Krämerbrücke

ponte di Erfurt

La Krämerbrücke (lett.: «ponte dei bottegai») è un ponte abitato sul fiume Gera che sorge nel centro della città di Erfurt, nella regione della Turingia, in Germania: costruito nel 1325 sulle fondamenta di un ponte originario del XII secolo e contornato da edifici del XVII-XIX secolo[1][2][3][4][5], è uno dei principali monumenti medievali della città, nonché uno dei simboli della città stessa[2].

Krämerbrücke
Localizzazione
StatoGermania (bandiera) Germania
CittàErfurt
AttraversaGera
Coordinate50°58′43.32″N 11°01′50.88″E
Dati tecnici
Tipoponte abitato
Materialepietra arenaria, pietra calcarea
Lunghezza79 m
Realizzazione
Costruzione1325-...
Mappa di localizzazione
Map
Erfurt: veduta del Krämerbrücke
Il lato settentrionale del ponte
Edifici che si affacciano sul Krämerbrücke
Edifici che si affacciano sul lato meridionale del ponte
La "Haus zum bunten Löwen", edificio sul Krämerbrücke

Dell'originario ponte in legno si hanno già notizie sin dal 1117[2][3][6]: a quell'epoca, il ponte costituiva una parte della strada commerciale Via Regia[3].

Dato però che quel ponte era stato spesso colpito da incendi[2], due secoli dopo, nel 1325, venne deciso di sostituirlo dall'attuale ponte in pietra.[2][3][4][5]

Nel 1472, il ponte andò praticamente distrutto da un incendio che imperversò in città.[2][3] Con la ricostruzione, furono anche aggiunti 62 edificio a graticcio in legno.[2][3]

A partire dal primo decennio del XVI secolo, il ponte iniziò ad essere noto come Krämerbrücke.[1][3]

Nel corso dei secoli, i 62 edifici originali furono ridotti agli attuali 32.[3]

Nel 1855, gli edifici ai nr. 23-27, andarono distrutti in un incendio, ma furono in seguito ricostruiti.[1]

Nel 1895, il previsto abbattimento fu evitato a causa dei costi ingenti che l'operazione avrebbe comportato.[1]

Nel 1912, il ponte rischiò nuovamente di essere abbattuto a causa della prevista costruzione di una nuova strada che doveva collegare il Fischmarkt con la Gotthardtstraße.[2]

Alla fine degli anni sessanta fu intrapresa un'opera di restauro del Krämerbrücke.[3]

Ulteriori opere di restauro furono poi intraprese nel 1985 e nel 2002.[1][3] Nel frattempo, nel 1996, fu istituita la Stiftung Krämerbrücke, per la salvaguardia del ponte.[1]

 
Il Krämerbrücke nel 1987

Architettura

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Il Krämerbrücke si trova in pieno centro storico, a nord della Piazza del Municipio e ad est della Michaelisstraße.[3][4]

Il ponte, in pietra calcarea e arenaria, misura 79 metri ed è retto da cinque archi in arenaria.[2] Lungo il ponte si ergono 32 edifici (che è tutto ciò che resta degli originari 62[1][2][3][5]), alcuni dei quali a graticcio, che ospitano botteghe di artigianato e antiquariato, negozi di spezie e stoffe, cartolerie, ecc.[2][3][4][5]

 
Edifici che si affacciano sul Krämerbrücke

Un edificio sul Krämerbrücke ospita anche un museo, il Krämerbrückenmuseum, che espone giocattoli e bambole.[4]

Edifici sul Krämerbrücke

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Tra gli edifici storici che si ergono lungo il Krämerbrücke, figurano i seguenti[7]:

  • "Engel und Christohp" (Nr. 2)
  • "Grabscheit" (Nr. 3)
  • "Spielberg und Rosenkranz" (Nr. 5)
  • "Zur Glocke" (Nr. 7)
  • "Güldener Schaar und Schweinskopf" (Nr. 9)
  • "Zum roten Turm" (Nr. 17)
  • "Engelsröschen" (Nr. 20)
  • "Haus der Stiftung" (Nr. 31)
  1. ^ a b c d e f g (DE) Historie, su kraemerbruecke.de, Krämerbrücke - Sito ufficiale. URL consultato il 16 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
  2. ^ a b c d e f g h i j k (DE) Krämerbrücke, su erfurt-web.de, ErfurtWeb. URL consultato il 20 marzo 2016.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m (DE) Krämerbrücke, su urlaubsziele.com. URL consultato il 16 marzo 2016.
  4. ^ a b c d e A.A.V.V., Germania, Touring Club Italiano, Milano, 2003
  5. ^ a b c d J. Egert-Romanowska - M. Omilanowska, Germania, Dorling Kindersley, London, 2000 - Mondadori, Milano, 2002, p. 182
  6. ^ A.A.V.V., Guida Baedeker - Germania, Karl Baedeker, Ostfildern - De Agostini, Novara, 1992, p. 169
  7. ^ (DE) Brückengrundriss 1856, su kraemerbruecke.de, Krämerbrücke - Sito ufficiale. URL consultato il 16 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2016).

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