Lina Banzi

altista, velocista, discobola e ginnasta italiana

Lina Banzi (Milano, 1906 – ...) è stata un'altista, velocista, discobola e ginnasta italiana.

Lina Banzi
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
Atletica leggera
SpecialitàVelocità
Salto in alto
Lancio del disco
Record
200 m 28"6 (1922)
Alto 1,40 m[1] (1923)
Ginnastica artistica
Società Pro Patria et Libertate
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Partecipò alla prima edizione dei campionati italiani assoluti di atletica leggera aperti alle donne, conquistando il titolo italiano nel salto in alto e nella staffetta 4×75 metri. Negli 1926 ottenne altri due titoli italiani, nel salto in alto e nel lancio del disco a due mani, l'unico che sia mai stato assegnato nella storia dell'atletica italiana.

Biografia

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Nacque a Milano nel 1906 e si trasferì qualche anno dopo a Busto Arsizio con la famiglia.[2] Si diplomò maestra e, abbandonata la carriera agonistica, si dedicò all'insegnamento dell'educazione fisica, dapprima a Legnano, poi a Gallarate e infine a Olgiate Olona, presso l'istituto antitubercolare di Villa Greppi-Gonzaga.[2]

Sul foglio Humanitas dell'istituto antitubercolare di Olgiate Olona datato 30 novembre 1930 si può leggere un giudizio sul suo insegnamento:

«Questa insegnante in pochi mesi ha fatto dei nostri bambini dei veri soldatini ed è veramente piacevole vederli al suono della loro fanfara, sfilare elegantemente e superbamente davanti al tricolore»

Nel 1932 fu ammessa all'Accademia superiore femminile di educazione fisica di Orvieto, conseguendo il diploma nel 1946. Continuò ad insegnare l'educazione fisica a Orvieto e successivamente in ambito milanese, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale.[2]

Campionati nazionali

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1923
1926
  •   Oro ai campionati italiani assoluti, salto in alto - 1,30 m
  •   Oro ai campionati italiani assoluti, lancio del disco a due mani - 44,13 m
  •   Bronzo ai campionati italiani assoluti, salto misto - 3,40 m
  1. ^ (EN) Track and Field Statistics - Lina Banzi, su trackfield.brinkster.net. URL consultato il 2 gennaio 2014.
  2. ^ a b c Maria Canella, Sergio Giuntini, Sport e Fascismo, Milano, FrancoAngeli, 2009. URL consultato il 2 gennaio 2013.

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