Krautrock
Il krautrock (anche chiamato con l'espressione tedesca Kosmische Musik, in italiano musica cosmica) è un termine coniato dalla stampa e critica angloamericana in riferimento alla scena musicale costituita dai gruppi attivi in Germania negli anni settanta che hanno prodotto in varia misura forme musicali nuove sulla base del rock progressivo o della musica elettronica tedesca (ad esempio Karlheinz Stockhausen) dei decenni precedenti.[1] Fra i principali artisti della stilistica si contano Klaus Schulze, Faust, Popol Vuh, Tangerine Dream, Kraftwerk, Can, Neu!, Cluster, Amon Düül II, Guru Guru.
Krautrock | |
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Origini stilistiche | Rock psichedelico Rock progressivo Rock sperimentale Musica minimalista Jazz Avant garde Garage rock Musica elettronica Funk |
Origini culturali | Fine degli anni sessanta, primi anni settanta nella Germania Ovest |
Strumenti tipici | Chitarra, Basso elettrico, batteria, organo combo, Sintetizzatore, effetto elettronico phaser |
Generi derivati | |
Musica d'ambiente - Musica new age - Neue Deutsche Welle - Post-punk - Post-rock - Proto-punk | |
Generi correlati | |
Krautronica - Berlin School | |
Generi regionali | |
Berlino, Düsseldorf |
Storia
modificaLa musica cosmica tedesca si affermò in seguito al primo allunaggio (1969) e venne portata a definizione da Rolf-Ulrich Kaiser.[2] Invece, il termine "krautrock", con cui si verrà a identificare tale corrente, fu utilizzato per la prima volta in senso denigratorio sulle pagine del settimanale inglese Melody Maker.[3]
Il krautrock influì su artisti provenienti da altri percorsi, come David Bowie (cfr. la cosiddetta "trilogia berlinese") e i vari gruppi della new wave, dello shoegaze, del post-rock e della techno. Il genere ha contribuito molto alla nascita e all'evoluzione della musica ambient e della new age. Parallelamente al krautrock, nasceva la Berlin School, uno stile incentrato sulle tastiere che ebbe fra i suoi principali esponenti gli stessi Tangerine Dream.[4][5]
Alla fine degli anni novanta si assistette ad un crescente interesse verso il krautrock, grazie anche alla circolazione di informazioni su internet e all'opera divulgativa di Julian Cope.[6] Fra essi si contano i Sankt Otten, gli Emeralds e i Forma.[7]
Caratteristiche
modificaSecondo Claudio Quarantotto, il krautrock presenta due filoni principali: uno "solare" che "tende alla scoperta del fascino degli spazi infiniti, percorsi da messaggeri angelici che annunciano la «pace in terra agli uomini di buona volontà»" e uno "lunare", che definisce "incubico, da messa nera elettronica, a base di sabba di note violente e impazzite".[2]
La definizione comprende gruppi diversi tra loro, dallo sperimentalismo totale e privo di regole dei Faust alle derive cosmiche dei Tangerine Dream e dei Cluster, dalle anticipazioni di new age degli Ash Ra Tempel e dei Popol Vuh alla proto-new wave (dai risultati diversi tra loro) dei Can e dei Neu! (e delle derivazioni di questi ultimi come gli Harmonia e i LA Düsseldorf), l'uso del ritmo in 4/4 denominato motorik, ampiamente utilizzato dai principali batteristi krautrock e ripreso da artisti della scena punk e new-wave internazionale, dalla nascita della techno tramite i Kraftwerk al rock apocalittico degli Amon Düül I e II, fino alle improvvisazioni freak dei Cosmic Jokers e dei Wallenstein.[8]
Note
modifica- ^ A brief summary of German rock music, su scaruffi.com. URL consultato il 21 marzo 2014.
- ^ a b Claudio Quarantotto, Dizionario della musica pop & rock, Tascabili Economici Newton, 1994, p. 49.
- ^ rock'sbackpages - Krautrock, su rocksbackpages.com. URL consultato il 21 marzo 2014.
- ^ The God of Hellfire: The Crazy Life and Times of Arthur Brown (Polly Marshall, SAF Publishing, 2005 pag. 161)
- ^ Moondawn - Klaus Schulze | Songs, Reviews, Credits, Awards | AllMusic
- ^ Julian Cope presents Head Heritage: Krautrock, su headheritage.co.uk. URL consultato il 21 marzo 2014.
- ^ Sankt Otten - Messias Machine (Ondarock), su ondarock.it. URL consultato il 7 luglio 2016.
- ^ Krautrock - AllMusic, su allmusic.com. URL consultato il 21 marzo 2014.
Bibliografia
modifica- Julian Cope, Krautrocksampler. Guida personale alla Grande Musica Cosmica dal 1968 in poi, a cura di L. Fusari, Fazi Editore, 2006.
- OndaRock, Kraut-rock - La rinascita del rock tedesco, a cura di Valeria Ferro e Valerio D'Onofrio.
- Antonello Cresti, Solchi sperimentali. Una guida alle musiche altre, 2014, CRAC Edizioni
- Antonello Cresti, Solchi sperimentali Kraut, 2018, CRAC Edizioni
- Enrico Fontana, Figli delle stelle - uomini, idee e miti dietro la scena musicale alternativa tedesca dell'età dell'oro dal Krautrock alla Musica Cosmica, Arcana, 2020, ISBN 978-88-6231-973-7
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su krautrock
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Krautrock, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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