La bella Giorgiana

tragicommedia di Carlo Goldoni

La bella Giorgiana è una tragicommedia in cinque atti in versi endecasillabi di Carlo Goldoni scritta nel 1761 e rappresentata per la prima volta nei primi giorni di dicembre dello stesso anno nel Teatro San Luca di Venezia[1], con scarso riscontro da parte del pubblico (fu replicata soltanto per tre sere).

La bella Giorgiana
Tragicommedia in cinque atti
AutoreCarlo Goldoni
Lingua originale
Generetragicommedia in versi
Composto nel1761
Prima assolutadicembre 1761
Teatro San Luca di Venezia
Personaggi
  • Tamar, bella Giorgiana
  • Bacherat, padre di Tamar
  • Dadian, re di Imerette
  • Abchab, visir di Dadian
  • Ottiana, sorella di Dadian
  • Chechaiz, schiavo di Dadian
  • Vachtangel, amico di Bacherat
  • Macur, schiavo di Dadian
  • Un soldato
  • Soldati di Dadian
  • Soldati di Bacherat
  • Guardie di Dadian
 

L'opera è di ambientazione esotica, sulla scia delle altre tragicommedie scritte dal commediografo veneziano per contrapporsi al successo delle tragicommedie dell'abate Chiari e delle fiabe teatrali di Carlo Gozzi che in quel periodo trionfavano al Teatro San Samuele[2].

Il tirannico re Dadian, che vuole riunire la Giorgia sotto una sola corona, dichiara guerra a Bacharat, principe di Guriel che ha omesso di versare integralmente il tributo di cento donne da destinare al Gran Sofì di Persia, offrendo in cambio la bella figlia Tamar. Sarà quest'ultima, con sagacia, a risolvere pacificamente la questione.

Poetica

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Nel ricordo di altre e più celebri figure femminili goldoniane, l'opera si presenta come un'ultima variazione della tematica cara all'autore e che continua a essere di attualità: la guerra dei sessi, la resistenza che le donne cercano di opporre alla tirannia maschile (siano i padri, i fidanzati, i mariti, i datori di lavoro), per tentare di conquistare il diritto di scegliere il loro destino di donne, e di non vivere quindi più da schiave.[3]. La battuta finale di Tamar, una donna ingegnosa e vivace, capace di domare la superbia degli uomini con l'arguzia e l'intelligenza[1], riassume efficacemente la poetica goldoniana:

«Abbiam noi donne

tutto il potere su gli animi virili.

Ma chi mal se ne abusa, il pregio perde

e taccia vil d'ingannatrice acquista.»

  1. ^ a b G. Ortolani, Tutte le opere di C. Goldoni, 1950, Mondadori Editore
  2. ^ R. Tessari, Teatro e spettacolo nel Settecento, Ed. Laterza, 2018
  3. ^ F. Decroisette, La bella Giorgiana de Goldoni (1761): épuisement ou dépassement de la veine exotique? , in Chroniques italiennes, 2013

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