Lepista luscina (Fr.) Singer, 1951 è un fungo basidiomicete saprofita del genere Lepista, a sua volta appartenente alla famiglia delle Tricholomataceae.[2]

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Lepista luscina
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoFungi
DivisioneBasidiomycota
ClasseAgaricomycetes
OrdineAgaricales
FamigliaTricholomataceae
GenereLepista
SpecieL. luscina
Nomenclatura binomiale
Lepista luscina
(Fr.) Singer, 1951
Sinonimi
  • Melanoleuca luscina Métrod, 1949[1]
  • Agaricus luscinus (Fr.)
Lepista luscina
Caratteristiche morfologiche
Cappello
convesso
Lamelle
adnate
Sporata
rosa
Velo
nudo
Carne
immutabile
Ecologia
Commestibilità
commestibile

Descrizione

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Il cappello ha un diametro fino a 12 cm ed è convesso con bordo arricciato, leggermente solcato, negli esemplari giovani; con l'invecchiamento perde parte della convessità, fino a diventare anche leggermente concavo. La sua superficie è asciutta e liscia, a volte con scaglie fini attorno al centro, di colore marrone chiaro o grigiastro-bruno.[3]

Le lamelle sono spesse, adnate o lievemente decorrenti, a volte con un margine appena visibile, di colore variabile dal crema al giallo-marrone chiaro, spesso con una sfumatura rosa pallido negli esemplari più vecchi.[3]

Il gambo è alto fino a 7 cm, cilindrico, lievemente allargato verso la base, relativamente tozzo; la sua superficie è fibrosa, biancastra con sfumature ocra-marroni.[3]

La trama è di colore bianco crema o marrone chiaro, piuttosto dura e consistente ma più sottile vicino all'orlo del cappello. L'odore del fugno è vago, leggermente farinoso, mentre il sapore è piuttosto tenue, a volte un po' sgradevole.[3]

La sporata di L. luscina è di colore rosa pallido; le singole spore hanno forma ellissoidale, sono ricoperte da minuscole papille e misurano 4,5-7 per 3-4,5 micron.[3]

Distribuzione e habitat

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È quasi cosmopolita, essendo presente in America settentrionale, Europa, Asia, Australia (compresa la Tasmania) e Nuova Zelanda.[4] Fungo saprofita, si trova nelle foreste di conifere (in particolare di pini), tra i muschi e tra le erbe dei pascoli, nei giardini e sui bordi delle strade.

Commestibilità

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È un fungo commestibile, ma è gastronomicamente meno apprezzato di altri funghi del genere Lepista, come L.nuda e L. irina.[5]

  1. ^ (EN) Lepista luscina, su Species Fungorum.
  2. ^ (EN) Lepista luscina, su Index Fungorum. URL consultato il 19 dicembre 2023.
  3. ^ a b c d e (RU) Сиво-кафява леписта, su Manatarka. URL consultato il 19 dicembre 2023.
  4. ^ (EN) Distribuzione di Lepista luscina nel mondo, su GBIF. URL consultato il 19 dicembre 2023.
  5. ^ (PL) Władysław Wojewoda, Krytyczna lista wielkoowocnikowych grzybów podstawkowych Polski, a cura di W. Szafer Institute of Botany, Cracovia, Polish Academy of Sciences, 2003, ISBN 83-89648-09-1.

Bibliografia

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  • Antonio Testi, Funghi d'Italia, 6ª ed., Giunti, 2006, pp. 216-217.

Voci correlate

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Altri progetti

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