Kawab
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Kawab K3 wˁb Puro è il suo Ka in geroglifici |
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Kawab (prima del 2589 a.C. – prima del 2566 a.C.) fu un visir egizio della IV dinastia, durante il regno di re Cheope, di cui era figlio[1][N 1].
Kawab | |
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Rilievo dalla mastaba del principe Kawab | |
Principe d'Egitto | |
Nascita | prima del 2589 a.C. |
Morte | prima del 2566 a.C. |
Luogo di sepoltura | doppia mastaba G 7110 - 7120 nella Necropoli di Giza |
Dinastia | IV dinastia egizia |
Padre | Cheope |
Madre | Meritites I |
Consorte | Hetepheres II |
Figli | Meresankh III, Duaenhor, Kaemsekhem, Mindjedef |
Biografia
modificaKawab, principe egizio, era il figlio maggiore del re Cheope e della regina Meritites I, della IV dinastia, e fratellastro dei re Djedefra e Chefren[2][3]. Nato durante il regno del nonno, Snefru, Kawab sposò la sorella Hetepheres II da cui ebbe quattro figli: Meresankh III, futura regina, sposa del re Chefren, e i principi Duaenhor, Kaemsekhem e Mindjedef[4]. Kawab morì durante il regno del padre Cheope, di cui avrebbe dovuto essere il successore, perciò venne sostituito sul trono da Djedafra che sposò la vedova Hetepheres II. Considerando la sepoltura di Djedefra ad Abu Rawash, e non nella grande necropoli reale di Giza secondo la tradizione della dinastia, si è supposto (ma non esistono concrete risultanze a tal proposito) che Khawab possa essere stato assassinato dal fratello per usurparne il titolo di successore al trono. La piramide di Djedefra fu profanata, ma oggi si ritiene che ciò sia avvenuto durante il dominio romano dell'Egitto, più di 2 500 anni dopo.[N 2][4]
Titolatura di Kawab
modificaKawab, che durante il regno del padre rivestì la carica di visir, sommava in sé vari titoli:
Titolo | Traduzione | Indice dei termini p.[5] |
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imy iz | colui che regge l'ufficio, consigliere | 247 |
iry-pˁt | nobile, principe ereditario, custode dei nobili | 1157 |
ˁȝ dwȝw | assistente di Duau[N 3] | 1308 |
wr di.w pr ḏḥwty | il più grande di cinque del tempio di Thot | 1471 |
ḥȝty-ˁ | contabile | 1858 |
ḥm-nṯr srḳt | prete di Selkis (o Selket)[N 4][6][7] | 2120 |
ḥts(?) Inpw ... | (termine non leggibile, ma riferito ad Anubi) | 2501 |
ḫrp iȝwt nbwt nṯrwt | direttore di tutti gli uffici divini | 2541 |
ẖry-ḥbt ḥry-tp | capo dei preti lettori, prete lettore in carica[N 5] | 2860 |
zȝ nswt | figlio del re | 2911 |
zȝ nswt n ẖt.f | figlio del re, del suo corpo[N 6] | 2912 |
zȝ nswt smsw | figlio maggiore del re | 2913 |
zȝ nswt n ẖt.f smsw | figlio maggiore del re, del suo corpo | 2914 |
smr wˁty n(y) mrwt | unico compagno | 3277 |
tȝyty zȝb ṯȝty | colui che cura la porta (o cortina), capo della giustizia, visir | 3706 |
wr 10 šmˁ | il più grande dei dieci dell'Alto Egitto | 1437 |
La tomba
modificaKawab venne sepolto nella mastaba oggi contrassegnata dalla sigla G7120 dell'area orientale dell'altipiano di Giza. Accanto a tale sepoltura si trova la G7110 destinata alla moglie, la regina Hetepheres II; nei pressi della mastaba G7110 si trovano pozzi sepolcrali: G7110A, che non risulta sia mai stato usato; G7110B, originariamente predisposto per Hetepheres II, non venne mai ultimato e, ugualmente, mai occupato e questo, molto verosimilmente per l'avere Hetepheres sposato successivamente Djedefra[8]. La G7120, di Kawab conteneva, invece, un sarcofago in granito rosso, oggi al Museo egizio del Cairo.
Note
modificaAnnotazioni
modifica- ^ L'opera di Porter & Moss, "Topographical Bibliography of Ancient Egyptian Hierogliphic texts, reliefs, and paintings", presa in considerazione per la stesura della voce è così ripartita:
- Vol. I, parte a., "The Theban Necropolis: private tombs", 1960
- Vol. I. parte b., "The Theban Necropolis: royal tombs and smaller cemeteries", 1964
- Vol. II, "Theban Temples", 1972
- Vol. III, parte a., "Memphis: Abu Rawash to Abusir", 1974
- Vol. III, parte b., "Memphis: Saqqara ti Dashur", 1981
- Vol. IV, "Lower and Middle Egypt: Delta and Cairo to Asyut", e1968
- Vol. V, "Upper Egypt sites: Deir Rifa to Aswan, excluding Thebes and the temples of Abydos, Dendera, Esna, Edfu, Kom Ombo and Philae, 1962
- Vol. VI, "Upper Egypt chief Temples: Excluding Thebes: Abydos, Dendera, Esna, Edfu, Kom Ombo and Philae", 1991
- Vol. VII, "Nubia, the Deserts and outside Egypt", 1975.
- ^ L'ipotesi venne avvalorata dalla vandalizzazione subita dalla sepoltura di Djedefra che a lungo si ritenne causata da vendetta nei suoi confronti. Studi successivi hanno tuttavia dimostrato che tale azione venne compiuta durante il periodo romano.
- ^ Il geroglifico aker, che rappresenta l'orizzonte, comprende, nella sua rappresentazione artistica, due leoni (là ove nel geroglifico si trovano due montagne) tra loro di spalle; al centro sorge il sole. Tali leoni sono Sef (ieri) e Duau (oggi).
- ^ Il termine indica un particolare tipo di medico, denominato anche "incantatore di Selket", "colei che fa respirare la gola" con riferimento ai problemi respiratori causati dai morsi di animali velenosi. Le ricerche archeologiche hanno consentito di identificare circa quaranta kherep Selket, ovvero "capo di Selket", ma solo dodici sa-Selket, "figlio di Selket", la cui funzione medica non è stata bene individuata.
- ^ Era compito dei preti "lettori" l'organizzazione delle cerimonie e la recitazione ad alta voce, durante le cerimonie sacre, degli inni previsti. Proprio per tale conoscenza delle invocazioni giuste e corrette, i "lettori" venivano considerati detentori di poteri magici.
- ^ Tutti i visir della IV dinastia si fregiarono, tra gli altri, del titolo di "figlio del re" quale semplice titolo onorifico; l'effettiva discendenza, come nel caso di Khawab, viene sottolineata dall'indicazione "del suo corpo".
Fonti
modifica- ^ Porter & Moss, Vol I/a, pp. 118, 155, 187, 864.
- ^ Clayton, Peter A. Chronicle of the Pharaohs, Thames and Hudson, London, 2006. ISBN 978-0-500-28628-9 p.42
- ^ Malek, Jaromir, "The Old Kingdom" in The Oxford History of Ancient Egypt, ed. Ian Shaw, Oxford University Press 2000, ISBN 978-0-19-280458-7 p.88
- ^ a b Dodson, Aidan and Hilton, Dyan. The Complete Royal Families of Ancient Egypt. Thames & Hudson. 2004. ISBN 0-500-05128-3
- ^ Jones 2000.
- ^ Halioua 2002, pp. 27-30.
- ^ Gardiner 1917, n.ro XXXIX, pp. 31-44.
- ^ Simpson 1978, pp. 1-8 e tavv. I-X.
Bibliografia
modifica- a cura di Christian Jacq, L'insegnamento del saggio egizio Ptahotep, Milano, Mondadori, 1997, p. 158, ISBN 8804442468.
- a cura di Massimo Jevolella, I papiri della sapienza: insegnamenti dell'Antico Egitto, Milano, Boroli, 2003, p. 112, ISBN 8874930127.
- Cyril Aldred, Gli Egiziani - tre millenni di civiltà, (I edizione originale: The Egyptians, Thames and Hudson, Londra, 1961), Roma, Newton & Compton, 1966, ISBN 88-8183-281-X.
- Alan Gardiner, La civiltà egizia, I edizione: Egypt of the Pharaohs, Torino, Einaudi, 1961, ISBN 88-06-13913-4.
- Federico Arborio Mella, L'Egitto dei faraoni, Milano, Mursia, 1976, ISBN 88-425-3328-9.
- Nicolas Grimal, Storia dell'Antico Egitto, traduzione di G. Scandone Matthiae, Bari, Laterza, 2002, p. 619, ISBN 978-88-420-5651-5.
- Bruno Halioua, La medicina al tempo dei faraoni, Bari, Dedalo, 2002, ISBN 9-788822-005588.
- (EN) William K. Simpson, The Mastabas of Kawab, Khafkhufu I and II in Giza Mastabas 3, Boston, Museum of Fine Arts, 1978.
- (EN) Aidan Dodson e Dyan Hilton, The Complete Royal Families of Ancient Egypt, Londra, Thames & Hudson, 2004, ISBN 0-500-05128-3.
- (EN) Peter Clayton, Chronicle of the Pharaohs, Londra, Thames and Hudson, 2006, ISBN 978-0-500-28628-9.
- (EN) Nigel Strudwick, The administration of Egypt in the Old Kingdom, Londra, The British Museum, 1985, ISBN 0-7103-0107-3.
- (EN) Bertha Porter e Rosalind L.B. Moss, Topographical Bibliography of Ancient Egyptian hierogliphic texts, reliefs, and paintings., Oxford, Oxford at the Clarendon Press.
- (EN) Alan Gardiner e Arthur E.P. Weigall, Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes, Londra, Bernard Quaritch, 1913.
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- (EN) Naguib Kanawati, Conspiracies in the Egyptian Palace: Unis to Pepy I, Londra-New York, 2003.
- (EN) Wolfram Grajetzki, Court Officials of the Egyptian Middle Kingdom, Bristol, Bristol Classical Press, 2009, ISBN 978-0-7156-3745-6.
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- (EN) Alan Gardiner, Professional Magicians in Ancient Egypt, Londra, Society of Biblical Archaelogy, 1917.
- (EN) Alan Gardiner, The Instruction Addressed to Kagemni and His Brethren, in The Journal of Egyptian Archaeology, vol. 32, Londra, 1946.
- (EN) Juan Carlos Moreno Garcia, Ancient Egyptian administration, Leiden, Boston, Brill, 2013, ISBN 9789004249523.
- (EN) Kenneth Kitchen, The Third Intermediate Period in Egypt, 1100-650 B.C., Liverpool, Aris & Phillips, 1986.
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- (EN) Henry George Fischer, Egyptian Studies III Varia Nova, New York, Metropolitan Museum of Art, 1874.
- (EN) Dilwyn Jones, An Index Of Ancient Egyptian Titles Epithets And Phrases Of The Old Kingdom, 2 voll., New York, BAR, 2000, ISBN 1-84171-069-5.
- (DE) Jürgen von Beckerath, Untersuchungen zur politischen Geschichte der Zweiten Zwischenzeit in Ägypten, Glückstadt, 1964.
- (DE) Jürgen von Beckerath, Chronologie des pharaonischen Ägyptens in Münchner Ägyptologische Studien n.ro 46, Mainz am Rhein, 1997.
- (DE) Heinrich Karl Brugsch, Hieroglyphisch-demotisches wörterbuch : enthaltend in wissenschaftlicher anordnung die gebräuchlichsten wörter und gruppen der heiligen und der volks-sprache und schrift der alten Ägypter, nebst deren erklärung in französischer, deutscher und arabischer sprache und angabe ihrer verwandtschaft mit den entsprechenden wörtern des koptischen und der semitischen idiome, Lipsia, J.C. Hinrichs, 1867.
- (DE) Eduard Meyer, Geschichte des alten Aegyptens, Berlino, G. Grote sche Verlagsbuchhandlung, 1887.
- (FR) Pierre Lacau, La Pyramide à Degrés Inscriptions Gravées sur les Vases V, tav. I, Il Cairo, Institut français d'Archéologie Orientale, 1959.