Kering

Multinazionale francese

Kering S.A. è un gruppo internazionale che opera nel settore del lusso con sede a Parigi. Possiede marchi come Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, Alexander McQueen, Brioni, Boucheron, Pomellato, DoDo, Qeelin and Ginori 1735, così come Kering Eyewear e Kering Beauté. Kering è quotata sul mercato Euronext Parigi dal 1988 e fa parte dell'indice CAC 40 dal 1995.

Kering
Logo
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StatoFrancia (bandiera) Francia
Forma societariaSocietà anonima
Borse valoriEuronext: KER
CAC 40 Component
ISINFR0000121485
Fondazione1963
Fondata daFrançois Pinault
Sede principaleLaennec Hospital building complex
Controllate
Persone chiaveFrançois-Henri Pinault (Presidente e A.D.)
SettoreLusso
ProdottiBeni di lusso
Fatturato19,6 miliardi di [1] (2023)
Utile netto2,98 miliardi di [1] (2023)
Dipendenti49 000[1] (2023)
Sito webwww.kering.com

La società fu fondata nel 1963 e operava nella vendita del legno al dettaglio. Negli anni novanta avvenne il passaggio alla vendita al dettaglio sottolineato dal cambio di nome della società: Pinault-Printemps-Redoute, o PPR. Nel decennio successivo, il gruppo entra nel settore del lusso grazie a diverse acquisizioni arrivando oggi ad essere uno dei gruppi tra i principali del settore del lusso.[2] Dal 2005 la società è guidata da François-Henri Pinault, figlio del fondatore François Pinault, e nel 2013 il gruppo viene rinominato Kering, nel 2023 il gruppo ha raggiunto 19,6 miliardi di euro di fatturato.[3]

Commercio di legname (1962 - 1988)

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Grazie al supporto da parte della sua famiglia e di una banca, François Pinault apre nel 1963 gli Établissements Pinault in Bretagna (Francia) specializzandosi nel commercio di legname. La crescita della società è molto rapida grazie alle acquisizioni di altre aziende locali ed alla capacità di Pinault di creare i propri canali di importazione. Negli anni 80 la Pinault S.A. diventa il principale player del commercio di legname in Francia. Nel 1988 il gruppo possedeva 180 aziende e 33 stabilimenti per un fatturato annuo di 10 miliardi di franchi.[4]

Retail (1988-2013)

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Nel 1989 Pinault S.A. viene quotata alla Borsa di Parigi[5], per l’azienda comincia una nuova era di crescita nel settore della vendita al dettaglio, attraverso importanti acquisizioni. Ad esempio nel 1989 viene acquisito il 20% di CFAO, una società di distribuzione francese attiva in tutto il continente africano, con cui si fuse nel 1990, con François Pinault come leader del gruppo.

 
Il logo della società quando era conosciuta come PPR (Pinault-Printemps-Redoute)

Nel 1992 viene acquisita Conforama (distributore di mobili francese) nel 1991, Printemps(grandi magazzini a Parigi), che possiede anche il 54% di La Redoute (vendita per corrispondenza francese), e Fnac (libreria francese, multimedia e dettagliante di elettronica) nel 1994. Il gruppo cambia nome in Pinault-Printemps-Redoute (PPR) nel 1994.[5] Un anno dopo Serge Weinberg viene nominato CEO. [6]

Nel 1999 Pinault-Printemps-Redoute acquistò il 42% del gruppo Gucci per $3 miliardi[7] e il 100% del marchio Yves Saint Laurent, queste acquisizioni rendono evidente la nuova direzione del gruppo orientata al mondo del lusso. Nel 2000 viene acquisito il marchio di alta-gioielleria francese Boucheron, la pelletteria italiana Bottega Veneta[8] e nel 2001 il marchio di moda Balenciaga.[9] Nel 2001 Pinault-Printemps-Redoute strinse un accordo anche con l'ex designatore di Givenchy, Alexander McQueen[10] e con Stella McCartney.[11] Dal 1995 al 2000, il capitale di PPR è cresciuto del 700%. Nel 2000 il fatturato totale di PPR ha raggiunto i 22 miliardi di dollari, con un debito di 5 miliardi di dollari.[12]

 
La sede di Parigi della società al numero 40 di rue de Sèvres, in precedenza Hôpital Laennec

Nel 2003 François Pinault passò il timone di Artémis, la società famigliare che controllava Pinault Printemps-Redoute, a suo figlio François-Henri. Nel 2005 François-Henri Pinault viene nominato presidente e CEO di Pinault-Printemps-Redoute, un anno dopo PPR acquisisce pressoché tutte le azioni rimanenti del gruppo Gucci raggiungendo il 99,4% di proprietà della società di lusso italiana. [13][14] PPR continua le acquisizioni nel lusso: nel 2001 ingloba il Gruppo Sowind (proprietario del marchio di alta gioielleria svizzero Girard-Perregaux), l'italiano Brioni (di alta sartoria) [15], e il gruppo italiano Pomellato [16][17]. Nel 2012 viene inglobato il marchio di gioielleria cinese Qeelin (2012)[18], Cristopher Kane (alta moda inglese)[19] nel 2013, Ulysse Nardin (orologeria) nel 2014.[20] Il gruppo inizia anche a dismettere i marchi di vendita al dettaglio: Le Printemps nel 2006, Conforama nel 2011, CFAO e Fnac nel 2012,[21] e infine La Redoute nel 2013. PPR sviluppa anche il settore Sport & Lifestyle, acquisendo brand come Puma nel 2007[22], Cobra Golf nel 2010[23] e Volcom in 2011[24], questi marchi verranno rivenduti circa dieci anni dopo.

2013: Lusso

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Il 22 marzo 2013 PPR cambia il suo nome in Kering[25]. La pelletteria Bottega Veneta diventa un'icona del "lusso discreto", e raggiunge la soglia del miliardo di dollari di fatturato nel 2013.[26]Nel 2014 il gruppo Kering crea la divisione Kering Eyewear, che si occupa della produzione di occhiali per dodici marchi del gruppo, portando i suoi ricavi da 10 milioni di euro nel 2015 a 1,5 miliardi di euro nel 2023.[27] Continuano le acquisizioni con i marchi di occhiali Lindberg[28] nel 2021 e Maui Jim nel 2022.[29] All’interno del gruppo Kering, Balenciaga da maison tradizionale si è trasformata in un marchio di moda dirompente[30], mentre Yves Saint-Laurent nel 2021 ha raggiunto la soglia dei 2 miliardi di dollari di fatturato.[31] Tuttavia, dal 2015 al 2022, le entrate del gruppo sono state essenzialmente guidate dalle elevate prestazioni di Gucci,[32] raggiungendo la soglia dei 10 miliardi di dollari nel 2022.[33] Nel 2018 il gruppo ha ceduto le sue partecipazioni in Stella McCartney,[34][35] nell’anno successivo ha ceduto anche Christopher Kane[36] nel 2019 e nel 2022 l'intera divisione orologi (Girard-Perregaux e Ulysse Nardin).[37]

Nel 2023 i risultati di Kering sono scesi a 19,6 miliardi, accusando un -4%, la causa principale è il rallentamento di Gucci, una tendenza che i dirigenti del gruppo hanno definito una fase di transizione.[3] Nello stesso anno, Kering ha acquisito l'azienda di profumi Creed[38], il 30% del marchio di moda Valentino[39] e ha dato vita a Kering Beauté per gestire internamente lo sviluppo di prodotti di bellezza per i marchi del gruppo.[40]

Struttura

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La società madre di Kering è Groupe Artémis. La sede generale di Kering si trova nell'ex Hopital Laennec, nel 7° arrondissement di Parigi. Nel 2023, Kering ha realizzato un fatturato di 19,6 miliardi di euro[3], gestendo 49.000 dipendenti e 1.381 negozi. Kering possiede totalmente o parzialmente i seguenti marchi:

Brand Anno di acquisizione Paese
Gucci 1999 [41] Italia
Yves Saint Laurent 1999 [41] Francia
Boucheron 2000 [9] Francia
Bottega Veneta 2001 [9] Italia
Balenciaga 2001 [9] Italia
Alexander McQueen 2001 [10] Regno Unito
Brioni 2011 [42] Italia
Qeelin 2012 [18] Hong-Kong
Pomellato 2012 [43] Italia
Dodo 2012 [43] Italia
Ginori 1736 (precedentemente Richard-Ginori) 2013 [44] Italia
Valentino 2023 [39] Italia

Kering possiede Kering Eyewear (divisione di produzione di occhiali di lusso)[45] e Kering Beauté (divisione cosmetici)[40].

Governance

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Consiglio di amministrazione

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  • presidente e CEO: François-Henri Pinault
  • Direttori indipendenti:
    • Concetta Battaglia
    • Maureen Chiquet
    • Jean-Pierre Denis
    • Yonca Dervisoglu
    • Baudouin Prot
    • Vincent Schaal
    • Héloïse Temple-Boyer [46]
    • Emma Watson
    • Véronique Weill
    • Serge Weinberg

Comitato esecutivo

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  • François-Henri Pinault - Presidente e CEO
  • Francesca Bellettini - Vice CEO, brand development
  • Jean-Marc Duplaix - Vice CEO, operations and finance
  • Laurent Claquin - Chief Brand Officer
  • Cédric Charbit - CEO Saint Laurent
  • Raffaella Cornaggia - CEO Kering Beauté
  • Marie-Claire Daveu - Chief sustainability and institutional affairs officer
  • Mélanie Flouquet - Chief strategy officer
  • Béatrice Lazat - Chief People Officer
  • Armelle Poulou - CFO
  • Bartolomeo Rongone - Presidente/CEO Bottega Veneta
  • Roberto Vedovotto - Presidente/CEO Kering Eyewear

Impegno del gruppo

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Già negli anni ‘90 il gruppo Kering ha intrapreso i primi passi verso la sostenibilità, sia con azioni concrete che con azioni di sensibilizzazione. Con il passare del tempo questo tema è diventato un pilastro dell’azione del gruppo nel 2007 con la creazione del dipartimento di sostenibilità.[47] Nel 2015 Kering ha rilasciato il metodo di rendiconto "Environmental Profit & Loss account" (EP&L), il gruppo è entrato a far parte del Dow Jones Sustainability Index nel 2013 e si è impegnato a rispettare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite nel 2017. [48] Nel 2019 Kering ha presentato il Fashion Pact durante il 45° vertice del G7, un'iniziativa firmata da 160 aziende del settore moda che si impegnano ad adottare misure concrete per ridurre il loro impatto ambientale.[49] Nel dicembre 2022 è stata avviata la prima iniziativa del patto, con un accordo per condividere gli acquisti di energia rinnovabile.[50] Nel 2021 Kering ha lanciato il Regenerative Fund for Nature per finanziare la transizione verso pratiche agricole rigenerative[51] e il Climate Fund for Nature nel 2022 per finanziare iniziative di conservazione e ripristino della natura.[52]

Kering è attiva anche nell’ambito delle pari opportunità: nel 2012 è stata creata la Fondazione Kering che si occupa della difesa della dignità e dei diritti delle donne. Nel 2015 Kering è diventata partner ufficiale del Festival di Cannes e promotrice del premio Women in Motion[53], il premio è poi stato esteso al festival fotografico Rencontres d'Arles[54] e al Tokyo Film Festival nel 2019. [55]

  1. ^ a b c finanza.lastampa.it, https://finanza.lastampa.it/News/2024/02/08/kering-risultati-2023-in-calo-obiettivo-e-rivitalizzare-gucci/MzFfMjAyNC0wMi0wOF9UTEI.
  2. ^ LUSSO/ Deloitte, i primi 100 gruppo nel mondo valgono 347 miliardi di dollari nel 2022 (+20%). 23 le società italiane in classifica, su www.luxuryandfinance.it. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  3. ^ a b c Monica D'Ascenzo, Kering, ricavi in calo del 4% a 19,6 miliardi, su Il Sole 24 ORE, 8 febbraio 2024. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  4. ^ (FR) François Pinault et sa stratégie d'entreprise : toujours se démarquer, su mediaclip. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  5. ^ a b Francesco Tortora, François Pinault: dalla fabbrica di legname in Bretagna all'impero del lusso. L’ascesa straordinaria del proprietario di Kering, su Corriere della Sera, 3 giugno 2019. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  6. ^ "Intervista" Weinberg: «A Ppr il 100% di Gucci», su filcams.cgil.it. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  7. ^ European Commission - PRESS RELEASES - Press release - La Commissione autorizza l'acquisizione di Gucci(Italia) da parte di PPR( Francia), su europa.eu. URL consultato il 7 febbraio 2019.
  8. ^ Bottega Veneta: il lusso discreto compie 50 anni, su listupp.it. URL consultato il 7 febbraio 2019.
  9. ^ a b c d MF Milano Finanza, Kering compie 10 anni. Timeline del colosso dei Pinault da 60 miliardi di capitalizzazione | MilanoFinanza News, su MF Milano Finanza, 18 settembre 2023. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  10. ^ a b FashionNetwork.com, McQueen: fine della licenza McQ con l'italiana Sinv S.p.A., su FashionNetwork.com. URL consultato il 7 febbraio 2019.
  11. ^ Moda, orologi, sport: un colosso che ha fatturato dodici miliardi, su Corriere della Sera, 26 novembre 2012. URL consultato il 7 febbraio 2019.
  12. ^ (EN) A Jacques Welch in the making, su Forbes. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  13. ^ Arnault-Pinault, si gioca in Italia il torneo del lusso, su la Repubblica, 18 novembre 2013. URL consultato il 30 giugno 2020.
  14. ^ Da dove viene François-Henri Pinault, su Il Post, 3 dicembre 2015. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  15. ^ FashionNetwork.com, Brioni, il sarto dei leader mondiali, acquistato da PPR, su FashionNetwork.com. URL consultato il 7 febbraio 2019.
  16. ^ Pomellato ceduta ai francesi. Parigi acquisisce un altro gioiello italiano, su Il Fatto Quotidiano, 24 aprile 2013. URL consultato il 7 febbraio 2019.
  17. ^ Maria Silvia Sacchi, Pomellato ceduta ai francesi, Pinault ha firmato, su Corriere della Sera, 24 aprile 2013. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  18. ^ a b Qeelin, il gioiello asiatico di Pinault, su Repubblica.it, 17 dicembre 2012. URL consultato il 7 febbraio 2019.
  19. ^ FashionNetwork.com, PPR compra la casa di moda di Christopher Kane, su FashionNetwork.com. URL consultato il 7 febbraio 2019.
  20. ^ FashionNetwork com IT, Kering acquista Ulysse Nardin; i ricavi del secondo trimestre in linea con le attese, ma cala Gucci, su FashionNetwork.com. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  21. ^ Ppr cede Fnac Italia a fondo OrlandoL'addio al Paese all'inizio del 2013, su la Repubblica, 28 novembre 2012. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  22. ^ Ppr compra Puma, per gli analisti è un bene - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 16 aprile 2007. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  23. ^ FashionNetwork com IT, Puma acquisisce il brand di golf Cobra, su FashionNetwork.com. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  24. ^ FashionNetwork com IT, PPR si lancia negli sport su neve e tavola attraverso un'OPA su Volcom, su FashionNetwork.com. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  25. ^ Ppr diventa KeringIl logo è una civetta, su la Repubblica, 22 marzo 2013. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  26. ^ FashionNetwork com IT, Bottega Veneta supera il miliardo di euro di fatturato nel 2013, su FashionNetwork.com. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  27. ^ Occhiali moda 2024: Kering conquista il mercato, su nss magazine. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  28. ^ FashionNetwork com IT, Kering Eyewear compra il 100% di Lindberg, su FashionNetwork.com. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  29. ^ Kering Eyewear compra gli occhiali di Maui Jim e supera il miliardo di ricavi, su la Repubblica, 14 marzo 2022. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  30. ^ Come Balenciaga è diventato il brand moda più cool dello spazio universo, su Cosmopolitan, 26 maggio 2020. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  31. ^ Isabella Naef, La ricetta del successo di Yves Saint Laurent raccontata dal ceo, su FashionUnited, 15 novembre 2022. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  32. ^ MF Milano Finanza, Gucci corre e traina Kering (+34%) | MilanoFinanza News, su MF Milano Finanza, 17 febbraio 2022. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  33. ^ Monica D'Ascenzo, Kering, ricavi a 10 miliardi. Accordo per rilevare il 30% di Valentino, su Il Sole 24 ORE, 27 luglio 2023. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  34. ^ FashionNetwork com IT, Stella McCartney e Kering chiudono la loro joint venture, su FashionNetwork.com. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  35. ^ Massimiliano Sortino, Stella McCartney e Kering: divorzio consensuale, su Vogue Italia, 29 marzo 2018. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  36. ^ Redazione, Kering rivende Christopher Kane allo stilista, su Vogue Italia, 22 giugno 2018. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  37. ^ Paco Guarnaccia, Kering cede Girard-Perregaux e Ulysse Nardin, su Il Sole 24 ORE, 24 gennaio 2022. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  38. ^ La storia di Creed, il marchio di alta profumeria con cui Kering è appena entrato nel mondo beauty, su ELLE, 1º luglio 2023. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  39. ^ a b Giulia Crivelli, Kering acquisisce il 30% di Valentino per 1,7 miliardi di euro, su Il Sole 24 ORE, 27 luglio 2023. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  40. ^ a b Emily Capozucca, Kering: nasce la divisione beauty. Raffaella Cornaggia alla guida, su Corriere della Sera, 2 marzo 2023. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  41. ^ a b (EN) L. A. Times Archives, Gucci Group Agrees to Sell 40% Stake to French Retailer, su Los Angeles Times, 20 marzo 1999. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  42. ^ FashionNetwork com IT, PPR completa l'acquisizione dell'italiana Brioni, su FashionNetwork.com. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  43. ^ a b Pomellato ceduta ai francesi. Parigi acquisisce un altro gioiello italiano, su Il Fatto Quotidiano, 24 aprile 2013. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  44. ^ Kering ricapitalizza Richard Ginori - Pambianco Design, su https://design.pambianconews.com/, 14 luglio 2016. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  45. ^ Occhiali moda 2024: Kering conquista il mercato, su nss magazine. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  46. ^ (EN) Prachi Singh, Héloïse Temple-Boyer replaces Patricia Barbizet as board director at Kering, su FashionUnited, 18 dicembre 2018. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  47. ^ MF Milano Finanza, Le strategie sostenibili di Kering e Lvmh | MilanoFinanza News, su MF Milano Finanza, 27 marzo 2019. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  48. ^ (EN) Libby McCarthy, Kering to Transform Luxury Industry with Next-Gen Sustainability Strategy, in Sustainable Brands.
  49. ^ Marta Casadei, Sostenibilità: 32 aziende siglano il «Fashion Pact» per la difesa dell’ambiente, su Il Sole 24 ORE, 23 agosto 2019. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  50. ^ Isabella Naef, Sostenibilità a due velocità per la moda, su FashionUnited, 25 maggio 2023. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  51. ^ Impatto "netto positivo" entro il 2025: Kering spinge sulla biodiversità e lancia il Nature Fund con Conservation International, su www.fashionmagazine.it. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  52. ^ Elisa Pervinca Bellini, Kering e la sostenibilità: il progetto Regenerative Fund for Nature, su Vogue Italia, 28 gennaio 2021. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  53. ^ FashionNetwork com IT, Kering partner ufficiale del Festival di Cannes, su FashionNetwork.com. URL consultato il 26 giugno 2020.
  54. ^ Le donne protagoniste a Les Rencontres d'Arles 2024, su ELLE, 7 luglio 2024. URL consultato il 22 gennaio 2025.
  55. ^ (EN) Patrick Frater, Kering and Tokyo Festival Bring ‘Women in Motion’ Talk Series to Japan, su Variety, 23 ottobre 2019. URL consultato il 22 gennaio 2025.

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