Kingdom Come: Deliverance

videogioco del 2018

Kingdom Come: Deliverance è un videogioco di ruolo del 2018, sviluppato da Warhorse Studios e pubblicato da Deep Silver per PlayStation 4, Xbox One e Microsoft Windows.[1] È stato distribuito in tutto il mondo a partire dal 13 febbraio 2018.

Kingdom Come: Deliverance
videogioco
PiattaformaPlayStation 4, Xbox One, Microsoft Windows, Nintendo Switch
Data di pubblicazioneMondo/non specificato 13 febbraio 2018

Nintendo Switch:
Mondo/non specificato 15 marzo 2024

GenereAction RPG
TemaMedioevo
OrigineRep. Ceca
SviluppoWarhorse Studios
PubblicazioneDeep Silver
DesignDaniel Vávra
Modalità di giocoGiocatore singolo
Periferiche di inputMouse, tastiera, gamepad
Motore graficoCryENGINE
Supportodownload, Blu-ray Disc
Distribuzione digitaleSteam, PlayStation Network, Xbox Live
Requisiti di sistemaMinimi: Windows 7 o superiori - 64 bit, CPU Intel Core i5-2500K (3.3GHz) o AMD CPU Phenom II X4 940, RAM 8 GB, Scheda video AMD GPU Radeon HD 7870 o NVIDIA Geforce GTX 660, Scheda audio compatibile DirectX 11

Consigliati: Windows 10 64 bit, CPU Intel Core i7 3770 3.4GHz o AMD FX-8350 (4GHz), RAM 16 GB, Scheda video AMD Radeon RX 580 o NVIDIA GeForce GTX 1060, Scheda audio compatibile DirectX 11

Fascia di etàESRBM · PEGI: 18 · USK: 18

Il gioco è ambientato nel 1403 d.C. nel Regno di Boemia, uno stato imperiale del Sacro Romano Impero con contenuti e particolari storicamente accurati.

Alla morte dell'imperatore Carlo IV, gli succede al trono di Boemia il figlio Venceslao, ma a causa della sua incompetenza molti dei nobili del suo regno complottarono per deporlo. Con il supporto di parte della nobiltà, il re d'Ungheria Sigismondo, fratellastro di Venceslao, rapisce quest'ultimo tenendolo prigioniero a Vienna. Ciò scatena il caos nel regno e Sigismondo, con il pretesto di restaurare l'autorità reale manda le sue armate di mercenari cumani ad attaccare i possedimenti dei nobili rimasti fedeli a Venceslao. Nel frattempo, nel villaggio minerario di Skalitz, governato da sir Radzig Kobyla, Henry lavora insieme al padre Martin come fabbro del villaggio.

Un giorno, poco dopo che Henry e Martin avevano finito di forgiare una spada destinata a sir Radzig, il villaggio viene attaccato dall'esercito di Sigismondo che massacra gran parte degli abitanti e cinge d'assedio il castello dove si erano rifugiati i superstiti. Nell'attacco i genitori di Henry vengono uccisi e lui, non riuscendo a rifugiarsi nel castello, ed è costretto a fuggire al castello di Talmberg, dove avverte dell'attacco il signore locale sir Divish. Henry viene rimesso in sesto dalla moglie di Divish, Lady Stephanie, alla quale confessa di voler tornare a Skalitz per seppellire i suoi genitori. Durante la notte Radzig e i superstiti di Skalitz, riusciti a sfuggire dal castello assediato grazie al maltempo, passano vicino a Talmberg, ma nonostante l'offerta di ospitalità di Sir Divish, decidono di non fermarsi per evitare che l'armata di cumani di Sigismondo attacchi anche lì, preferendo invece raggiungere la città di Rattay, più grande e difendibile. Prima di ripartire Radzig viene a sapere che Henry è riuscito sfuggire ai cumani. Nel dialogo che ne segue quest'ultimo riferisce al suo signore che intende ritornare a Skalitz per dare una degna sepoltura ai genitori ma Sir Radzig glielo vieta categoricamente, sostenendo che ritornare al villaggio sarebbe troppo pericoloso, e impartisce ordini a Sir Divish affinché ad Henry non sia permesso di lasciare il castello.

Henry si sente in colpa per non aver potuto salvare i suoi genitori e di non avergli dato degna sepoltura. Il mattino seguente l'esercito di Sigismondo raggiunge Talmberg alla ricerca di Radzig, guidata dall'uomo che ha ucciso materialmente i genitori di Henry: sir Markvart von Aulitz. Quest'ultimo chiede a sir Divish se sir Radzig sia nel castello e se lui sia dalla parte di Sigismondo o dei nobili ancora fedeli al deposto re Venceslao. Divish convince Markvart a non attaccare Tamblerg, e quando l'esercito si allontana egli dà ordini al suo comandante, sir Robard, di impedire che Henry lasci il forte per tornare a Skalitz. Henry riesce comunque a fuggire e a tornare a casa, scoprendo che non vi sono superstiti. Prima di poter seppellire i suoi genitori, dei banditi guidati da un energumeno di nome Runt lo attaccano e gli rubano la spada che suo padre forgiò per sir Radzig e che lui portava ancora con se. Poco prima che lo stiano per finire, la figlia del mugnaio di Skalitz, Theresa, riesce a distrarli e a dare il tempo a sir Robard e ai suoi uomini di accorrere in loro aiuto. Una volta che i banditi sono stati messi in fuga, Henry viene preso in carico da Theresa e portato a Rattay, a casa del mugnaio Peshek, zio di Theresa, dove verrà curato.

Una volta ripresosi e appresa la notizia che sir Radzig è ospite a Rattay, dove comanda Sir Hanush in attesa che il nipote Hans Capon sia pronto per prendere il suo posto, Henry va a porgere le sue scuse per aver perduto la spada che suo padre aveva forgiato per il suo lord. Henry chiede aiuto per trovare i banditi che lo hanno attaccato a Skalitz, ed apprende che l'armata di Sigismondo guidata da Markvart sta attaccando tutti i possedimenti dei nobili che non hanno giurato fedeltà a Sigismondo. Henry va quindi al servizio di sir Radzig, che sembra volergli dare una possibilità e che per qualche motivo vede qualcosa in lui. Henry viene mandato in missione per scoprire di più sui banditi che hanno rubato la sua spada e attaccato dei possedimenti della lega Boema, venendo a conoscenza che sono un esercito composto da mercenari e cumani di Sigismondo. Con l'aiuto congiunto della lega Boema: Radzig, Hanush e Divish attaccano l'armata dei banditi accampata a Pribyslavitz ed Henry uccide il loro capo, Runt, il quale però non ha la sua spada.

Henry resta al servizio di Radzig, mentre a Rattay stringe amicizia con il giovane Hans Capon e si lega a Theresa (in base alle scelte del giocatore). Henry viene mandato in missione per fermare i tentativi di invasione dell'esercito di Sigismondo, il quale sembra essere guidato da qualcuno ben più potente di Markvart von Aulitz. Infine, dopo lunghe indagini e pericolose missioni, Henry riesce ad infiltrarsi nell'armata nemica ma viene subito riconosciuto e preso prigioniero da un nobile della lega di Boema: Sir Istvan Toth, che ha con sé la sua spada.

Istvan rivela ad Henry che il suo vero padre è sir Radzig, e che quindi lui non è che un bastardo abbandonato e rifiutato da tutti, persino dal genitore. Sir Istvan ordina di tenerlo vivo in cambio di un riscatto da parte di sir Radzig, poi si allontana dal campo mentre Henry riesce a scappare e a raggiungere Rattay, dove avverte sir Hanush, Hans Capon e Radzig della posizione dell'esercito. La lega Boema, congiunta di nuovo, attacca il campo per scoprire di lì a poco che esso era occupato da una piccola guarnigione mentre il vero esercito, guidato da sir Isvan, è andato ad assediare Talmberg. Nel tentativo di riprendere il forte, sir Radzig e lady Stephanie vengono presi come ostaggi. L'assedio dura dei giorni, fin quando Istvan è costretto a fare uno scambio di ostaggi per riuscire ad uscirne vivo. La lega accetta, per salvare la moglie di sir Divish e il padre di Henry, ma Istvan fugge con ancora in ostaggio sir Radzig e la spada forgiata per quest'ultimo. Hans Capon ed Henry inseguono Istvan fino al rilascio di Radzig, che finalmente si confronta con Henry rivelandogli che l'unione tra lui e sua madre non poteva essere accettata in quanto lei non era una nobile, e pur di non far vivere Henry come un bastardo gli hanno celato la verità, per potergli far vivere una vita tranquilla. Radzig gli dice che il suo vero padre, Martin, era un grande uomo.

Henry accetta finalmente la perdita dei genitori e può così andare avanti. La lega Boema si riunisce all'arrivo di sir Jobst, cugino di Venceslao. Jobst rivela che il deposto re è tenuto prigioniero a Vienna, e che il fratellastro Sigismondo è ora in una posizione complicata poiché la guerra in Boemia gli è costata cara e ora il suo regno d'Ungheria è sull'orlo della rivolta. Jobst propone di allearsi coi sostenitori di Sigismondo la cui fedeltà in quest'ultimo vacilla per via della sua posizione attuale. Per porre fine alla guerra, la lega Boema accetta di liberare Venceslao, così Henry e Hans Capon partono per la loro missione: liberare il Re e convincere i sostenitori di Sigismondo a voltargli le spalle per far tornare la pace. La missione di Henry include ancora la restituzione della spada di suo padre e l'uccisione dell'assassino dei suoi genitori Markvart von Aulitz.

Modalità di gioco

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Kingdom Come: Deliverance è un videogioco Action RPG di tipo open world con prospettiva in prima persona che utilizza un sistema da RPG privo di classi, in cui il giocatore può personalizzare le abilità del personaggio e fargli assumere ruoli quali guerriero, bardo, ladro o simili. Le abilità e le statistiche crescono a seconda delle azioni del giocatore durante la storia e le conversazioni con gli altri personaggi. Durante tali conversazioni, il tempo per rispondere è limitato ed influenzerà le relazioni con gli altri. La reputazione si basa sulle scelte del giocatore che porteranno a delle conseguenze.[2]

I corpi e i volti dei personaggi sono creati attraverso la combinazione di molteplici pezzi differenti tra loro. Nell'inventario il sistema d'abbigliamento presenta sedici slot e oggetti che possono essere utilizzati su varie parti del corpo.[1] Ad esempio, un cavaliere pesantemente corazzato può vestire sulla parte superiore del corpo un gambesone, seguito da una cotta di maglia e da un'armatura a piastre, con sopra un tabarro o un surcotto, per un totale di quattro pezzi di abbigliamento negli slot del petto. Ogni tipo di abbigliamento offre differenti livelli di protezione contro i vari tipi di armi. Col tempo, i vestiti possono logorarsi o sporcarsi influenzando l'aspetto generale del proprio personaggio. Il giocatore può utilizzare una vasta gamma di armi quali spade, coltelli, asce, martelli o archi.[3] I cavalli sono molto importanti nel gioco e, sotto il controllo del giocatore, possiedono un proprio AI che permette loro di spostarsi o saltare per evitare piccoli ostacoli o pericoli. Il giocatore può anche combattere in sella al proprio destriero o utilizzarlo per trasportare materiali aggiuntivi qualora l'inventario fosse pieno, ma i cavalli da guerra sono anche buoni combattenti con un proprio AI. I destrieri possiedono cinque slot per armature ed accessori.

Il gioco presenta anche un sistema di bisogni che costringe il personaggio a riposare o mangiare per rimanere in salute. Anche equipaggiamento e vestiti sono soggetti al logoramento e necessitano di continue attenzioni. Col tempo, anche cibo e altri oggetti deteriorabili andranno a male. Il gioco utilizza mini-game basati sulle abilità del personaggio quali la riparazione dell'equipaggiamento, la creazione di nuovi oggetti, la creazione di medicinali, la distillazione di alcolici, il borseggio o lo scassinamento.

Kingdom Come: Deliverance utilizza armi a lungo o a corto raggio in combattimento, il quale è basato su un sistema fisico di cinematica inversa per determinare la reazione di entrambi i combattenti in base alla velocità e alla portata di un colpo. Questo sistema vuole aggiungere maggior realismo al combattimento, insieme ad una varietà di combinazioni di mosse da combattimento, alcune di esse sbloccabili con l'utilizzo di punti esperienza. Le caratteristiche variano di armi in armi rendendo queste ultime utili per diversi scopi.[3] Per esempio, la spada è adatta a stoccate e parate molto veloci, ma non è molto efficace contro le armature pesanti.

Le missioni vengono utilizzate per dare al gioco un gameplay non lineare, con molteplici modi per completare diversi obiettivi.[4] La trama presenta eventi su larga scala come assedi di castelli o grandi battaglie. Ogni personaggio non giocabile (PNG) svolge i propri compiti giornalieri e sono influenzabili dalle azioni del giocatore.[1] I personaggi sono in grado di reagire a tutte le azioni del giocatore e regolarsi in base ad esse.[5] I PNG denunceranno i crimini alle autorità, che puniranno il giocatore recludendolo in prigione o sottoponendolo a torture. I crimini influenzeranno l'economia e le persone diventeranno aggressive o sospettose a causa di quelli non risolti.

Ambientazione

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Panoramica aerea della moderna Rataje nad Sázavou e del castello di Pirkštejn, situati approssimativamente 3 km a sud del castello di Talmberk, centro principale della nobile famiglia dei Talmberk. Entrambe le località sono presenti nel videogioco Kingdom Come: Deliverance

Kingdom Come: Deliverance è ambientato nel XV secolo nel Regno di Boemia, parte della Corona di Boemia e del Sacro Romano Impero in quella che è adesso la Repubblica Ceca. Il mondo di gioco è quello della regione compresa tra la città di Sasau (toponimo tedesco utilizzato all'epoca, ora in ceco Sázava) e Rattay (Rataje).[1] Tra le località visitabili nel gioco vi sono Skalica, Rovná, Talmerg (Talmberk), Merhojed (Mrchojedy), Pribyslavitz (Přibyslavice), Sásau, Ledetchko, il Monastero di Sasau, Samopesh (Samopše), Uzhitz (Úžice) e Neuhof (Nové Dvory).[6]

Accoglienza

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Vendite

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Dopo la prima settimana di commercializzazione, Kingdom Come: Deliverance ha venduto oltre un milione di copie in tutto il mondo[7] e con un massimo di 95.863 utenti connessi contemporaneamente su Steam.[8] Ad un anno dalla data di rilascio, il gioco aveva venduto più di 2 milioni di copie.[9] A 2 anni dall'uscita, il gioco ha venduto più di 3 milioni di copie.[10] A giugno 2022 il gioco risulta aver venduto 5 milioni di copie.[11]

La versione per PlayStation 4 di Kingdom Come: Deliverance ha venduto 13.058 copie nella prima settimana in Giappone, il che lo pone al quarto posto in assoluto nella classifica delle vendite di videogiochi per tutti i formati.[12]

Critica

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Valutazioni professionali
Testata Versione Giudizio
Metacritic (media al 14-2-2018) PC 76/100[13]
PS4 69/100[14]
XONE 68/100[15]
Destructoid - 7,5/10[16]
EGM - 3,5/10[17]
Game Informer - 5,75/10[18]
GameRev - 4.5/5[19]
GameSpot - 8/10[20]
IGN - 8/10[21]
Multiplayer.it - 8,9/10[22]
PC Gamer (UK) - 84/100[23]
The Games Machine - 8,6/10[24]
VG - 4/10[25]

Nonostante le ottime vendite, il gioco è stato criticato per via della presenza di numerosi bug e glitch all'uscita,[26] tanto che la testata giornalistica online italiana Multiplayer.it lo ha definito «allo stesso tempo indimenticabile e pieno di difetti»:[22]

«Kingdom Come: Deliverance funziona nel suo complesso, meno nei singoli elementi che lo compongono. Non è facile comprendere come un gioco possa essere allo stesso tempo indimenticabile e pieno di difetti, ma prima o poi nel mondo dei videogiochi bisognerà iniziare a fare i conti con la banale verità filosofica che la perfezione è sterile. Warhorse Studios è riuscita a raccontare una storia dalle molte sfaccettature (amore, morte, politica, vendetta, crescita e quant'altro), incastonandola in un mondo di gioco plausibile, non certo immenso, ma descritto con una cura per i dettagli storici che non troverete in nessun altro titolo simile. Insomma, se non temete di scontrarvi con dei sistemi di gioco problematici e con qualche compromesso produttivo, dovete assolutamente provare Kingdom Come: Deliverance: potrebbe diventare il vostro gioco di ruolo dell'anno.»

La rivista italiana The Games Machine ha assegnato al gioco un voto "più che buono" (8,6/10), plaudendo l'avvolgente ricostruzione storica e gli epici combattimenti di massa, ma rammaricandosi tuttavia per i bug e le imprecisioni, talvolta colpevoli e pesanti:[24]

«Come nella serie di The Witcher abbiamo un personaggio unico e fortemente caratterizzato, una marcata maturità dei contenuti, tante scelte da compiere e un racconto adulto e ben scritto. Chiaro è che il gioco di Vàvra e Warhorse esce con le ossa rotte in un sacco di fondamentali, dalla prestanza visiva al frame rate, dalla gestione delle scelte all'incompiutezza di alcune ambizioni, inseguite ma talvolta lasciate a metà via. Allo stesso tempo, però, le battaglie di Kingdom Come: Deliverance sono qualcosa di mai visto e lo stesso si può dire, osservandolo con fare diverso (come si confà a un’opera realistica), del tipo di coinvolgimento che solo una simulazione del genere è in grado di restituire, per quanto condita e coreografata da un delizioso racconto medievale.»

Accuratezza storica

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Sebbene gli storici abbiano lodato il gioco per la sua ricerca dell'accuratezza storica,[27][28] diversi commentatori e studiosi hanno criticato la scarsa varietà etnica che gli sviluppatori hanno fornito sull'Europa centrale del XV secolo e l'aver dipinto i cumani e i magiari alla stregua di crudeli invasori.[27][29][30] Gli sviluppatori hanno replicato affermando che il lavoro era storicamente accurato e che persone di colore non abitavano all'inizio del Boemia del XV secolo in numero significativo.[31] Un ricercatore ha provato a valutare l'accuratezza storica del gioco rispetto alla vita medievale, rilevando che molti aspetti della realtà materiale, tra cui le armi da mischia, le armature e il cibo, erano accurati e fedeli alle fonti medievali. Tuttavia, ha sottolineato che la mancanza di balestre e armi da fuoco risultava anacronistica e che i cumani non fossero dei nomadi "barbari" di lingua ungherese con un equipaggiamento obsoleto come vengono rappresentati nel gioco.[28]

Reid McCarter, per conto di Unwinnable, ha accusato il gioco per la sua gestione delle implicazioni culturali. A suo avviso, i cumani e gli ungheresi risultano ingiustamente rappresentati come crudeli invasori, mentre i cechi vengono mostrati soltanto sotto una luce positiva. Inoltre, Sigismondo veniva trattato come uno straniero ungherese, nonostante fosse boemo come il fratellastro Venceslao IV.[29] Egli riteneva che «[la ricostruzione] della Boemia del XV secolo fa pensare a una continuità storica tale per cui la Repubblica Ceca va intesa come una terra esclusivamente riservata a cittadini etnicamente cechi», il che secondo McCarter è «particolarmente preoccupante nel contesto della recente rielezione del presidente euroscettico e anti-immigrazione Miloš Zeman, della riluttanza del Paese ad accogliere i rifugiati musulmani e dell'ascesa del nazionalismo populista».[32] Andreas Inderwildi di Rock Paper Shotgun è rimasto perplesso dalla mancanza di diversità ideologica tra i diversi ceti sociali presenti nel gioco. Jan Hus viene descritto come un personaggio impopolare sia tra i contadini che tra i nobili, nonostante egli assunse un ruolo cruciale nello scoppio delle guerre hussite del 1419, una serie di conflitti civili che contrapposero i contadini rivoluzionari ai nobili fedeli alla Chiesa cattolica. Egli riteneva che la versione idilliaca della Boemia del gioco non riflettesse accuratamente la «polveriera» di tensioni ideologiche che di lì a pochi anni sarebbe scoppiata in guerra.[33]

Gli studiosi hanno indagato sulle affermazioni degli sviluppatori circa l'autenticità storica del gioco. Martin Bostal, archeologo medievale presso l'Università di Caen, in Normandia, ha compiuto un parallelismo tra il tentativo di ricerca dell'autenticità storica degli sviluppatori e il lavoro di rievocazione storica. Entrambi comportano una rielaborazione della storia in modo fedele all'interpretazione delle fonti, ma esistono delle limitazioni legate a quanto esse dettagliate siano.[27] Bostal ha sostenuto che, sebbene il prodotto sia riuscito a eliminare gli elementi di fantasia, esso ha mantenuto il suo status di romanzo cavalleresco, pieno di avventura, violenza e romanticismo; si tratterebbe nella sostanza di un percorso irrealistico e che non avrebbe potuto compiere un ragazzo di umili origini dell'epoca. Ha poi parzialmente riconosciuto la veridicità della controversia relativa all'assenza di personaggi di colore nel gioco, richiamando sulla presenza di mori nell'area. L'archeologo ha tuttavia concluso che non si trattasse di una scelta irragionevole, considerando la piccola dimensione della mappa esplorabile.[27] Helen Young, professoressa all'Università Deakin, ha applaudito alla scelta dei creatori di cimentarsi nell'impresa di ricercare «l'autenticità storica», malgrado ciò li abbia comunque spinti oltre i fatti storici conosciuti al fine di andare incontro alle «aspettative del pubblico».[30] Nel caso di Kingdom Come: Deliverance, il pubblico di riferimento si aspetta una purezza razziale medievale, ma alcuni giocatori potrebbero non cogliere la diversità di pensiero in realtà sussistente tra le varie fasce di popolazione. Il percorso che porta il protagonista del gioco, Henry, a diventare un cavaliere nonostante egli fosse il figlio di un fabbro rappresenta uno scenario talmente raro per il Basso Medioevo da risultare inverosimile. Ad ogni modo questa ricostruzione calza perfettamente con l'ideale di eroe di un pubblico moderno.[30] Al contrario, nessuna prova dell'esistenza di comunità non bianche in Boemia sarebbe stata ritenuta sufficiente per ottenere un riconoscimento del prodotto, in quanto l'aggiunta poteva sempre essere liquidata come frutto di un lavoro «inaccurato, mal studiato, teso al politicamente corretto o troppo specifico».[30]

Anche i quotidiani europei hanno risposto ad alcuni aspetti delle critiche. Un giornalista della testata ceca Lidové noviny ha definito le accuse «fuori luogo» e ha affermato che la maggior parte degli europei replicherebbe ad esse sostenendo che vi erano pochissime persone di colore, se non addirittura nessuna, nella Boemia dell'inizio del XV secolo.[34] La rivista tedesca M! Games ha chiesto agli studiosi dell'Università Johannes Gutenberg di Magonza di indagare a proposito della composizione etnica della Boemia del XV secolo. Gli esperti hanno risposto che i popoli turchi dalla pelle scura, come i cumani, erano forse presenti negli ambienti di corte, ma la loro presenza nella Boemia rurale non è nota.[35]

Alcune testate hanno criticato i punti di vista del direttore del gioco Daniel Vávra, il quale ha dichiarato il suo sostegno alle vittime del Gamergate.[27][36] Hanno inoltre criticato Vávra per aver indossato una maglietta dello one man band della Burzum Varg Vikernes, un suprematista bianco che è stato condannato in via definitiva per omicidio, durante la campagna promozionale del gioco alla Gamescom del 2017.[37] Vávra e Martin Klíma hanno replicato alle accuse in un'intervista, affermando che Vávra si era forse «comportato in maniera incosciente», scusandosi per chiunque si fosse sentito offeso.[37]

Klára Hübnerová, docente di storia all'Università Masaryk, ha tenuto una conferenza sull'accuratezza storica di Kingdom Come: Deliverance alla fine del 2018.[38] L'autrice ha criticato il gioco perché ritraeva in modo impreciso i ruoli di genere dell'epoca e che la rappresentazione malvagia dei cumani si basava su stereotipi moderni, non su fonti storiche. Ha inoltre sostenuto che il gioco distorceva la storia attraverso la lente del mito nazionale, che proiettava le figure storiche come personaggi antesignani della nazione ceca, con la conseguente rappresentazione scialba di Venceslao IV e crudele di Sigismondo.[38] Joanna Nowak, consulente storica di Warhorse Studios, ha tenuto una presentazione nella stessa serie di conferenze in cui ha rivelato che l'obiettivo dello studio era quello di creare un gioco «storicamente credibile», ma che era necessario scendere a compromessi e storture per rendere il gioco divertente. Nowak ha minimizzato l'impegno per l'accuratezza storica del gioco, affermando: «È un gioco, non è un museo all'aperto, non è un simulatore medievale!».[38][39] Nel 2020 Vávra ha pubblicato su YouTube un video di risposta di 2,5 ore alla conferenza di Hübnerová, in cui ha criticato i giudizi riservati dagli storici contemporanei, non ultima proprio la docente di storia all'Università Masaryk Klára Hübnerová.[38] David Francis Wagner, della rivista Heroine, ha criticato entrambe le parti in conflitto, ovvero la docente per la sua incapacità di comprendere a fondo le caratteristiche di un videogame, circostanza che l'ha portata ad alcune affermazioni imprecise, e Vávra per la sua superficialità nel distinguere tra fonti storiche di parte e non di parte.[40] Wagner ha inoltre posto l'accento sul differente atteggiamento di Vávra assunto a proposito dell'accuratezza storica in un'intervista concessa a Polygon nel 2015, in occasione della quale si dimostrava più propenso a modifiche apportate per il bene della storia e del gameplay, rispetto alla sua difesa intransigente dell'accuratezza dichiarata nel 2020.[40][41] Vávra ha condiviso il suo video di risposta sulla sua pagina Facebook, evento che ha scatenato insulti, molestie e minacce violente contro Hübnerová; uno sviluppo simile ha richiamato alla mente di alcuni i prodromi dei casi culminati nel Gamergate.[42][43]

  1. ^ a b c d (EN) Andrew Webster, Kingdom Come: Deliverance is an RPG that trades fantasy for historical accuracy, in The Verge, 2 febbraio 2018. URL consultato il 19 maggio 2019.
  2. ^ Kingdom Come: Deliverance brings Skyrim crashing down to medieval reality, in PCGamesN. URL consultato il 5 febbraio 2018.
  3. ^ a b Here’s how combat works in Kingdom Come: Deliverance, in PCGamesN. URL consultato il 5 febbraio 2018.
  4. ^ (EN) Alessio Palumbo, Warhorse: Kingdom Come Deliverance Is A Very Unique Experience That Ignores Many Established RPG Tropes, in Wccftech, 11 gennaio 2018. URL consultato il 5 febbraio 2018.
  5. ^ (EN) E3 2015: Interview with Daniel Vávra on Kingdom Come: Deliverance, in APGNation - Gaming News & eSports 2017, 17 giugno 2015. URL consultato il 5 febbraio 2018.
  6. ^ (CS) Mapa, in Kingdom Come: Deliverance, 1º settembre 2014. URL consultato il 5 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2017).
  7. ^ Kingdom Come: Deliverance a più di un milione di copie vendute, la maggior parte su PC, su Multiplayer.it. URL consultato il 19 maggio 2019.
  8. ^ Kingdom Come: Deliverance - Steam Charts, su steamcharts.com. URL consultato il 19 maggio 2019.
  9. ^ Jiří Bigas, THQ Nordic kupují autory Kingdom Come, su vortex.cz. URL consultato il 13 febbraio 2019.
  10. ^ https://twitter.com/warhorsestudios/status/1273595436822073348, su Twitter. URL consultato il 18 giugno 2020.
  11. ^ Kingdom Come Deliverance ha venduto 5 milioni di copie: gli autori premiano i fan, su everyeye.it. URL consultato il 20 luglio 2022.
  12. ^ Sal Romano, Famitsu Sales: 7/15/19 – 7/21/19 [Update], su gematsu.com, Gematsu, 24 luglio 2019. URL consultato il 3 agosto 2019.
  13. ^ Kingdom Come: Deliverance for PC Reviews, su metacritic.com, Metacritic. URL consultato il 14 febbraio 2018 (archiviato il 19 settembre 2017).
  14. ^ Kingdom Come: Deliverance for PlayStation 4 Reviews, su metacritic.com, Metacritic. URL consultato il 22 febbraio 2018 (archiviato il 19 luglio 2017).
  15. ^ Kingdom Come: Deliverance for Xbox One Reviews, su metacritic.com, Metacritic. URL consultato il 22 febbraio 2018 (archiviato il 1º luglio 2017).
  16. ^ Dan Roemer, Review: Kingdom Come: Deliverance, su destructoid.com, Destructoid, 20 febbraio 2018. URL consultato il 23 febbraio 2018 (archiviato il 6 marzo 2018).
  17. ^ Michael Goroff, Kingdom Come: Deliverance review, su egmnow.com, Electronic Gaming Monthly, 21 febbraio 2018. URL consultato il 21 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2018).
  18. ^ Jeff Marchiafava, A Noble Quest In Need Of Divine Intervention - Kingdom Come: Deliverance - Xbox One, su gameinformer.com, Game Informer, 28 febbraio 2018. URL consultato il 1º marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2018).
  19. ^ Jason Faulkner, Kingdom Come: Deliverance Review - Hardcore Henry, su gamerevolution.com, GameRevolution, 13 febbraio 2018. URL consultato il 13 febbraio 2018 (archiviato il 13 febbraio 2018).
  20. ^ Brett Todd, Kingdom Come: Deliverance Review: The Past Comes At You Fast, su gamespot.com, GameSpot, 20 febbraio 2018. URL consultato il 20 febbraio 2018 (archiviato il 22 febbraio 2018).
  21. ^ TJ Hafer, Kingdom Come: Deliverance Review, su ign.com, IGN, 16 febbraio 2018. URL consultato il 16 febbraio 2018 (archiviato il 17 febbraio 2018).
  22. ^ a b Simone Tagliaferri, La recensione di Kingdom Come: Deliverance. Può un gioco essere allo stesso tempo pieno di difetti e imperdibile?, su multiplayer.it, Multiplayer.it, 14 febbraio 2018.
  23. ^ Andy Kelly, Kingdom Come: Deliverance review, su pcgamer.com, PC Gamer, 14 febbraio 2018. URL consultato il 14 febbraio 2018 (archiviato il 14 febbraio 2018).
  24. ^ a b Mario Baccigalupi, Kingdom Come: Deliverance - Recensione, su thegamesmachine.it, The Games Machine, 13 febbraio 2018. URL consultato il 22 agosto 2019.
  25. ^ Alice Bell, Kingdom Come: Deliverance review, su videogamer.com, 20 febbraio 2018. URL consultato il 20 febbraio 2018 (archiviato il 6 marzo 2018).
  26. ^ Andrea Forlani, Kingdom Come: Deliverance è il gioco che non ci meritiamo? - editoriale, su Eurogamer.it, 17 marzo 2018. URL consultato il 31 luglio 2019.
  27. ^ a b c d e (EN) Bostal Martin, Medieval video games as reenactment of the past: a look at Kingdom Come: Deliverance e la sua rivendicazione storica, Biblioteca Virtual Miguel de Cervantes, 2019, ISBN 978-84-17422-62-2.
  28. ^ a b (EN) Miroslav Neumann, Representation of Medieval Realia in PC game: Kingdom Come: Deliverance, in Czech-Polish Historical and Pedagogical Journal, vol. 11, n. 2, 2019, pp. 69-76, DOI:10.5817/cphpj-2019-020.
  29. ^ a b (EN) Reid McCarter, Deliverance: Myth-making and Historical Accuracy, su Unwinnable, 2 marzo 2018. URL consultato il 18 luglio 2023.
  30. ^ a b c d (EN) Helen Young, Race and historical authenticity, in The Middle Ages in Modern Culture: History and Authenticity in Contemporary Medievalism, Deakin University, 2021, pp. 28-39, ISBN 978-17-88-31478-7.
  31. ^ Jonas Mäki, Vendute più di tre milioni di copie di Kingdom Come: Deliverance, su gamereactor.it, 17 giugno 2020. URL consultato il 18 luglio 2023.
  32. ^ (EN) Reid McCarter, Deliverance: Myth-making and Historical Accuracy, su Unwinnable, 2 marzo 2018.
  33. ^ (EN) Andreas Inderwildi, Kingdom Come Deliverance's quest for historical accuracy is a fool's errand, su Rock Paper Shotgun, 5 marzo 2018. URL consultato il 30 settembre 2022.
  34. ^ Proč nejsou ve středověké hře z Čech žádní černoši? ptají se v zámoří ["Perché non ci sono persone di colore nel gioco medievale della Boemia?" Si chiedono all'estero], su byznys.lidovky.cz, Lidové noviny, 3 marzo 2014. URL consultato il 18 luglio 2023.
  35. ^ (DE) Recensione di Kingdom Come: Deliverance, in M! Games, n. 294, marzo 2018, p. 51. URL consultato il 18 luglio 2023.
    «Abbiamo chiesto all'Istituto Storico dell'Università RWTH di Aquisgrana informazioni sulla composizione etnica della popolazione in Boemia all'inizio del XV secolo e siamo stati indirizzati all'Università Johannes Gutenberg di Mainz. Lì ci è stato detto che a corte potevano esserci persone con la pelle scura, ma che era più probabile che provenissero da popolazioni turche, e che erano presenti anche i cumani (presenti peraltro nel gioco). Nella Boemia rurale, tuttavia, la composizione dei gruppi etnici è oggetto di dibattito.»
  36. ^ Gianluca Musso, Daniel Vávra: "non c'è propaganda in Kingdom Come: Deliverance", su Eurogamer, 20 aprile 2018.
  37. ^ a b Claudio Cugliandro, Videogiochi e dintorni: Kingdom Come Deliverance e la coerenza storica, su everyeye.it, 27 febbraio 2018. URL consultato il 18 luglio 2023.
  38. ^ a b c d (EN) Michal Čurín, Shame on the creators and praise the player? About gender stereotypes and subversive playing of digital games, in Gender and Research, vol. 23, n. 1, 23 agosto 2022, pp. 32-56.
  39. ^ (CS) Joanna Nowak, Kingdom Come - přednáška VIII FINÁLE - O KCD s historičkou studia Warhorse Joannou Nowak [minuto 43: 43] [Kingdom Come - Lettura VIII FINALE - A proposito di KCD con la storica della Warhorse Joanna Nowak], su YouTube, Università Masaryk, 12 giugno 2018.
  40. ^ a b David Francis Wagner, Uno sviluppatore paranoico e accademici arroganti stanno perdendo nella battaglia per Kingdom Come, su heroine, 5 dicembre 2020. URL consultato il 18 luglio 2023.
  41. ^ (EN) Colin Campbell, Giving Life to 15th-Century Bohemia in Kingdom Come: Deliverance, su Polygon, 24 aprile 2015. URL consultato il 18 luglio 2023.
  42. ^ (EN) Alexandra Kukumbergová e Andrej Trnka, Introduction to the (Alleged) Mutual Impact of Games and Sociocultural Factors, in Megatrends and Media, vol. 7, n. 1, luglio 2020, pp. 587-592.
  43. ^ Ondřej Trhoň, Kingdom Come e la fossa dell'inferno di Facebook: giocare agli ussiti, ma senza politica!, su A2larm, 14 maggio 2020. URL consultato il 18 luglio 2023.

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