Ladislao II d'Ungheria

re d'Ungheria (r. 1162-1163)

Ladislao II d'Ungheria (in ungherese II. László; in croato e in slovacco Ladislav II; Albareale, 113114 gennaio 1163) è stato un membro della famiglia degli Arpadi e pretendente al trono magiaro dal 1162 al 1163, in contesa con il nipote Stefano III.

Ladislao II d'Ungheria
Ladislao II viene incoronato. Miniatura tratta dalla Chronica Picta
Re d’Ungheria e Croazia
In caricaluglio 1162 - 14 gennaio 1163
Contestato da Stefano III
PredecessoreStefano III
SuccessoreStefano IV
Altri titoliBano di Bosnia
NascitaAlbareale, 1131
Morte14 gennaio 1163
Luogo di sepolturaBasilica dell'Assunzione, Albareale
DinastiaArpadi
PadreBéla II
MadreElena di Rascia
Consorteignota
FigliMaria
Religionecattolicesimo

Ladislao ereditò il titolo di bano di Bosnia da suo padre, Béla II, all'età di sei anni, ma non governò mai quella provincia. Intorno al 1160, seguì l'esempio del fratello minore, Stefano e si stabilì a Costantinopoli, ma entrambi fecero ritorno in Ungheria dopo la morte del fratello maggiore, Géza II, nel 1162. Il ritorno fu consentito dall'intervento dell'imperatore bizantino Manuele I Comneno, che sfruttò la loro posizione nel tentativo di espandere la sua sovranità sull'Ungheria. Inizialmente, l'imperatore stava progettando di assistere Stefano IV nella presa del trono, ma i signori ungheresi erano disposti ad accettare solo Ladislao come re contro il figlio del defunto Geza II, Stefano III. Sebbene il fedele sostenitore di quest'ultimo, Luca, arcivescovo di Esztergom, si fosse rifiutato di incoronare Ladislao e lo avesse scomunicato, la celebrazione venne supervisionata da Mikó, arcivescovo di Kalocsa, nel luglio 1162, ma il sovrano morì entro sei mesi di distanza dalla sua incoronazione.

Biografia

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Primi anni

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I genitori di Ladislao, Béla II d'Ungheria e la regina Elena di Rascia, all'assemblea di Arad nel 1131. Miniatura tratta dalla Chronica Picta

Nato nel 1131, Ladislao era il secondo figlio del re Béla II d'Ungheria e di sua moglie, Elena di Rascia.[1][2] Pochi mesi dopo la sua nascita, sua madre portò lui e suo fratello maggiore, Géza, a un'assemblea tenutasi ad Arad, dove gli aristocratici ritenuti responsabili dell'accecamento del sovrano furono massacrati su ordine della regina.[1]

L'esercito di Béla II invase con successo la Bosnia nel 1136, evento che spinse il monarca ad adottare il titolo di re di Rama, dal nome di un piccolo fiume bosniaco.[3][4][5] L'anno successivo, il re nominò Ladislao duca di Bosnia nel corso di una riunione tenutasi alla presenza di prelati e nobili a Esztergom.[1][5] Tuttavia, Ladislao non governò mai personalmente il territorio e l'amministrazione rimase in capo al bano, che era un funzionario nominato o eletto.[1][5]

Béla II morì il 13 febbraio 1141 e gli successe il figlio maggiore, il fratello maggiore di Ladislao, Géza II.[6] La Chronica Picta riferisce che durante il suo regno il re Géza «concesse rendite ducali ai suoi fratelli», nello specifico a Ladislao e a suo fratello minore Stefano, in un anno non specificato; lo storico Bálint Hóman ha ritenuto che ciò accadde nel 1146.[1][7] Gli studiosi Ferenc Makk e Gyula Kristó sostengono che i due duchi ricevettero questa concessione solo intorno al 1152, quando il re nominò suo figlio, Stefano, suo successore.[1][8]

Il fratello minore di Ladislao, Stefano, cospirò contro il re Geza ma fallì nel 1156 o nel 1157.[9][10] Stefano cercò dapprima rifugio nel Sacro Romano Impero, ma in seguito fuggì nell'impero bizantino.[10] Ladislao si accodò alla sua scelta e si stabilì anch'egli a Costantinopoli intorno al 1160.[11]

Le fonti dell'epoca non concordano sui motivi della partenza di Ladislao per Costantinopoli.[12] Secondo Giovanni Cinnamo, sia Stephen che Ladislao «divennero estremamente astiosi» verso il re Géza dopo aver litigato con lui.[12][13] Dal canto suo, Niceta Coniata afferma che Ladislao giunse al cospetto di Manuele «non tanto perché Géza lo amava meno di quanto avrebbe dovuto o perché temeva un complotto da parte di suo fratello, ma più che altro perché era affascinato» dalla favorevole accoglienza riservata a Stefano dall'imperatore.[12][14]

Géza II perì il 31 maggio 1162 e gli successe suo figlio, il quindicenne Stefano III.[15] Tuttavia, l'imperatore Manuele, che secondo Giovanni Cinnamo «dava grande peso al governo dell'Ungheria», decise di intervenire a nome dei due fratelli del defunto re, affermando che «la legge degli ungheresi» prescriveva che la corona dovesse passare «sempre ai fratelli sopravvissuti».[16][17] Inizialmente, Manuele Comneno si schierò a fianco del minore dei due fratelli, Stefano, come pretendente più credibile per il trono.[18] Corrotta dagli inviati dell'imperatore Manuele, la maggioranza dei nobili ungheresi si dichiarò disposta a detronizzare il giovane monarca, proponendo però al posto di Stefano, ritenuto un burattino di Costantinopoli, Ladislao.[18][19] Sei settimane dopo l'incoronazione del giovane Stefano III, i suoi sostenitori furono sbaragliati a Kapuvár, evento che lo costrinse a lasciare il territorio magiaro e a cercare asilo in Austria.[20]

«L'imperatore [...] concluse che era necessario assisterlo [il fratello di Ladislao, Stefano] impiegando una forza maggiore. Marciò quindi fuori da Sardica e, quando arrivò nella regione del Danubio vicina a Braničevo e a Belgrado, mandò suo nipote Alessio Contostefano con delle truppe da lui [Stefano]. Una volta controllata Chramon [odierna Nova Palanka, in Serbia], essi fecero tutto il possibile per assicurarsi il trono, conquistando con doni i più potenti degli Ungari, ammaliandoli con lusinghe e seducendoli con le più grandi promesse; tuttavia, tutto ciò che ottennero fu la nomina di Ladislao come loro sovrano.»

Ladislao fu incoronato re nel luglio 1162 e a supervisionare la cerimonia fu Mikó, arcivescovo di Kalocsa, in quanto l'omologo di Esztergom, Luca, rimase fedele a Stefano III e continuò a considerare Ladislao un usurpatore.[17][20][22] Luca scomunicò Ladislao, venendo però arrestato e imprigionato a seguito di quest'azione.[23]

Secondo la cronaca di Enrico di Mügeln, Ladislao concesse un terzo del regno a suo fratello Stefano e il titolo di duca.[20] Cinnamo riferisce che Ladislao concesse il titolo di urum ("Mio signore") a suo fratello poiché, «tra gli ungheresi, questo nome indica il successore nella linea di discendenza reale».[24][25] Ladislao provò a riconciliarsi con i suoi oppositori e concesse la libertà all'arcivescovo Luca a Natale su richiesta di papa Alessandro III.[26][27] Tuttavia, il chierico non rinunciò alla sua posizione e continuò a sostenere Stefano III, che era tornato in Ungheria e si era impossessato di Presburgo (l'odierna Bratislava, in Slovacchia).[28][29] Ladislao scelse di non attaccare suo nipote a Presburgo per non scatenare una guerra civile, ma imprigionò nuovamente l'arcivescovo Luca.[28]

La Chronica Picta riserva toni duri a Ladislao, affermando che egli «usurpò la corona per sei mesi» e morì il 14 gennaio 1163.[18][22][30][31] Le sue spoglie furono sepolte nella basilica di Albareale (Székesfehérvár).[28]

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Géza I d'Ungheria Béla I d'Ungheria  
 
Richeza di Polonia  
Álmos d'Ungheria  
Sofia di Loon Emmo di Loon  
 
Suanilde d'Olanda  
Béla II d'Ungheria  
Svjatopolk II di Kiev Izjaslav I di Kiev  
 
Gertrude di Polonia  
Predslava di Kiev  
?  
 
 
Ladislao II d'Ungheria  
Marko di Rascia Petrislav di Rascia  
 
 
Uroš I di Rascia  
 
 
 
Elena di Rascia  
Costantino Diogene Romano IV Diogene  
 
Anna di Bulgaria  
Anna Diogenissa  
Teodora Comnena Giovanni Comneno  
 
Anna Dalassena  
 

Discendenza

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Si ipotizza che Ladislao rimase vedovo quando arrivò a Costantinopoli intorno al 1160, ma sia il nome di sua moglie e dei membri della famiglia di quest'ultima restano sconosciuti.[17] Utilizzando il condizionale, Niceta Coniata testimonia che Ladislao «avrebbe potuto sposare un donna di sangue reale» a Costantinopoli, ma che ciò non avvenne «perché non voleva dimenticare il bisogno di tornare nel suo paese e accantonare i suoi piani cedendo al fascino di una moglie».[12][14][17] Alla fine, Ladislao ebbe comunque una figlia, tale Maria, la quale sposò Nicola Michiel, figlio del doge di Venezia Vitale II.[17]

  1. ^ a b c d e f Kristó e Makk (1996), p. 197.
  2. ^ Makk (1994), p. 396.
  3. ^ Curta (2006), p. 329.
  4. ^ Engel (2001), p. 50.
  5. ^ a b c Makk (1989), p. 33.
  6. ^ Bartl et al. (2002), pp. 28-29.
  7. ^ Chronica Picta, cap. 167.121, p. 139.
  8. ^ Makk (1989), pp. 56, 145.
  9. ^ Makk (1989), pp. 68-69.
  10. ^ a b Engel (2001), p. 51.
  11. ^ Makk (1989), p. 76.
  12. ^ a b c d Makk (1994), p. 76.
  13. ^ Atti di Giovanni e Manuele Comneno, 5.1, pp. 154-155.
  14. ^ a b Annali di Niceta Coniata, 4.126, p. 72.
  15. ^ Kristó e Makk (1996), p. 191.
  16. ^ Atti di Giovanni e Manuele Comneno, 5.1, p. 154.
  17. ^ a b c d e Kristó e Makk (1996), p. 198.
  18. ^ a b c Stephenson (2000), p. 249.
  19. ^ Makk (1994), p. 82.
  20. ^ a b c Makk (1989), p. 82.
  21. ^ Annali di Niceta Coniata, 4.127, pp. 72-73.
  22. ^ a b Bartl et al. (2002), p. 29.
  23. ^ Makk (1989), p. 83.
  24. ^ Atti di Giovanni e Manuele Comneno, 5.1, p. 155.
  25. ^ Makk (1989), p. 87.
  26. ^ Makk (1989), pp. 83, 157.
  27. ^ Kristó e Makk (1996), pp. 198-199.
  28. ^ a b c Kristó e Makk (1996), p. 199.
  29. ^ Makk (1989), pp. 82-83.
  30. ^ Chronica Picta, cap. 169.121, p. 139.
  31. ^ Makk (1989), pp. 82, 156.

Bibliografia

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Fonti primarie

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Fonti secondarie

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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