L'anatomia della malinconia

trattato di Robert Burton
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L'Anatomia della malinconia (titolo originale completo: The Anatomy of Melancholy, What it is: With all the Kinds, Causes, Symptomes, Prognostickes, and Several Cures of it. In Three Maine Partitions with their several Sections, Members, and Subsections. Philosophically, Medicinally, Historically, Opened and Cut up) è un'opera di Robert Burton pubblicata nel 1621[1] con lo pseudonimo di Democritus junior. L'opera fu ripubblicata altre cinque volte nell'arco dei diciassette anni successivi - nel 1624, 1628, 1632, 1638 e 1651 - con massicce modifiche e ampliamenti.

L'Anatomia della malinconia
Titolo originaleThe Anatomy of Melancholy
Frontespizio dell'edizione del 1628
AutoreRobert Burton
1ª ed. originale1621
1ª ed. italiana1981
Generesaggio
Lingua originaleinglese

Argomento

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Nel linguaggio comune la malinconia (o melanconia) era sinonimo di tristezza, alterazione del senso dell'umore. Burton considera invece la malinconia una patologia, una malattia della mente, e ne descrive le cause e i sintomi, la prognosi e le possibili terapie proposte nel corso dei secoli. Sebbene da questa descrizione il testo di Burton possa apparire come un testo rinascimentale di medicina, in realtà è un'opera letteraria di pertinenza filosofica, più che scientifica. La malinconia, per Burton, è infatti una manifestazione alla quale è possibile ricondurre qualsiasi altro sentimento, qualsiasi pensiero umano.

L'opera costituisce una sintesi personale del precedente pensiero di molti autori sul tema: alle teorie mediche di Ippocrate e Galeno si aggiungono le riflessioni filosofiche di Aristotele e Marsilio Ficino, il modo in cui la Chiesa medievale aveva considerato l'accidia e lo studio sul carattere umano fatto da Shakespeare[2].

Struttura

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L'opera è suddivisa in un prologo e tre parti:

  • nel lunghissimo prologo, in prosa e in versi, Burton spiega la scelta dell'argomento e giustifica il suo sistema di esposizione;
  • nella prima e nella seconda parte viene trattata la melanconia in generale;
  • nella terza ed ultima parte la melanconia amorosa e quella religiosa.

L'esposizione di Burton non è lineare: sono molto frequenti le digressioni, con osservazioni curiose, aneddoti, citazioni, espresse in uno stile talora umoristico. L'opera può essere considerata una satura lanx varroniana o menippea. Burton, che in vita curò ben sei edizioni della sua opera, affermò di scrivere sulla malinconia per essere occupato ed evitare egli stesso di cadere nella malinconia.

Fortuna

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Il testo ebbe molto successo e ha ispirato numerose opere letterarie. Esso restò, fino all'apparizione di Lutto e melanconia di Freud, il più citato sul tema[2].

Ammiratori dell'opera di Burton si sono professati John Ford[3], Samuel Johnson, Laurence Sterne, Charles Lamb, John Keats[4], Philip Pullman, Jorge Luis Borges[5], e Jacques Barzun[6]. L'Anatomia è giudicata tuttora, da molti critici letterari moderni, un duraturo, sebbene eccentrico, classico della letteratura[7].

Edizioni italiane

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Traduzioni integrali

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  • L'anatomia della malinconia, a cura di Luca Manini e Amneris Roselli, testo inglese a fronte a cura di Thomas C. Faulkner, Nicholas K. Kiessling e Rhonda L. Blair, Collezione Classici della Letteratura europea, Milano-Firenze, Bompiani, 2020, ISBN 978-88-452-9979-7.
  • Anatomia della malinconia, a cura di Stefania D'Agata D'Ottavi, Collezione I Millenni, Torino, Einaudi, 2023, ISBN 978-88-062-1606-1.

Traduzioni parziali

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  • Malinconia d'amore, traduzione di Attilio Brilli e Franco Marucci, prefazione di Attilio Brilli, Collezione il ramo d'oro, Milano, Rizzoli, 1981. [trad. della terza parte del trattato]
    • Malinconia d'amore, traduzione di A. Brilli e F. Marucci, Collana "Cahiers", Roma, Castelvecchi, 2019, ISBN 978-88-328-2082-9.
  • Anatomia della malinconia, traduzione di Giovanna Franci e F. Fonte Basso, introduzione e cura di Jean Starobinski, Venezia, Marsilio, 1983. - [trad. solo del proemio e dell'introduzione dell'opera] Collana UEF, Milano, Feltrinelli, 2020, ISBN 978-88-297-0537-5.
  1. ^ Mad world: Robert Burton’s The Anatomy of Melancholy, su academic.oup.com. URL consultato il 27 giugno 2023.
  2. ^ a b Andrew Solomon, Il demone di mezzogiorno. Depressione: la storia, la scienza, le cure, Milano, Mondadori, 2002, p. 342, ISBN 88-04-50685-7.
  3. ^ Il drammaturgo elisabettiano si ispirò all'Anatomia della malinconia per il dramma The Lover's Melancholy, Malinconia d'amanti, del 1628.
  4. ^ Keats dichiarò che L'anatomia della malinconia era il suo libro preferito, e fonte di ispirazione per il poemetto Lamia e l'Ode on Melancholy (Ode alla Melanconia).
  5. ^ Borges ha utilizzato una brano dell'Anatomia come epigrafe alla "Biblioteca di Babele".
  6. ^ Il critico letterario Jacques Barzun ha identificato nell'opera di Burton molte anticipazioni della psichiatria del XXI secolo.
  7. ^ (EN) Nick Lezard, Classics of the future, in The Guardian, 16 settembre 2000. URL consultato il 28 ottobre 2008.

Bibliografia

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  • Mauro Simonazzi, Robert Burton e l'anatomia della melanconia, in Id., La malattia inglese. La melanconia nella tradizione filosofica e medica dell'Inghilterra moderna, Bologna, Il Mulino, 2004, pp. 35–124.
  • Angus Gowland, The Worlds of Renaissance Melancholy. Robert Burton in context, Cambridge, Cambridge University Press, 2006.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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