Lettowia nyassae (Oliv.) H.Rob., 2013 è una pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae. Lettowia nyassae è anche l'unica specie del genere Lettowia H.Rob. & Skvarla, 2013.[1][2][3]

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Lettowia nyassae
Immagine di Lettowia nyassae mancante
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaVernonioideae
TribùVernonieae
SottotribùErlangeinae
Genere Lettowia
H.Rob. & Skvarla, 2013
SpecieL. nyassae
Classificazione Cronquist
taxon non contemplato
Nomenclatura binomiale
Lettowia nyassae
(Oliv.) H.Rob., 2013

Etimologia

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Il nome generico (Lettowia) è stato dato in ricordo del colonnello Paul von Lettow-Vorbeck (1870–1964) combattente nell'Africa orientale tedesca nella prima guerra mondiale.[4]

Il nome scientifico della specie è stato definito per la prima volta dai botanici Daniel Oliver (1830-1916) e Harold Ernest Robinson (1932-2020) nella pubblicazione " PhytoKeys" ( PhytoKeys 25: 50 ) del 2013 .[5] Il nome scientifico del genere è stato definito per la prima volta dai botanici Harold Ernest Robinson (1932-2020) e John Jerome Skvarla (1935-2014) nella pubblicazione " PhytoKeys" ( PhytoKeys 25: 48) del 2013 .[6]

Descrizione

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Le specie di questa voce è una erbacea con cicli biologici perenni con portamento da eretto a decombente (altezza massima da 6 a 30 cm). Sono presenti dei rizomi striscianti e radici legnose. Spesso sulla superficie di queste piante sono presenti peli irsuti oppure lunghi peli bianchi.[2][4][7][8][9]

Le foglie sono disposte in modo alterno in formazioni rosulate (disposizione a rosette basali sciolte) con piccioli stretti. La lamina in genere è intera con forme da oblanceolate a obovate con apici ottusi e cuneata verso il picciolo; la consistenza può essere membranacea. Le venature normalmente sono pennate. I margini sono continui, più chiari (nella parte abassiale). La superficie può essere pubescente (quasi tomentosa in quella abassiale); sulla parte adassiale sono presenti alcuni punti ghiandolari (di più di sotto). Dimensione della lamina: larghezza 1,5 cm; lunghezza 9 cm.

L'infiorescenza è formata da capolini irsuti solitari terminali sottesi da alcune piccole brattee. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro a forma campanulata composto da 15 - 20 squame (o brattee) disposte su circa 2 - 3 serie embricate e scalate che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori di tipo tubuloso. Le brattee dell'involucro, persistenti e con forme ovato-lanceolate e apici acuti (non spinosi), a volte sono divise in esterne e interne. Il ricettacolo normalmente è sprovvisto di pagliette (ricettacolo nudo). Lunghezza dello scapo: 5-11 cm. Dimensione dell'involucro: larghezza 1,6-1,8 cm; lunghezza 2 cm. Lunghezza delle brattee: 1,5 cm.

I fiori, circa 40 per capolino, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e actinomorfi.

*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[10]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la corolla, formata da un tubo imbutiforme terminanti in 5 lobi, può essere pubescente oppure cosparsa di ghiandole; in altri casi i lobi possono essere sericei o spinosi. Il colore è lavanda, ma anche viola, blu o porpora. Lunghezza della corolla: 12 mm (quella del tubo è di 7 mm).
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[11] Le antere hanno delle basi affusolate (le code sono corte e clavate); in genere sono prive di ghiandole. Il polline è del tipo triporato (con le fessure di germinazione costituite da tre pori) ma anche tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro)[12]; con polline triporato la parte più esterna dell'esina è sollevata a forma di creste e depressioni ("lophato"). Lunghezza delle antere: 3 mm.
  • Gineceo: lo stilo è filiforme con alla base uno stretto nodo anulare. Gli stigmi dello stilo sono due lunghi e divergenti; sono sottili, pelosi e con apice acuto. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Gli stigmi hanno la superficie stigmatica interna (vicino alla base).[13]

I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni hanno 5 - 7 coste con superficie sericea e punti ghiandolari. All'interno si può trovare in evidenza del tessuto di tipo idioblasto e rafidi di tipo lineare; non è presente il tessuto fitomelanina. Il carpodium (carpoforo) è strettamente anulare con piccole cellule quadrate. Il pappo è formato da circa 40 setole persistenti e barbate su due serie: quella esterna ha le squame lunghe circa 1,2-1,8 mm; quella interna ha le squame lunghe 8-10,5 mm.

Biologia

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  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat

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La specie di questa voce si trova solamente in Tanzania in preferenza su prati bruciati da 1 850 a 2 750 metri di quota.[2]

Tassonomia

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La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23 000 specie distribuite su 1 535 generi[14], oppure 22 750 specie e 1 530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1 679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][17][18]

Filogenesi

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Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Erlangeinae descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[19] Da un punto di vista filogenetico in base alle ultime analisi sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. I generi di Erlangeinae appartengono al subclade relativo all'Africa tropicale e meridionale (l'altro subclade africano comprende anche specie delle Hawaii) frammisti ai generi di altre sottotribù; si tratta quindi di un clade non ancora ben risolto filogeneticamente.[18]

La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[17]

  • le specie della sottotribù sono principalmente di origine Africana;
  • nella pubescenza sono presenti peli da asimmetrici a simmetrici a forma di "T";
  • alcune specie hanno delle foglie pennate divise in segmenti;
  • le infiorescenze in genere non sono sottese alla base da brattee fogliacee;
  • il polline varia da triporato a tricolporato;
  • gli acheni possono avere da 4 a 12 coste;
  • il pappo è cupoliforme.

In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù di questo genere (Erlangeinae), era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[18] La specie di questa voce in precedenza era anche descritta come appartenente al genere Vernonia con il nome di Vernonia nyassae Oliv., ora un sinonimo (sempre nel gruppo delle Vernonieae).[4]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 4 ottobre 2021.
  3. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 4 ottobre 2021.
  4. ^ a b c Robinson et al. 2013
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 4 ottobre 2021.
  6. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 4 ottobre 2021.
  7. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  8. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  9. ^ Judd 2007, pag.517.
  10. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  11. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  12. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  13. ^ Judd 2007, pag. 523.
  14. ^ Judd 2007, pag. 520.
  15. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  16. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  17. ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 165.
  18. ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 450.
  19. ^ Susanna et al. 2020.

Bibliografia

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  • Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
  • V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
  • Alfonso Susanna et al., The classification of the Compositae: A tribute to Vicki Ann Funk (1947–2019, in Taxon, vol. 69, n. 4, 2020, pp. 807-814.
  • Harold Robinson, Generic and Subtribal Classification of American Vernonieae (PDF) [collegamento interrotto], in Smithsonian Contributions to Botany, vol. 89, 1999, pp. 1-116.
  • Harold Robinson & John J. Skvarla, Lettowia, a new genus of Vernonieae from East Africa (Asteraceae), in PhytoKeys, vol. 25, 2013, pp. 47-53.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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