Levente d'Ungheria
Levente (tra 1010 e 1015 – 1047) fu un membro della dinastia degli Arpadi e pronipote di Taksony, gran principe dei magiari.
Levente | |
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Nascita | tra 1010 e 1015 |
Morte | 1047 |
Dinastia | Arpadi |
Padre | Vazul |
Madre | una donna del clan Tátony |
Religione | paganesimo |
Espulso dall'Ungheria nel 1031 o 1032, trascorse molti anni in Boemia, Polonia e nella Rus' di Kiev. Quando fece ritorno in patria, nel 1046, stava imperversando una rivolta pagana aizzata da chi desiderava allontanare le autorità ecclesiastiche cristiane e detronizzare il sovrano dell'epoca, ovvero Pietro Orseolo. Levente rimase un pagano devoto, ma non ostacolò il processo di salito al trono del fratello di fede cristiana e futuro re, Andrea I.
Biografia
modificaInfanzia
modificaLe cronache ungheresi riferiscono informazioni contraddittorie sulla sua discendenza.[1] Secondo un resoconto che non gode di grossa fortuna, Levente e i suoi due fratelli, Andrea e Béla, erano «figli di Ladislao il Calvo» e di sua «moglie della Rutenia», ovvero della Rus' di Kiev.[2][3][4] Più accreditata è invece quella versione la quale riferisce che i tre fratelli erano figli del fratello di Ladislao il Calvo, «Vazul[,] e di una ragazza del clan»di Tátony.[3][4]
Gli storici moderni concordano sul fatto che quest'ultima narrazione risulti più affidabile e confermano pressoché unanimemente che Levente nacque da Vazul e dalla sua concubina del clan di Tátony.[4][5][6][7] Tuttavia, gli storici discutono ancora se Levente fosse il figlio maggiore o minore dei tre.[5] Gyula Kristó, il quale sostiene che Levente fosse il figlio maggiore di Vazul, riferisce che nacque tra il 1010 e il 1015.[8]
Esilio e ritorno
modificaLevente, Andrea e Béla lasciarono l'Ungheria dopo che il padre fu accecato nel 1031 o 1032.[7][8] Stabilitisi inizialmente in Boemia, la lasciarono dopo aver vissuto, secondo la Chronica Picta condizioni di vita «povere e meschine», e si trasferirono alla corte di re Miecislao II di Polonia nel 1034 circa.[7][9][10] Mentre Béla decise di rimanere a Cracovia, Levente e Andrea si spostarono più a est, recandosi a Kiev.[7][11] Andrea decise di battezzarsi a Kiev, mentre Levente rimase un pagano strenuamente legato al culto tradizionale.[5][11][6]
Insoddisfatti delle politiche di re Pietro Orseolo, subentrato a Stefano I d'Ungheria, gli aristocratici magiari convinsero Levente e Andrea a fare ritorno in patria nel 1046.[12] Nel frattempo, in Ungheria era scoppiata una grande rivolta pagana guidata da un certo Vata nel corso della quale i ribelli riuscirono a fare prigioniero re Pietro.[13][14] I signori e i prelati ungheresi preferirono un monarca cristiano e offrirono la corona ad Andrea.[12] La Chronica Picta afferma che Levente «avrebbe senza dubbio corrotto tutta l'Ungheria con il paganesimo e l'idolatria».[15][16] Tuttavia, la stessa opera riferisce anche che Levente diede la corona, con «semplicità di spirito», ad Andrea, testimonianza che lascia intuire come Levente rinunciò volontariamente alla corona in favore del fratello.[13][16][17] Levente morì nel 1047 e fu sepolto in un insediamento situato lungo il Danubio che prendeva il nome dal suo bisnonno, Taksony; fu lì che, stando alla Chronica Picta, «si diceva fosse stato tumulato in una tomba pagana».[3][16]
Ascendenza
modificaGenitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Taksony d'Ungheria | Zoltán d'Ungheria | ||||||||||||
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Mihály | |||||||||||||
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Vazul | |||||||||||||
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Levente d'Ungheria | |||||||||||||
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Note
modifica- ^ Kristó e Makk (1996), pp. 68, 77.
- ^ Gesta Hunnorum et Hungarorum, cap. 2.44, p. 107.
- ^ a b c Chronica Picta, cap. 60.87, p. 113.
- ^ a b c Kristó e Makk (1996), p. 77.
- ^ a b c Tóth (1994), p. 408.
- ^ a b Engel (2001), p. 30.
- ^ a b c d Steinhübel (2011), p. 23.
- ^ a b Kristó e Makk (1996), p. 68.
- ^ Kristó e Makk (1996), pp. 68-69.
- ^ Chronica Picta, cap. 53.78, p. 110.
- ^ a b Kristó e Makk (1996), p. 69.
- ^ a b Kontler (1999), p. 59.
- ^ a b Steinhübel (2011), p. 25.
- ^ Kontler (1999), pp. 59-60.
- ^ Chronica Picta, cap. 60.86, p. 113.
- ^ a b c Kristó e Makk (1996), p. 71.
- ^ Chronica Picta, cap. 65.92, p. 115.
Bibliografia
modificaFonti primarie
modifica- Simone di Kéza, Gesta Hunnorum et Hungarorum, traduzione di László Veszprémy e Frank Schaer, CEU Press, 1999, ISBN 963-9116-31-9.
- Dezső Dercsényi, Leslie S. Domonkos (a cura di), Chronica Picta, Corvina, Taplinger Publishing, 1970, ISBN 0-8008-4015-1.
Fonti secondarie
modifica- (EN) Pál Engel, The Realm of St Stephen: A History of Medieval Hungary, 895-1526, I.B. Tauris Publishers, 2001, ISBN 1-86064-061-3.
- (EN) László Kontler, Millennium in Central Europe: A History of Hungary, Atlantisz Publishing House, 1999, ISBN 963-9165-37-9.
- (HU) Gyula Kristó e Ferenc Makk, Az Árpád-ház uralkodói [Sovrani della casata degli Arpadi], I.P.C. Könyvek, 1996, ISBN 963-7930-97-3.
- (EN) Ján Steinhübel, The Duchy of Nitra, in Slovakia in History, Cambridge University Press, 2011, pp. 15-29, ISBN 978-0-521-80253-6.
- (HU) Sándor László Tóth, Levente, in Korai magyar történeti lexikon (9-14. század) [Enciclopedia dell'Antica Storia Ungherese (IX-XIV secolo)], Akadémiai Kiadó, 1994, p. 741, ISBN 963-05-6722-9.