KV1
KV1 (Kings' Valley 1)[N 1] è la sigla che identifica una delle tombe della Valle dei Re in Egitto; si trova nei pressi dell'accesso alla necropoli ed era la sepoltura del faraone Ramses VII (XX dinastia).
KV1 | |
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Isometria, planimetria e alzato della KV1 | |
Civiltà | Antico Egitto |
Utilizzo | Tomba di Ramses VII |
Epoca | Nuovo Regno (XX dinastia) |
Localizzazione | |
Stato | Egitto |
Località | Luxor |
Dimensioni | |
Superficie | 163,56 m² |
Altezza | max 4,25 m |
Larghezza | max 5,27 m |
Lunghezza | max 44,3 m |
Volume | 463,01 m³ |
Scavi | |
Data scoperta | nota fin dall'antichità |
Date scavi | 1906 |
Organizzazione | Theodore Davis |
Archeologo | Edward Russell Ayrton |
Amministrazione | |
Patrimonio | Tebe (Valle dei Re) |
Ente | Ministero delle Antichità |
Visitabile | sì (visita compresa nel biglietto di ingresso alla Valle[1]) |
Sito web | www.thebanmappingproject.com/sites/browse_tomb_815.html |
Mappa di localizzazione | |
Tagliata in una piccola wadi, dotata di ingresso monumentale, vi predomina il colore giallo dell'oro di cui si riteneva fosse fatta la carne degli dèi.
Accessibile e conosciuta fin dall'antichità non attrasse mai particolarmente i ricercatori archeologici e venne per la prima volta svuotata negli anni '50 del '900, ma non esistono testimonianze relative a tale intervento; in tale occasione, verosimilmente furono scattate fotografie dei rilievi a cura di Alexandre Piankoff[2][3]. Il primo scavo sistematico e completo risale al 1983-1984, a cura di Edwin C. Brock[4].
La tomba, molto malridotta, è costituita da un'entrata, un corridoio, una camera sepolcrale in cui si apre l'accesso ad una piccola camera secondaria (tutti i locali disposti lungo un unico asse come tipico delle sepolture della Valle dei Re risalenti alla XX dinastia)[2]. Nella camera funeraria si trova un sarcofago in pietra, non terminato, capovolto che, verosimilmente, proteggeva il sarcofago in legno del re la cui mummia non è stata ancora rinvenuta. In tal senso, quattro coppe in faience recanti il nome di Ramses VII furono rinvenute nei pressi della cache[N 2] DB320 e si suppone che tale possa essere stata la destinazione del corpo, ma non si hanno riscontri certi nel senso[5]. Il sarcofago in pietra reca immagini, leggermente incise e dipinte in verde, delle dee Iside, Nefti e Selkis, nonché dei quattro figli di Horo.
I rilievi del corridoio rappresentano: a sinistra una processione degli dei solari Horakhty, Atum e Khepri preceduti dal re; a destra la processione, preceduta sempre da re, di dei inferi Ptah, Sokar e Osiride, seguiti da alcuni capitoli del Libro delle Porte e del Libro delle Caverne. L'ingresso della camera funeraria è preceduto dalla rappresentazione della dea Uerethekau, protettrice dai pericoli dell'oltretomba e dalle due dee Sekhmet e Bastet[N 3]. Le pareti interne dalla camera funeraria recano brani del Libro della Terra, mentre il soffitto vede la duplice rappresentazione della dea Nut e di alcune costellazioni dello zodiaco egiziano.
Nella KV1 si trova il graffito più antico della Valle databile al 278 a.C.
Note
modificaAnnotazioni
modifica- ^ Le tombe vennero classificate nel 1827, dalla numero 1 alla 22, da John Gardner Wilkinson in ordine geografico. Dalla numero 23 la numerazione segue l’ordine di scoperta.
- ^ Si indica con tale termine un deposito in cui, per quanto attiene alla Valle dei Re, vennero trasferiti, in antico, i corpi di alcuni faraoni per sottrarli alle ruberie e alle depredazioni delle mummie per sottrarne gli amuleti nascosti tra il bendaggio.
- ^ Rispettivamente dee della guerra e dell'amore. La dea della guerra, rappresentata da una leonessa, secondo un antico proverbio egizio, si trasforma in Bastet, la dea dell’amore, per chi conosce le giuste formule magiche: Non si conosce Bastet se non si conosce Sekhmet.
Fonti
modifica- ^ vedi: informazioni turistiche
- ^ a b Reeves & Wilkinson (2000), p. 166.
- ^ Alexandre Piankoff (1897–1966), archeologo ed egittologo francese specializzato in epigrafia.
- ^ Edwin C. Brock (1946–2015), egittologo statunitense collegato al Theban Mapping Project.
- ^ Reeves & Wilkinson (2000), p. 167.
Bibliografia
modifica- (EN) Nicholas Reeves e Richard Wilkinson, The complete Valley of the Kings, New York, Thames & Hudson, 2000, ISBN 0-500-05080-5.
- Christian Jacq, La Valle dei Re, traduzione di Elena Dal Pra, O. Saggi, n. 553, Milano, Mondadori, 1998, ISBN 88-04-44270-0.
- Alessandro Bongioanni, Luxor e la Valle dei Re, Vercelli, White Star, 2004, ISBN 88-540-0109-0.
- Alberto Siliotti, Guida alla Valle dei Re, ai templi e alle necropoli tebane, Vercelli, White Star, 2010, ISBN 978-88-540-1420-6.
- Alberto Siliotti, La Valle dei Re, Vercelli, White Star, 2004, ISBN 88-540-0121-X.
- Alberto Siliotti, Guida alla Valle dei Re, ai templi e alle necropoli tebane, Vercelli, White Star, 2010, ISBN 978-88-540-1420-6.
- Erik Hornung, La Valle dei Re, traduzione di Umberto Gandini, ET Saggi, n. 1260, Torino, Einaudi, 2004, ISBN 88-06-17076-7.
- Alessandro Roccati, L'area tebana, Quaderni di Egittologia, n. 1, Roma, Aracne, 2005, ISBN 88-7999-611-8.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su KV1
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Theban Mapping Project, su thebanmappingproject.com. URL consultato il 23 febbraio 2006 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2006).