Legge elettorale italiana del 1860
La legge elettorale italiana del 1860 fu una legge elettorale maggioritaria adottata dal Regno di Sardegna e utilizzata dal Regno d'Italia per le elezioni dal 1861 (VIII legislatura) fino alle elezioni del 1880 (XIV legislatura).
Legge elettorale italiana del 1860 | |
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Titolo esteso | Legge 17 dicembre 1860, n. 4513 |
Stato | abrogata |
Tipo legge | Legge |
Legislatura | VII |
Schieramento | Destra storica |
Promulgazione | 17 dicembre 1860 |
A firma di | Vittorio Emanuele II di Savoia |
Abrogazione | 1882 |
Testo | |
Contesto storico
modificaA seguito delle nuove annessioni seguite alla spedizione dei Mille, fu attuata una riforma della legge elettorale del Regno di Sardegna del 1859.
Descrizione
modificaLa legge era un maggioritario a doppio turno: accedevano a ballottaggio i due candidati che al primo turno avessero ottenuto più voti. La base elettorale (unicamente maschile) era censitaria: potevano votare solo quei cittadini che pagassero almeno 40 lire di tasse all'anno, oppure 20 lire se potevano dimostrare alle urne di saper leggere e scrivere. Per tutti era richiesta la maggiore età fissata a 25 anni. Erano però ammessi anche magistrati, professori e ufficiali. Nell'Italia unita, questo sistema permetteva di far votare appena il 2% della popolazione del Regno. Il Senato del Regno, invece, era di nomina regia.
La legge rimase in vigore anche dopo l'unità d'Italia fino a quando il IV governo Depretis la sostituì con una nuova legge che abbassò la soglia censitaria e sostituì i collegi elettorali uninominali con dei collegi plurinominali.
La nuova legge fu impiegata per la prima volta nelle elezioni del 1882.
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