Lex Sempronia
Con lex Sempronia si fa riferimento a numerosi plebisciti proposti dai tribuni della plebe Tiberio e Gaio Sempronio Gracco nel 133 a.C., 123 o 122 a.C., che erano principalmente orientati a favore della plebe e della fazione dei populares. Possono anche fare riferimento ad altri procedimenti legislativi, come leggi comiziali, da parte di altri magistrati della gens Sempronia.
Leggi Sempronie | |
---|---|
Senato di Roma | |
Tipo | Plebisciti |
Nome latino | leges Semproniae |
Autore | Tiberio e Caio Sempronio Gracco |
Anno | 133, 123 e 122 a.C. |
Leggi romane |
Leges Semproniae Gracchae
modificaAlcune delle proposte di legge dei Gracchi entrarono in vigore come leges Semproniae e vennero nominate anche riforme graccane.
Leges Semproniae di Tiberio
modificaI plebisciti promulgati da Tiberio Sempronio Gracco si collocano nel 133 a.C., l'anno del suo tribunato della plebe, a seguito di cui fu ucciso.
Lex Sempronia agraria
modificaLa lex Sempronia agraria è il più grande dei provvedimenti presi da Tiberio Gracco, in un plebiscito che scatenò non poche opposizioni da parte degli ottimati. La legge stabiliva che ogni pater familias poteva possedere 500 iugeri di terreno, più 250 per ogni figlio fino a un massimo di 1000 iugeri; la maggior parte degli appezzamenti venne tolto ai grandi latifondi e ridistribuito tramite una commissione di triumviri, di cui faceva parte Tiberio, il fratello Caio e Appio Claudio. Dopo una probabile lex de lege Sempronia agraria abroganda, fu ripresa dal fratello Gracco e ampliata dalla lex Julia agraria del 59 a.C.[1]
Lex Sempronia agraria altera
modificaUn altro plebiscito di Tiberio, forse parte della lex agraria. Viene concessa ai triumviri della commissione della lex agraria anche il potere di giudicare sulle controversie di natura pubblica e privata degli appezzamenti terrieri. Vengono qualificati come triumviri agris d(andis) a(dsignandis) i(udicandis).[2]
Lex Sempronia de magistratu Marco Octavio abrogando
modificaPlebiscito in cui il tribuno della plebe Marco Ottavio viene deposto dalla sua carica perché "ha agito contro gli interessi della plebe", dal momento che aveva molte volte posto il veto sulla lex agraria, la quale era di chiaro vantaggio per la plebe. Si tratta del primo esempio di deposizione di un tribuno della plebe (abrogatio potestatis tribuniciae).[3]
Leges Semproniae di Caio
modificaGli anni dell'attività politica di Caio Gracco si collocano nel suo primo e secondo tribunato, rispettivamente nel 123 e nel 122 a.C.; non riuscì a vincere le elezioni per il 121 a.C. e in quell'anno fu assassinato.
Lex Sempronia agraria
modificaCirca dieci anni dopo l'uccisione di Tiberio Gracco, nel 123 a.C. Caio riprese l'iniziativa dei populares e fece nuovamente passare la lex agraria, che non aveva fatto in tempo a entrare in vigore. Oltre riprendere la riforma del fratello per porla in atto, pare che abbia anche esteso le disposizioni per tutti i Latini.[4]
Lex Sempronia frumentaria
modificaFu la prima delle leges frumentariae: disponeva che l'aerarium doveva acquistare del grano in Sicilia e fare in modo che giungesse al porto di Ostia. Ogni cives avrebbe poi avuto diritto a ricevere una determinata quantità di grano, probabilmente 5 modii, al prezzo di senos aeris et trientes, ossia di sei assi e un terzo.[5][6][7][8] Probabilmente a seguito di questa legge furono edificati gli horrea semproniana citati da Plutarco nelle Vite parallele di Tiberio e Caio Gracco.[9]
Lex Sempronia militaris
modificaVengono affidate alle casse statali le spese per l'equipaggiamento militare e viene imposto il limite di età a 17 anni per i reclutamenti. Probabilmente abrogata dalla lex Iunia militaris del 109 a.C.[10]
Lex Sempronia de abactis
modificaStabiliva che un magistrato destituito per volere popolare non poteva ricoprire altre magistrature.[11] In seguito fu abrogata per richiesta della madre Cornelia.[12]
Lex Sempronia de provincia Asia
modificaCon questa legge venivano regolate le decime nella provincia d'Asia con contratti firmati da censori.[13][14]
Lex Sempronia de capite civis Romani
modificaViene limitata l'istituzione di quaestiones extraordinariae nell'ambito giudiziario, e vengono rimesse al popolo le decisioni sui processi con la pena di morte (ne de capite civium Romanorum iniussu populi iudicaretur): viene quindi rafforzato il diritto della provocatio ad populum nei processi capitali, in modo da evitare che alcuni di questi passassero come perduellio (reato che non ammetteva la provocatio ad populum) e i magistrati che trascuravano o non tenevano in considerazione questo diritto sono penalmente perseguibili.[15]
Lex Sempronia de Publio Popilio Laenate
modificaPlebiscito indetto, sulla base della lex Sempronia de capite civis Romani, per istituire una quaestio extraordinaria contro Publio Popilio Lenate, che aveva istituito un processo iniussu populi, ossia "non per volere del popolo", contro il fratello Tiberio e i suoi sostenitori. Popilio si autoesiliò prima dell'esito del giudizio.[16]
Lex Sempronia de sicariis et veneficiis
modificaLegge dalla dubbia esistenza, avrebbe stabilito ne quis iudicio circumveniretur, ossia "che nessuno sia incastrato in un processo". Ancora adesso è molto dibattuta e non sono chiare le disposizioni.[14][17]
Lex Sempronia de coloniis Tarentum et Capuam deducendis
modificaProvvedimento legislativo per la deduzione di diverse colonie, tra cui Taranto, Capua e forse anche Scolacium.[14][17]
Lex Sempronia de noviis portoriis
modificaAvrebbe introdotto nuovi pedaggi, tasse e disposizioni relative agli appalti dei publicani.[18]
Lex Sempronia de provinciis consularibus
modificaDel 123 o del 122 a.C., questa legge, particolarmente importante, stabilì che la scelta a sorte e l'ornatio (ossia il calcolo e la consegna delle spese per il governatore) delle province dovevano essere effettuate dal Senato prima delle elezioni consolari, per impedire ogni ingerenza dei nuovi eletti; la legge prevedeva anche l'esclusione dello ius intercessionis da tale senatoconsulto.[14][18]
Lex Sempronia viaria
modificaDel 123 o 122 a.C., chiamata anche lex Sempronia de viis muniendis, ordinò la costruzione di strade per migliorare le vie di comunicazione, di granai (horrea) e di edifici pubblici. Potrebbe essere una disposizione della lex Sempronia agraria, resa necessaria dalla frammentazione dei piccoli appezzamenti terrieri.[14][19]
Note
modifica- ^ Rotondi, pp. 298-299.
- ^ Rotondi, p. 300.
- ^ Rotondi, p. 301.
- ^ Rotondi, p. 307.
- ^ Marco Tullio Cicerone, Pro Sestio, p. 103.
- ^ Marco Tullio Cicerone, Brutus, p. 222.
- ^ Marco Tullio Cicerone, De officiis, II, 72.
- ^ Scholia Bobiensia, II, 96.
- ^ Rotondi, pp. 307-308.
- ^ Rotondi, p. 308 e p. 324.
- ^ Rotondi, p. 308.
- ^ Broughton, p. 513.
- ^ Rotondi, pp. 329-330.
- ^ a b c d e Broughton, p. 514.
- ^ Broughton, pp. 309-310.
- ^ Rotondi, p. 309.
- ^ a b Rotondi, p. 310.
- ^ a b Rotondi, p. 311.
- ^ Rotondi, pp. 311-312.
Bibliografia
modifica- (EN) T. Robert S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, vol. 1, New York, American Philological Association, 1951.
- Giovanni Rotondi, Leges publicae populi Romani. Elenco cronologico con una introduzione sull'attività legislativa dei comizi romani, in Enciclopedia Giuridica Italiana, Milano, Società editrice libraria, 1912.