L'ingannatore di Siviglia e il convitato di pietra

dramma attribuito a Tirso de Molina

L'ingannatore di Siviglia e il convitato di pietra[1] (in spagnolo: El burlador de Sevilla y convidado de piedra) è un'opera teatrale attribuita a Tirso de Molina, scritta nel 1616. È la prima opera in cui figura don Giovanni, e riscontrerà un poderoso successo nella drammaturgia e nell'operistica europea successiva.

L'ingannatore di Siviglia
e il convitato di pietra
Opera teatrale in tre giornate (atti)
Don Giovanni
AutoreTirso de Molina
Titolo originaleEl burlador de Sevilla
y convidado de piedra
Lingua originale
AmbientazioneRegno di Napoli, Corona d'Aragona, Regno di Castiglia e León nel Trecento
Prima assoluta1625
Personaggi
  • Don Diego Tenorio, vecchio
  • Don Giovanni Tenorio, suo figlio
  • Catalinón, servitore
  • Il re di Napoli
  • Il duca Ottavio
  • Don Pedro Tenorio, zio
  • Il marchese de la Mota
  • Don Gonzalo de Ulloa
  • Il re di Castiglia, Alfonso XI
  • Fabio, domestico
  • Isabella, duchessa
  • Tisbea, pescatrice
  • Belisa, villana
  • Anfriso, pescatore
  • Coridón, pescatore
  • Gaseno, bifolco
  • Batricio, bifolco
  • Ripio, ragazzo
  • Donna Ana de Ulloa
  • Aminta, villana
  • Cantanti, guardie, gente del seguito, pescatori, musici, pastori, servitù.
 

Il dramma è in versi, diviso in tre giornate. L'intreccio si basa sulle gesta di don Giovanni, donnaiolo promesso sposo di donna Anna, figlia di don Gonzalo de Ulloa. Il giovane seduce la duchessa Isabela, nobile napoletana, fingendosi il suo promesso sposo, il duca Ottavio.

Fuggito da Napoli per salvare la pelle, approda in Spagna dove viene raccolto, dopo un naufragio, dalla pescatrice Tisbea, che cede al suo fascino.

Il re Alfonso XI di Castiglia, però, dispone che don Giovanni sposi l'offesa Isabela, mentre Ottavio convolerà a nozze con donna Anna come risarcimento dell'onta subita. Donna Anna è, però, segretamente innamorata del marchese de la Mota.

Don Giovanni, contrario alla costrizione del matrimonio, uccide don Gonzalo de Ulloa che voleva vendicare l'onore offeso di sua figlia e, dopo avventure con altre donne (tra cui Aminta), arriva a Siviglia dove urta contro la tomba di don Gonzalo, burlandosi del defunto e invitandolo a cena. La statua, imprevedibilmente, si presenta all'appuntamento ("il convitato di pietra") e, successivamente, a sua volta invita don Giovanni e Catalinón a cenare nella sua cappella. Don Giovanni accetta e il giorno dopo si presenta. Lì la statua lo trascina all'inferno per punirlo delle sue malefatte.

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  • (ES) Testo originale (PDF), su descargas.cervantesvirtual.com. URL consultato il 10 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2004).
Controllo di autoritàVIAF (EN178225099 · LCCN (ENn88215099 · GND (DE4140717-9 · BNE (ESXX3383733 (data) · BNF (FRcb119466672 (data) · J9U (ENHE987007592590905171
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