Crassiza

frazione della città croata di Buie
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Crassiza (in croato Krasica) è un paesino nel comune di Buie, nell'Istria croata.

Crassiza
insediamento
(HR) Krasica
(IT) Crassiza
Crassiza – Veduta
Crassiza – Veduta
Vista su Crassiza
Localizzazione
StatoCroazia (bandiera) Croazia
Regione Istria
ComuneBuie
Territorio
Coordinate45°22′55″N 13°41′31″E
Superficie8,2 km²
Abitanti173 (31-8-2021)
Densità21,1 ab./km²
Altre informazioni
Linguecroato e italiano
Cod. postale52460
Prefisso(+385) 052
Fuso orarioUTC+1
TargaPU
PatronoS. Stefano (26.12) e S. Maria Maddalena (22.07.)
Cartografia
Mappa di localizzazione: Croazia
Crassiza
Crassiza
Sito istituzionale

Geografia fisica

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Il clima è di tipo subcontinentale, caratterizzato da estati calde e soleggiate ma abbastanza ventilate ed inverni complessivamente miti.

Crasizza[1] Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 7,08,311,515,420,123,726,526,122,517,912,28,88,015,725,417,516,7
T. min. media (°C) 2,73,15,38,412,716,318,918,815,711,86,94,23,38,818,011,510,4
Precipitazioni (mm) 7872759082897092111102122922422472513351 075
 
Foto scattata in primavera a Crassiza

Nella grotta, Valeron, sulla collina che sovrasta la valle del fiume Quieto, sono stati trovati reperti riconducibili all'età del ferro e varie iscrizioni e monete di epoca romana.

Nel 1320 il vescovo Biaquino III divenne proprietario dell'insediamento. Successivamente De la Torre con il figlio Francesco Oslacco costruì un forte su questo sito, più avanti furono costruite diverse case e chiese nel territorio circostante il forte (chiamato anche cittadella). 

Nel 1343, mentre Biaquino governava il sito, questo strinse un'alleanza con i conti di Gorizia contro Venezia, anche se dopo pochi anni quando vide la potenza navale della repubblica veneta, invalidò l'alleanza schierandosi con il Veneto e così sconfiggendo i conti di Gorizia. Successivamente passò sotto il dominio austro-ungarico fino alla fine della prima guerra mondiale, quando entrò a far parte dell'Italia. Successivamente passò sotto il dominio della Jugoslavia e poi sotto quello della Croazia (dal 1991) della quale fa parte tuttora.

Oggi il paesino è famoso per la produzione dell'olio, infatti sulla targa d'ingresso c'è scritto "terra dell'olivo" e ogni anno si tiene un festival chiamato Oleum Olivarum.[2]

La comunità degli italiani

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La comunità degli italiani è nata il 2 luglio 1994 ed è formata da un'assemblea di 15 membri e da una giunta esecutiva di 7 membri. La sede è composta da quattro spazi: sala spettacoli e conferenze, biblioteca fornita di 200 volumi, uffici di segretaria e presidenza. La sezione sportiva (calcio e pallavolo) e quella giovanile organizzano periodicamente feste e manifestazioni varie.[3]

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[4]

[5] Il censimento austriaco del 1910 registrava nel comune catastale di Crassizza (comprendente anche le località vicine) 958 abitanti, per il 51% italiani e per il 49% serbocroati .[6] In realtà nei censimenti precedenti il paese era risultato a stragrande maggioranza di lingua italiana: il dato del 1910, secondo il demografo Olinto Mileta Mattiuz, costituisce un'anomalia demografica, a favore della componente croata.[7]

Censimento del 1991
Istriani
43,02%
Croati
23,25%
Italiani
22,09%
Albanesi
1,16%
Jugoslavi
1,16%
Sloveni
0,58%
Non dichiarato
3,48%
  1. ^ Clima: Crassiza - Grafico climatico, Grafico della temperatura, Tabella climatica - Climate-Data.org
  2. ^ La voce del Popolo, Tutto pronto per il festival!, su editfiume.com (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2014).
  3. ^ Ci, CI crassiza, su unione-italiana.hr (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2013).
  4. ^ http://www.dzs.hr - Popolazione nei comuni croati nel periodo 1857-2011
  5. ^ DSZ, 1857-2011 (PDF), su dzs.hr.
  6. ^ Censimento del Litorale Austriaco-illirico del 31 dicembre 1910 (PDF), su kozina.com (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2016).
  7. ^ I CONFINI ETNO-LINGUISTICI NELL'ISTRIA INTERNA E NEL CARSO I STRIANO. ANOMALIE NEI RILEVAMENTI ASBURGICI, di Olinto Mileta Mattiuz (PDF), su crsrv.org. URL consultato il 31 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2021).

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Collegamenti esterni

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