Julius Jacob von Haynau

generale austriaco

Julius Jacob von Haynau (Kassel, 14 ottobre 1786Vienna, 14 marzo 1853) è stato un generale austriaco.

Julius Jacob von Haynau
Il generale von Haynau in un ritratto dell'epoca
NascitaKassel, 14 ottobre 1786
MorteVienna, 14 marzo 1853
Dati militari
Paese servitoSacro Romano Impero
Impero austriaco (bandiera) Impero austriaco
Forza armataEsercito imperiale austriaco
Anni di servizio1801 - 1853
GradoFeldzeugmeister
GuerreGuerre napoleoniche
Prima guerra di indipendenza italiana
BattaglieBattaglia di Aspern-Essling
Battaglia di Wagram
Dieci giornate di Brescia
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Biografia

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I primi anni e la carriera militare

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Lo stemma dei baroni di Haynau, ramo illegittimo dei langravi d'Assia-Kassel a cui Julius apparteneva

Figlio naturale del langravio Guglielmo I d'Assia-Kassel e della sua amante, Rosa Dorothea Ritter[1], von Haynau trascorse la sua infanzia insieme ad alcuni dei suoi fratelli ed a sua madre nel castello di Babenhausen.

Dopo gli studi a Marburgo entrò nell'esercito austriaco nel 1801 come ufficiale di fanteria e dal 1805 venne promosso capitano.

Nel 1808 si sposò con Thérèse von Weber, figlia del generale Weber morto nella battaglia di Aspern-Essling.

Nel 1809, sempre col rango di capitano, prese parte alla guerra della Quinta coalizione antinapoleonica, venendo promosso al grado di maggiore nel 1809 e risultando poi ferito nella battaglia di Wagram e distinguendosi durante le operazioni in Italia del 1813 e 1814.

Dal 1815 proseguì la carriera militare, divenendo nel 1833 maggiore generale e comandante di una brigata in Italia, e infine nel 1844 luogotenente feldmaresciallo al comando di una divisione a Graz.

Nel 1847 fu trasferito a Timișoara.

Le campagne del 1848-1849

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Julius von Haynau in un ritratto di Giuseppe Bezzoli durante gli anni della campagna militare in Italia

Di temperamento violento e profondamente reazionario, Haynau si distinse durante il 1848 per la ferocia con cui attuò la repressione dei moti rivoluzionari.

Combatté con successo in Italia, reprimendo nel sangue la rivolta della città di Brescia, tanto da meritarsi il soprannome di Iena di Brescia, in spregio all'appellativo di Tigre Asburgica che gli era stato conferito dai suoi connazionali.

Nel giugno del 1849 venne richiamato a Vienna per comandare la prima armata di riserva. Poco più tardi, venne inviato a combattere la rivolta degli Ungheresi, ottenendo rapidi successi militari ma distinguendosi nuovamente per la brutalità delle azioni (pur se va ricordato che agì in accordo con il gabinetto militare dell'imperatore Francesco Giuseppe): fece frustare le donne che avevano mostrato simpatie verso i rivoluzionari, istituì corti marziali per giudicare ufficiali e funzionari ribelli, condannando alla impiccagione (da ladri comuni) ad Arad tredici generali ungheresi che sarebbero diventati i "13 martiri di Arad" per la storia nazionale dell'Ungheria (fra questi il primo ministro Lajos Batthyány).

Il declino

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Alla fine della guerra venne nominato comandante in capo delle forze armate in Ungheria, ma il suo temperamento lo mise contro il ministro della Guerra e gli costò l'incarico nel 1850[2].

 
Cippo in Park Street a Southwark (Londra), che commemora l'"incidente internazionale"

La sua fama di feroce oppositore dei partiti rivoluzionari fece sì che, nei suoi successivi viaggi, venisse preso di mira dal popolo. A Bruxelles si salvò a stento da una folla inferocita. A Londra, un gruppo di facchini della birreria Barclay & Perkins che stava visitando, simpatizzanti della causa ungherese, lo prese a bastonate, provocando quasi un incidente internazionale. Il famoso autore inglese Chesterton descrisse gli avvenimenti ne I crimini dell'Inghilterra[3]:

(EN)

«When an Austrian general who had flogged women in the conquered provinces appeared in the London streets, some common draymen off a cart behaved with the direct quixotry of Sir Lancelot or Sir Galahad. He had beaten women and they beat him. They regarded themselves simply as avengers of ladies in distress, breaking the bloody whip of a German bully.»

(IT)

«Quando il generale austriaco che aveva fatto frustare delle donne nelle provincie conquistate apparve per le strade di Londra, alcuni inservienti di birreria vollero comportarsi come emuli di Sir Lancillotto o Sir Galaad. Lui le aveva picchiate e loro picchiarono lui. Si consideravano semplicemente vendicatori di donne in difficoltà, che spezzavano la frusta insanguinata di un prepotente tedesco.»

Quando Giuseppe Garibaldi si recò in Inghilterra nel 1864, volle a tutti i costi visitare la birreria per ringraziare «gli uomini che avevano battuto Haynau».

Gli ultimi anni

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Von Haynau in una litografia del 1850

Dopo il suo declino personale e militare, ricevette in dono dal giovane imperatore austriaco Francesco Giuseppe un feudo in Ungheria, presso Hajós, dove visse da proprietario terriero misconosciuto per qualche anno, fino alla sua morte.

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
8. Guglielmo VIII d'Assia-Kassel 16. Carlo I d'Assia-Kassel  
 
17. Amalia di Curlandia  
4. Federico II d'Assia-Kassel  
9. Dorotea Guglielmina di Sassonia-Zeitz 18. Maurizio Guglielmo di Sassonia-Zeitz  
 
19. Maria Amalia di Brandeburgo  
2. Guglielmo I d'Assia-Kassel  
10. Giorgio II di Gran Bretagna 20. Giorgio I di Gran Bretagna  
 
21. Sofia Dorotea di Celle  
5. Maria di Hannover  
11. Carolina di Brandeburgo-Ansbach 22. Giovanni Federico di Brandeburgo-Ansbach  
 
23. Eleonora Erdmuthe di Sassonia-Eisenach  
1. Julius Jacob von Haynau  
 
 
 
6. Johann Georg Ritter  
 
 
 
3. Rosa Dorothea Ritter  
 
 
 
7. Maria Magdalena Witz  
 
 
 
 

Onorificenze

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Onorificenze austriache

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Onorificenze straniere

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  1. ^ Österreichisches Biographisches Lexikon 1815-1950 Online-Edition
  2. ^ Gunther Erich Rothenberg, "The Army of Francis Joseph", 1999.
  3. ^ (EN) G. K. Chesterton, The Crimes of England (TXT), su gutenberg.org, Project Gutenberg.

Bibliografia

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  • Karl Schönhals: Biographie des k. k. Feldzeugmeisters Julius Freiherrn von Haynau. (3. Aufl., Graz 1853; Digitalisat)
  • Wolfgang von Wurzbach: Josef Kriehuber und die Wiener Gesellschaft seiner Zeit. 2. Band. Wien 1957.
  • Georg Wittenberger: Stadtlexikon Babenhausen. Babenhausen 1995

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN767039 · ISNI (EN0000 0000 5532 7941 · CERL cnp01079678 · LCCN (ENnb2009006383 · GND (DE118773534 · J9U (ENHE987007385854605171
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