Little Richard

cantautore, pianista e attore statunitense (1932-2020)

Little Richard, pseudonimo di Richard Wayne Penniman (Macon, 5 dicembre 1932Tullahoma, 9 maggio 2020), è stato un cantautore, pianista e attore statunitense. Definito "The Architect of Rock and Roll", ("L'Architetto del Rock and Roll") Richard è stato una figura di grande influenza sulla storia della musica e sul costume del XX secolo. I suoi lavori più celebrati appartengono soprattutto agli anni cinquanta, periodo nel quale, grazie a una ritmica martellante e a un sound di grande impatto, evidenziati dal suo pianismo e da una ragguardevole band, uniti a un vocalismo innovativo e a un look sgargiante ed elegante al contempo, fu uno dei musicisti che spinsero il genere del rock and roll a nascere e a diffondersi, diventando uno dei primi rocker a impersonare lo stile trasgressivo e provocatorio del genere.[1]

Little Richard
Little Richard nel 2007
NazionalitàStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
GenereRock and roll
Rhythm and blues
Soul
Funk
Gospel
Periodo di attività musicale1951 – 2013
StrumentoVoce, pianoforte
EtichettaAtlantic, Bell, Brunswick, Coral, Critique, Elektra, End, Guest Star, Kent, Lost-Nite, Mainstream, Manticore, MCA, Mercury, Modern, Okeh, Peacock, RCA Victor, Reprise, Specialty, Vee Jay, Warner Bros., WTG
Album pubblicati48

La sua musica ha avuto un profondo impatto su generi come il soul e il funk e influenzò numerosi cantanti e musicisti dall'epoca rock al rap. Questa importanza ha portato Little Richard a essere stato più volte onorato da varie istituzioni: è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, nella Songwriters Hall of Fame, e ha ottenuto svariati riconoscimenti.[2] La sua canzone Tutti Frutti fu inserita nel 2010 nella Biblioteca del Congresso per il suo "sound ritmato e irresistibile, sposato a un'interpretazione vocale unica, che annunciò una nuova era per la storia della musica".[3]

Biografia

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Little Richard è un pioniere dei primi sviluppi del rock and roll. L'inizio della sua carriera discografica, negli anni cinquanta, è caratterizzato dalla mescolanza di elementi del blues e del rhythm and blues, con forti influenze gospel.

Richard Wayne Penniman nacque a Macon, in Georgia, terzo di dodici figli nati da Charles "Bud" Penniman Sr. e sua moglie Leva Mae Stewart. Richard crebbe in una famiglia molto religiosa nella quale la musica era parte integrante delle loro vite; la famiglia si esibiva come gruppo canoro in varie chiese locali con il nome d'arte "The Penniman Singers". I suoi parenti lo soprannominarono War Hawk, a causa della sua potente voce stridente e acuta. All'età di dieci anni, ispirato dalla figura di Brother Joe May, un cantante evangelista conosciuto come "The Thunderbolt of the West (Il fulmine del West), Penniman decise di voler diventare un prete da grande.[4]

Abitando in un quartiere afroamericano, Richard aveva qualche raro contatto con persone bianche a causa della segregazione razziale.[5] Giunto alle scuole superiori, Penniman suonava il sassofono nella banda della scuola. Ben presto perse interesse nello studio e iniziò a esibirsi in diversi spettacoli amatoriali.[6]

Anni cinquanta: Rock 'n' Roll & successo

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Una immagine promozionale di Little Richard (1957)

Penniman iniziò la sua carriera di registrazione il 16 ottobre 1951[7] imitando lo stile influenzato dalla musica gospel di artisti della fine degli anni quaranta come Billy Wright,[8] ma non raggiunse il successo fino al 1955, quando, sotto la guida dell'esperto produttore Robert "Bumps" Blackwell, iniziò a registrare in uno stile che aveva utilizzato per anni durante le esibizioni dal vivo,[9] e che consisteva in ritmi veloci, percussioni forti, un suono funky del sassofono, un cantato gospel sopra le righe, grida, spasmi e gemiti, accompagnati a una combinazione di musica boogie-woogie e rhythm and blues.

Nell'ottobre 1951, Penniman aveva ottenuto un contratto con la RCA Camden, ma ben presto fu colpito da un grave lutto. Infatti, suo padre venne ucciso da un colpo di pistola mentre lui si stava esibendo in un locale il 12 gennaio 1952.[6] Due anni dopo la tragedia, passò a incidere per la Peacock Records.[10] Richard pubblicò regolarmente dischi nel periodo 1951-1954, ma nessuno di essi si rivelò un successo. Dopo sole due sedute di registrazione con la Peacock nel 1953,[11] Penniman, insoddisfatto dell'andamento della sua carriera solista, formò un gruppo musicale R&B dal nome "The Upsetters".

La band era composta dal batterista di New Orleans Charles "Chuck" Connors e da due sassofonisti, incluso Wilbert "Lee Diamond" Smith.[12] Nel 1955, al gruppo si aggiunsero altri due sassofonisti, Clifford "Gene" Burks e Grady Gaines, che presto si guadagnò il ruolo di leader,[13] insieme a Olsie "Baysee" Robinson al basso, e a Nathaniel "Buster" Douglas alla chitarra.[14] Richard Penniman inviò una demo alla Specialty Records nel 1955, e partecipò a una sessione di registrazione a New Orleans, in una pausa della quale cominciò a cantare Tutti Frutti, una canzone riproposta negli anni a seguire da molti artisti, tra i quali Elvis Presley, la cui versione del 1956 è rimasta celebre.

 
Il 45 giri Good Golly, Miss Molly

Questo brano, con parti trascinanti di batteria, sassofono e pianoforte, un beat veloce e testi ripuliti, è, con Lucille, il più famoso tra quelli composti da Little Richard, che negli anni successivi registrò numerosi altri successi, tra cui Long Tall Sally, Slippin' and Slidin, Jenny, Jenny e Good Golly, Miss Molly. Altri brani conosciuti, sia scritti che interpretati da lui sono Don't Deceive Me, Devil With a Blue Dress on, Keep a Knockin', Rip It Up, Land of a Thousand Dances e You Know You Make Me Wanna Shout. Penniman, insieme alla sua band, iniziò a girare in lungo e in largo tutti gli Stati Uniti suonando i suoi successi negli stadi e nelle sale concerto delle principali città del Paese.[15]

Durante le sue esibizioni, le persone afroamericane si mischiavano con quelle bianche in un periodo in cui negli Stati Uniti d'America (in prevalenza negli Stati del sud) vigevano severe leggi segregazioniste che imponevano che nei luoghi pubblici (inclusi i concerti) ci fossero zone separate riservate ai "bianchi" e ai "neri". Invece il pubblico di Richard, iniziava ad assistere al concerto effettivamente diviso in zone separate, ma il più delle volte le persone si mischiavano insieme.[16] Associazioni segregazioniste del Sud degli Stati Uniti d'America, come la North Alabama White Citizens Council (Consiglio dei cittadini bianchi del Nord dell'Alabama), protestarono vivacemente mandando in onda spot in televisione, che mettevano in guardia la popolazione affermando che "il Rock n Roll è parte di un complotto comunista per danneggiare i valori morali della gioventù statunitense. È pieno di riferimenti sessuali, immorale e...avvicina le persone di etnie diverse le une alle altre".[17]

Il successo di Little Richard era comunque così trascinante, che persino nel sud dove il segregazionismo imperava, i pregiudizi verso gli artisti afroamericani che si esibivano in locali per bianchi andarono lentamente scemando.[18] Non solo la sua musica o il fatto che fosse un nero scandalizzava i benpensanti dell'epoca, ma anche il suo spregiudicato look composto da abiti sgargianti, colorati, esagerati, la sua celebre pettinatura imbrillantinata e il trucco sugli occhi che gli davano un'aureola di pericolosa "lascivia", inedita per un cantante degli anni cinquanta.

Conversione al Cristianesimo

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Raggiunto finalmente il successo, Little Richard lasciò il music business improvvisamente nel 1957, a metà di un tour australiano, per entrare in un'università cristiana nell'Alabama e intraprendere la carriera di predicatore. In questo periodo pubblicò solo qualche brano gospel nei primi anni sessanta, mentre la Speciality Records pubblicò alcuni suoi nuovi brani basati su registrazioni del passato.

Anni sessanta: Il ritorno sulle scene

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Little Richard (1966)

Nel 1962, Little Richard tornò sulla scena con un tour nel Regno Unito, ricevuto con entusiasmo e con il supporto di Rolling Stones e Beatles, suoi fan da tempo. Il 1º marzo 1964, Little Richard reclutò il giovane Jimi Hendrix come nuovo membro della sua band,[19] Hendrix iniziò a vestirsi come lui e a farsi crescere i baffi proprio come li portava Penniman.[20] Hendrix andò in tour con Penniman e suonò in circa una dozzina di tracce per la Vee Jay Records tra la primavera del 1964 e il 1965 prima di lasciare il gruppo.[21] Tre singoli, inclusa una reinterpretazione di Whole Lotta Shakin' Goin' On, entrarono in classifica riscuotendo un successo contenuto.[22]

Nel 1966 e nel 1967, Penniman registrò due album di musica soul per la Okeh Records, insieme al suo vecchio amico degli anni cinquanta, Larry Williams, come produttore, e con Johnny Guitar Watson alla chitarra.[23] Il primo disco produsse il singolo di successo Poor Dog.[24] Nell'agosto 1967, il secondo album, che consisteva in una raccolta di esibizioni in concerto all'Okeh Club, riportò Penniman nella classifica dei 200 album più venduti d'America stilata da Billboard, dopo circa dieci anni di assenza. Questo periodo di rinnovato successo fece ricadere Penniman nello stile di vita pieno di orge bisessuali e stravizi che lo aveva portato a convertirsi al fondamentalismo cristiano sul finire degli anni cinquanta, inoltre iniziò ad abusare pesantemente di cocaina.[25]

Con l'emergere del movimento Black Power alla fine del decennio, Penniman fu "caldamente" consigliato di esibirsi strettamente per un pubblico di soli neri. Egli rifiutò perché non voleva vietare a nessuno la possibilità di assistere a un suo spettacolo.[26] per tutto il resto del decennio, rimase una figura di spicco nel music business, facendo frequenti concerti negli Stati Uniti e in Europa, come anche in Messico e in Canada.

Anni settanta: declino e rinascita

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Penniman continuò a vivere "pericolosamente" per gran parte degli anni settanta[27] e sviluppò dipendenze da diversi tipi di droga.[28] Nel frattempo, lui e suo fratello fondarono la loro propria compagnia, la Bud Hole Incorporated.[29] Nel 1977, Penniman arrivò a un punto di non ritorno. Due suoi cari amici, un fratello e un nipote che amava come un figlio, morirono, e lui quasi rischiò di essere ucciso dal suo vecchio amico Larry Williams, che, mentre era in crisi d'astinenza, gli puntò una pistola contro minacciando di ucciderlo se non gli avesse dato del denaro per la droga.

In quello che Richard ricorda come il momento più terrorizzante di tutta la sua vita, Penniman si ricordò di avere un po' di contanti in tasca e prontamente li diede a Williams, che quindi lo lasciò andare.[30] Dopo questo brutto episodio e i lutti subiti, Penniman decise di cambiare definitivamente stile di vita e tornò all'evangelismo cristiano.[31] Lasciò contemporaneamente anche le scene, dichiarando che non era possibile conciliare una carriera da rockstar con la volontà di servire il Signore.

Anni ottanta, novanta e oltre

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Little Richard nel 1988 intervistato al 60º Academy Awards
 
Il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton si complimenta con Little Richard dopo un'esibizione a Washington nel 1994

Penniman continuò a evangelizzare le folle in circa 250 occasioni durante la prima metà degli anni ottanta, alle volte in piccole chiese, altre in auditorium da 21.000 posti. Le sue prediche vertevano principalmente sulla necessità dell'eguaglianza tra le etnie e il redimere dai peccati la propria anima grazie all'amore del Signore, prendendo spunto dal suo rinnegato passato da alcolista, drogato e omosessuale.[32] Quindi si riconciliò con il mondo della musica, tornando a esibirsi in concerto, indicando di aver compreso che era possibile servire Dio anche attraverso la musica, rendendo felici le persone.

Nel 1985 fece un cameo in Miami Vice (ep. 2x04). Nello stesso anno rimase vittima di un grave incidente stradale che lo costrinse al ricovero al Cedars Sinai Hospital di Los Angeles.

Nel 1986 Penniman fece una comparsata nel film Su e giù per Beverly Hills, ricevendo buone recensioni per la sua prova di attore.[33] Nel 1987 viene in Italia, invitato da Adriano Celentano a partecipare come ospite in una puntata del suo show Fantastico 8: per il "molleggiato" è una irripetibile occasione di duettare, cantando insieme ad uno dei suoi idoli musicali di inizio carriera (tra i suoi primissimi 45 giri, incisi dal 1958, vi erano infatti alcune cover proprio di Penniman).

Nel 1988, apparve nell'album tributo Folkways: A Vision Shared (per il brano The Rock Island Line, affiancato dai Fishbone)[34] ed eseguì la canzone portante della colonna sonora del film I gemelli insieme a Philip Bailey.

Recitò anche un sermone e cantò il coro di sottofondo nella versione live estesa del brano degli U2 e di B.B. King When Love Comes to Town del 1989.[35] Penniman rimase attivo per tutti gli anni novanta, facendo della apparizioni, di tanto in tanto, in televisione, concerti, videoclip musicali, spot, film, e registrando nuovi brani.[36]

Nel 1990, registrò un frammento di parlato rap per la canzone Elvis Is Dead dei Living Colour (featuring Maceo Parker al sax) e in seguito suonò il brano insieme al gruppo dal vivo in TV.[37][38][39] Da quel momento Little Richard ha avuto una carriera periodica nel cinema, pubblicando occasionalmente nuove opere e mantenendo il suo status come pioniere del rock and roll.

Nel 1991 partecipò, nel ruolo di se stesso, nell'episodio Colonna sonora per un delitto, della serie TV Colombo.

Nel 2000 è stato realizzato un biophic televisivo per la NBC sulla sua vita, interpretato dal cantante Leon e diretto da Robert Townsend per il quale fu anche tra i produttori esecutivi.

Continuò ad esibirsi in pubblico fino al 2013, anno del suo ultimo concerto a Las Vegas.

La morte

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Penniman è deceduto il 9 maggio 2020 a causa di un tumore osseo, all'età di 87 anni. A darne notizia il figlio Danny con un comunicato alla rivista Rolling Stone.[40][41]

Lascito artistico

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Little Richard in concerto

Penniman ha influenzato lo sviluppo di diversi generi musicali di primo piano nel ventesimo secolo ed è stato anche importante nella formazione di altri celebri artisti. James Brown, che riteneva Penniman il suo "idolo",[42] affermò che egli era stato il primo a mischiare il funk con il rock and roll negli anni cinquanta.[31] Otis Redding riteneva che Penniman avesse contribuito significativamente allo sviluppo della musica soul.[43] Penniman è stato citato come fonte primaria di ispirazione da numerosi altri artisti di successo. Nel 1989, Ray Charles lo presentò durante il The Legends of Rock n Roll concert, definendolo "un uomo che diede inizio a un genere di musica che gettò le basi per molto di quello che venne in seguito".

Bo Diddley disse che "Little Richard era un genio dello show business unico nel suo genere, e che aveva influenzato molte persone nel music business".[44] Paul McCartney ha confessato di aver sempre idolatrato Penniman quando andava a scuola da ragazzo, e che avrebbe voluto saper cantare come lui.[45] Mick Jagger definì Penniman "il creatore" e "il suo primo idolo".[46] Durante gli anni scolastici, Bob Dylan dichiarava spesso che la sua ambizione più grande sarebbe stata quella di entrare a far parte del gruppo musicale di Little Richard.[47] Nel 1966, Jimi Hendrix avrebbe detto: «Voglio riuscire a fare con la mia chitarra quello che Little Richard fa con la sua voce».[48] Bob Seger,[49] John Fogerty,[50] David Bowie,[51] Bon Scott,[52] Angus Young,[53] Freddie Mercury,[54] e Rod Stewart[55] sono alcuni degli altri artisti che hanno citato Penniman come loro influenza primaria.

Discografia

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia di Little Richard.

Singoli (parziale)

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Filmografia

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Apparizioni come attore

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Televisione

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  • Miami Vice – serie TV, 1 episodio (1985)
  • Bustin' Loose – serie TV, 3 episodi (1987-1988)
  • Goddess of Love – film TV (1988)
  • Mother Goose Rock 'n' Rhyme – film TV (1990)
  • Bill & Ted's Excellent Adventures – solo doppiaggio, serie TV animata, 2 episodi (1990)
  • Colombo – serie TV, episodio 10x03 (1991) - cameo
  • Martin – serie TV, 1 episodio (1992)
  • Baywatch – serie TV, 1 episodio (1995)
  • The Crew – serie TV, 1 episodio (1995)
  • The Late Shift – film TV (1996)
  • Rudy Coby: Ridiculously Dangerous – special TV animato (1996) - solo doppiaggio
  • The Drew Carey Show – serie TV, 1 episodio (1997)
  • Homeboys in Outer Space – serie TV, 1 episodio (1997)
  • Night Man – serie TV, 1 episodio (1997)

Apparizioni come se stesso

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Televisione

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  • 33 1/3 Revolutions Per Monkee – film TV (1969)
  • The War to Settle the Score – film TV (1985)
  • Women in Prison – serie TV, 1 episodio (1987)
  • Christmas at Pee Wee's Playhouse – film TV (1988)
  • Blossom - Le avventure di una teenager – serie TV, 1 episodio (1991)
  • Colombo – serie TV, episodio 10x03 (1991) - cameo
  • The Jaleel White Special – film TV (1993)
  • Sesame Street Jam: A Musical Celebration – film TV (1993)
  • Hearts Afire – serie TV, 1 episodio (1993)
  • Gli amici di papà – serie TV, 1 episodio (1994)
  • Una vita da vivere – serie TV, 1 episodio (1995)
  • Muppets Tonight – serie TV, 1 episodio (1995-1998)
  • Sesamo apriti – serie TV, 6 episodi (1995-1998)
  • I Simpson – serie TV animata, 1 episodio (2003) - doppiaggio
  • Las Vegas – serie TV, 1 episodio (2004)
  • Febbre d'amore – serie TV, 1 episodio (2008)

Documentari

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  • The Little Richard Story (1980) – distribuito nel 1990

Televisione

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  • It's Little Richard – documentario (1964)
  • Little Richard: Portrait of a Legend – documentario (1977)

Direct to video

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Documentari in cui appare come se stesso

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Direct to video

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Televisione

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  • Questo è Tom Jones (1969)
  • All You Need Is Love – serie di documentari, episodio dedicato a Little Richard (1973)
  • The South Bank Show – serie di documentari, episodio dedicato a Little Richard (1985)
  • Arena – serie di documentari, episodio dedicato a Little Richard (1985)
  • Happy Birthday, Bugs!: 50 Looney Years (1990)
  • Voices That Care (1991)
  • Golden Age of Rock'n'Roll – serie di documentari, episodio dedicato a Little Richard (1991)
  • The History of Rock 'n' Roll – serie di documentari, 4 episodi dedicati a Little Richard (1995)
  • Rock 'n' Roll – miniserie di documentari, 2 episodi dedicati a Little Richard (1995)
  • Sinatra: 80 Years My Way – documentario televisivo (1995)
  • Without Walls – serie di documentari, 1 episodio dedicato a Little Richard (1996)
  • Dancing in the Street – serie di documentari, 1 episodio dedicato a Little Richard (1996)
  • E! True Hollywood Story – serie di documentari, 1 episodio dedicato a Little Richard (1998)
  • Power Vision - Pop Galerie – serie di documentari, 1 episodio dedicato a Little Richard (1998)
  • Motown 40: The Music Is Forever – film TV documentario (1998)
  • Quincy Jones... The First 50 Years – film TV documentario (1998)
  • E! Mysteries & Scandals – serie di documentari, 1 episodio dedicato a Little Richard (1999)
  • Hollywood Rocks the Movies: The Early Years (1955-1970) – film TV documentario (2000)
  • The Kennedy Center Honors: A Celebration of the Performing Arts – film TV documentario (2000)
  • Rock, Rhythm & Doo Wop – film TV documentario (2001)
  • It's Black Entertainment – film TV documentario (2002)
  • Behind the Music – serie di documentari, 1 episodio dedicato a Little Richard (2002)
  • American Masters – serie di documentari, 1 episodio dedicato a Little Richard (2003)
  • Seven Ages of Rock – serie di documentari, 1 episodio dedicato a Little Richard (2007)

Riconoscimenti

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  1. ^ Little Richard, su scaruffi.com. URL consultato il 18 luglio 2022.
  2. ^ Gli furono stati consegnati i Lifetime Achievement Awards da The Recording Academy e dalla Rhythm and Blues Foundation.
  3. ^ Nel 2010 "Tutti Frutti" fu inclusa nell'Archivio nazionale delle registrazioni della Biblioteca del Congresso in 2010 con la giustificazione che "la sua eccezionale espressività su un irresistibile beat annunceiava una nuova epoca della musica."
  4. ^ White (2003), pp. 15-17.
  5. ^ (EN) Crossing racial lines: Meeting friends they never had, su CNN.com, CNN, 12 novembre 2009. URL consultato l'11 maggio 2010.
  6. ^ a b (EN) BBC - h2g2 - Little Richard, su feeds.bbc.co.uk. URL consultato il 18 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2013).
  7. ^ (EN) This Day in Music: October 16th, su gibson.com (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2011).
  8. ^ White (2003), pp. 25-27.
  9. ^ White (2003), p. 55.
  10. ^ White (2003), pp. 263-264.
  11. ^ (EN) Gaines, Grady 1934–, su Encyclopedia.com. URL consultato il 18 luglio 2022.
  12. ^ White (2003), pp. 38-39.
  13. ^ (EN) Bill Dahl, Grady Gaines, su AllMusic. URL consultato il 15 febbraio 2010.
  14. ^ White (2003), p. 82.
  15. ^ (EN) Chuck Berry - Mr. Rock'n'Roll, su Chuckberry.de. URL consultato il 18 settembre 2010.
  16. ^ White (2003), pp. 69-70.
  17. ^ White (2003), pp. 82-83.
  18. ^ White (2003), p. 65.
  19. ^ White (2003), p. 132.
  20. ^ White (2003), p. 126.
  21. ^ White (2003), pp. 249-251.
  22. ^ White (2003), pp. 267-268.
  23. ^ White (2003), pp. 253-255.
  24. ^ White (2003), p. 268.
  25. ^ White (2003), pp. 154-155.
  26. ^ White (2003), p. 151.
  27. ^ White (2003), p.166.
  28. ^ White (2003), pp. 204, 205.
  29. ^ White (2003), p. 168.
  30. ^ White (2003), pp. 186-191.
  31. ^ a b c (EN) Little Richard: inducted in 1986 | The Rock and Roll Hall of Fame and Museum, su Rockhall.com. URL consultato il 18 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2010).
  32. ^ White (2003), pp. 203-214.
  33. ^ White (2003), p. 221.
  34. ^ (EN) Folkways: A Vision Shared - A Tribute to Woody Guthrie & Leadbelly: Tribute to Guthrie, Leadbell: Amazon.ca: Music, su Amazon.ca. URL consultato il 18 settembre 2010.
  35. ^ (EN) U2ography | April 1989 Archives, su u2station.com, 1º aprile 1989. URL consultato il 18 settembre 2010.
  36. ^ Little Richard, su IMDb.
  37. ^ (EN) Elvis Is Dead: Living Colour: MP3 Downloads, su Amazon.com. URL consultato il 18 luglio 2022.
  38. ^   Broadcast Yourself [collegamento interrotto], su YouTube. URL consultato il 18 settembre 2010.
  39. ^   Living Colour - Elvis Is Dead (Live On Arsenio), su YouTube, 24 aprile 2008. URL consultato il 18 luglio 2022.
  40. ^ (EN) David Browne, Little Richard, Founding Father of Rock Who Broke Musical Barriers, Dead at 87, su Rolling Stone, 9 maggio 2020. URL consultato il 9 maggio 2020.
  41. ^ (EN) Douglas Wolk, Little Richard, Early Rock Architect and Hitmaker, Dead at 87: Report, su Billboard, 9 maggio 2020. URL consultato il 9 maggio 2020.
  42. ^ White (2003), p. 229.
  43. ^ White (2003), p. 231.
  44. ^ White (2003), p. 226.
  45. ^ White (2003), pp. 114-115.
  46. ^ White (2003), pp. 119-120.
  47. ^ (EN) Robert Shelton, No Direction Home: The Life and Music of Bob Dylan, Da Capo Press, 2003, p. 39, ISBN 978-0-306-81287-3.
  48. ^ White (2003), pp. 125-128, 131-132, 163 e 228.
  49. ^ (EN) Influences, su Seger File. URL consultato il 10 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2015).
  50. ^ (EN) John Fogerty interview, in Audio magazine, gennaio 1998. URL consultato il 10 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2009). Ospitato su Psych.mcgill.ca.
  51. ^ White (2003), p. 226.
  52. ^ (EN) News > AC/DC Guitarist Angus Young Remembers Bon Scott - "When I Think Back In Hindsight, He Was A Guy That I Always Knew Was Full Of Life", su bravewords.com. URL consultato il 18 settembre 2010 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2011).
  53. ^ (EN) Angus Young, su Acdcwillie.tripod.com. URL consultato il 18 settembre 2010.
  54. ^ (EN) Zoe Chace, Where Are All The Pretty Boys? : The Record, su NPR, 30 agosto 2010. URL consultato il 18 settembre 2010.
  55. ^ (EN) Austin Scaggs, As Time Goes By: Rod Stewart, su Rolling Stone, 7 ottobre 2003. URL consultato il 10 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2009).
  56. ^ (EN) Walk of Fame Directory, su Hollywoodchamber.net. URL consultato il 10 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2008).
  57. ^ (EN) Lifetime Awards, su GRAMMY.com, 8 febbraio 2009. URL consultato il 10 agosto 2009.
  58. ^ (EN) Pioneer Award Honorees, su Rhythm and Blues Foundation Website, 13 febbraio 2008. URL consultato il 10 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2008).
  59. ^ (EN) BMI ICON Awards Honor Three of Rock & Roll's Founding Fathers, su bmi.com. URL consultato il 2 ottobre 2010.
  60. ^ (EN) Today's Buzz stories: NAACP honors Little Richard, su CNN.con/ENTERTAINMENT, 6 febbraio 2002. URL consultato il 1º gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2008).
    «Little Richard si è distinto non solo come genio musicale senza pari, ma anche come un artista di performance inimitabili e innovativo, che fonde un genuino talento vocale con esilaranti doti sceniche»
  61. ^ (EN) Little Richard, su Songwriters Hall of Fame, 1º ottobre 2006. URL consultato il 10 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2006).
  62. ^ (EN) The Greatest Artists of All Time: Little Richard, su rollingstone.com. URL consultato il 2 maggio 2019 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2010).
  63. ^ (EN) Little Richard - Tutti Frutti Tops World-Changing Hit List, su Contactmusic.com. URL consultato il 10 agosto 2009.
  64. ^ (EN) Inductee Information to the Music City Walk of Fame, su Visitmusiccity.com. URL consultato il 18 settembre 2010.
  65. ^ (EN) LITTLE RICHARD 2009, su Louisiana Music Hall of Fame. URL consultato il 18 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2015).

Bibliografia

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  • (EN) Charles White, The Life and Times of Little Richard: The Authorised Biography, Omnibus Press, 2003.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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