dem rechten Auge blind. Die braunen Wurzeln des BKA, Köln, Kiepenheuer & Witsch, 2001, ISBN 3-462-03034-5.
- Imanuel Deutschland, Herbert Reinke e Andrej Stephan, Schatten der Vergangenheit: das BKA und seine Gründungsgeneration in der frühen Bundesrepublik, collana Polizei + Forschung Sonderband, Luchterhand, 2011, ISBN 978-3-472-08067-1.
- Bundeskriminalamt (a cura di), Der Nationalsozialismus und die Geschichte des BKA: Spurensuche in eigener Sache; Ergebnisse, Diskussionen, Reaktionen; Dokumentation des Kolloquiums zum Forschungsbericht zur BKA-Historie vom 6. April 2011, Köln, Luchterhand, 2011, ISBN 978-3-472-08068-8.