Lonnie Zamora

poliziotto statunitense (1933-2009)

Lonnie Zamora (Magdalena, 7 settembre 1933[1]Socorro, 2 novembre 2009) è stato un poliziotto statunitense, noto per aver sostenuto di essere stato testimone di un avvistamento UFO. Dionicio E. Zamora, detto Lonnie, fu per 15 anni un ufficiale della polizia statunitense di stanza nella città di Socorro, nel Nuovo Messico. Dopo 23 anni di servizio fu congedato dal reparto T6 della Guardia Nazionale. Secondo il racconto di Zamora il presunto avvistamento sarebbe avvenuto il 24 aprile 1964, mentre era in servizio nella sua città. Tali affermazioni furono oggetto di una notevole attenzione mediatica.

Il racconto di Zamora

modifica

Secondo il racconto di Zamora l'avvistamento sarebbe avvenuto il 24 aprile 1964 verso le 17:45 durante un inseguimento effettuato con un'auto di servizio su una strada a sud di Socorro. Zamora racconta l'evento con queste parole:

«Durante un inseguimento lungo la statale, udii un'esplosione avvenuta presso un deposito di dinamite e vidi delle fiamme. Subito interruppi l'inseguimento per investigare e lasciai la statale per imboccare una strada sterrata. Anche se indossavo occhiali da sole, non avevo dato molta attenzione alle fiamme, dato che ero disturbato dal sole. Era sereno, con pochissime nubi disseminate su una vasta area del cielo. Dopo aver visto fiamme arancio-azzurrognole, sentì chiaramente un rombo la cui frequenza oscillò per un certo tempo, fino a dissolversi. Ad un certo punto il motore dell'auto si spense; cercai con difficoltà di ripartire per avviarmi verso la ripida collina, cosa che mi riuscì solo al terzo tentativo, ma non sentii altri rumori. Nei successivi 10-15 secondi, procedendo verso ovest, mi resi conto di ricordare la precisa posizione della baracca. Vidi verso sud un oggetto luminoso a circa 137-183 metri di distanza dalla mia auto. Pensai ad una macchina rovesciata, con due persone prigioniere nell'abitacolo. Ma dovetti ricredermi: era in realtà un oggetto di forma oblunga, sembrava di alluminio lucido, biancastro e cromato[2]. Chiesi aiuto via radio. Per un breve intervallo di tempo, potei osservare, vicine all'oggetto, due persone che indossavano una tuta bianca. Questi individui sembravano persone normali - o due adulti di bassa statura o persino dei bambini obesi -. Mi avvicinai all'oggetto, comunicando alla stazione di polizia ciò che stavo osservando: verificavo quello che credevo essere un'auto che si trovava nell'arroyo (un letto di un ruscello in secca). Quando mi fermai, scesi dalla mia auto di servizio e attesi una risposta. Poi iniziai ad avviarmi a piedi verso l'oggetto. Ad un certo punto sentii un rombo fragoroso, ma strano - e più mi avvicinavo, più era intenso -, non come quello di un aereo a reazione. L'oggetto produceva un rumore ad una frequenza, inizialmente rapida e bassa, crescente in volume. Nello stesso istante lo vidi lentamente alzarsi mentre sotto di lui si formavano fiamme blue e arancioni. L'oggetto mentre si sollevava alzava molta polvere[3]. Dopo essere sceso dall'auto persi gli occhiali, fuggii e iniziai a correre verso nord, a questo punto l'auto si trovava in mezzo, tra me e l'oggetto. Diedi uno sguardo all'indietro un paio di volte e questa volta lo notai decollare, a circa 6-8 m di distanza. Mi allontanai sempre di più; ad un certo punto mi accovacciai a terra, proprio sul bordo della collina. Ripresi a correre, e dopo aver percorso altri 15 metri vidi, l'oggetto sopra l'auto. Scavalcai la collina e mi misi nuovamente a correre, poi mi fermai in quanto non sentivo più il rombo. A questo punto cambiai idea e tornai indietro, verso l'oggetto ma improvvisamente mi buttai a terra coprendomi la faccia con le braccia. Alzai lo sguardo, e vidi che si stava allontanando. Dava l'impressione di procedere in linea retta, ad un'altezza di circa 3-4 metri. Stava decollando e accelerando molto velocemente. Raccolsi i miei occhiali da sole, salii in auto e contattai Nep Lorez, l'operatore radio della stazione di Polizia, e gli chiesi: «Guarda dalla finestra, vedi un oggetto?». Nep mi chiese: «Di quale oggetto stai parlando?» Gli risposi: «Un oggetto, che rassomiglia ad un pallone». Non sapevo se lo avesse visto. Se Nep avesse guardato dalla finestra esposta a nord, non avrebbe potuto vederlo, ma non gli dissi da quale finestra avrebbe dovuto guardare. Nel momento in cui chiamai Nep, lo potevo ancora osservare. Sembrava alzarsi lentamente, mentre diventava sempre più piccolo distanziandosi ad una velocità eccezionale. Appena fu sopra la montagna scomparve. Non produceva più fiamme, viaggiava poco sopra il suolo, senza rumore ne fumo. [ndr: Zamora fu presto raggiunto da un collega, il sergente Chavez, che non vide il presunto oggetto] Diedi per radio la mia posizione a Nep Lorez e al sergente M. S. Chavez in modo che potessero raggiungermi. Giunto sul luogo dell'atterraggio, notai che tutti i cespugli erano bruciati. Alla radio il sergente Chavez mi disse che stava arrivando. Quando arrivò, mi chiese che problemi c'erano, e perché stavo sudando, e per quale motivo ero così pallido. Chiesi al sergente di venire a vedere ciò che avevo visto io: entrambi rilevammo tracce dei cespugli bruciati. La prima volta che vidi l'oggetto (quando pensavo che fosse un'auto), osservai quelle che sembravano essere due gambe. In quel momento non feci molta attenzione a questo particolare — pensavo infatti che fosse un incidente — la mia attenzione era sulle persone, non facevo certo attenzione a due gambe. Queste erano situate nella parte bassa dell'oggetto, inclinate verso l'esterno rispetto al terreno e sopra di esse l'oggetto era sollevato a circa 1-1,5 m da terra. Non ricordo la seconda volta per quanto tempo vidi l'oggetto: dal momento in cui scesi dall'auto, lo osservai, corsi verso di lui, saltai sul bordo della collina, ritornai all'auto e alla radio, ed infine dalla sua scomparsa, passarono forse 20 secondi. Il microfono dall'emozione mi cadde, scesi dall'auto a mi incamminai a piedi verso l'area dell'evento e sentii, in poco meno di un secondo, circa due o tre suoni come dei "tonfi", come se qualcuno stesse usando un martello, o stessero chiudendo con difficoltà una porta. Questo prima di sentire il frastuono. Non vidi più nessuno sul luogo dell'atterraggio. Poco prima che arrivasse il sergente Chavez, presi una penna e disegnai le insegne che avevo osservato sull'oggetto.»

Testimonianze, investigazioni e pubblicità

modifica

Nel giro di qualche ora, le parole di Zamora raggiunsero i notiziari: lo ascoltarono molte persone che stavano ascoltando per radio la situazione del traffico, compresi alcuni giornalisti. Nel giro di pochi giorni i reporter dell'Associated Press e del United Press International arrivarono a Socorro. Entro due giorni giunsero sul luogo membri dell'APRO, un gruppo di specialisti di ufologia composto da civili. Furono presenti anche ufficiali rappresentanti dell'U.S.Air Force responsabili del ( Progetto Blue Book). Gli esperti del NICAP giunsero sul luogo solo il martedì successivo. Il primo fu Ray Stanford, che scrisse nei mesi successivi un libro dettagliato sull'evento.

Testimonianze

modifica

Diversi testimoni, indipendentemente dall'avvistamento di Zamora, affermarono di aver osservato un velivolo a forma di "uovo" che emetteva delle fiamme bluastre, approssimativamente nello stesso momento e nella stessa area dell'incontro riferito da Zamora. Alcuni di loro lo fecero pochi minuti prima delle parole di Zamora alla radio.

Il ricercatore Ray Stanford scrive, nel suo libro, di un nutrito numero di testimoni considerati attendibili, compresi due turisti, Paul Kies e Larry Kratzer, che in auto stavano avvicinandosi a Socorro da sud-ovest, a meno di 1609 m dal luogo dell'atterraggio. Apparentemente furono anche loro testimoni dell'atterraggio e riferirono di aver osservato delle fiamme e della polvere brunastra che si sollevava. La loro storia fu diffusa dal Telegraph-Heral di Dubuque, Iowa, pochi giorni dopo il loro ritorno.

Una famiglia di cinque persone, turisti provenienti dal Colorado, e diretti verso nord, videro un oggetto ovale volare, ad una quota molto bassa che procedeva da est ad ovest, verso la città di Socorro. L'oggetto passò a pochi metri di altezza, direttamente sopra la loro auto. Dopo l'incontro si fermarono a Socorro per fare benzina. La loro identità non fu mai rivelata, ma la storia fu raccolta da un operatore di una stazione di servizio, un tale Opal Grinder, che raccontò dell'incidente, e che riconfermò tre anni dopo in una deposizione giurata. Secondo il Grinder, uno di loro testimoniò: «Strano, i velivoli volano molto basso da queste parti!», infatti l'oggetto aveva sfiorato il tetto della loro auto. L'uomo era preoccupato, in quanto il velivolo non giungeva dal vicino aeroporto, ma dalla superstrada situata ad est. Vide anche un'auto della polizia diretta verso la più vicina collina, pensando ad una qualche forma di assistenza (Stanford, p. 16). Sempre secondo Stanford, un altro testimone ha chiamato la televisione di Albuquerque attorno alle 17:30, per riferire di aver osservato un oggetto ovale a bassa quota, che viaggiava lentamente verso la città di Socorro (Stanford, p. 82). Stanford aveva anche registrato la presenza di un gran numero di testimoni che aveva sentito durante l'atterraggio, un forte fragore. Uno degli addetti all'ufficio dello sceriffo di Socorro, affermò di aver ricevuto la segnalazione di "centinaia di persone", che avevano sentito un fragore verso la zona sud della città. Stanford, personalmente raccolse la testimonianza di due donne che sentirono poco prima delle 18.00 due fragori distinti, separati fra loro di qualche minuto (Stanford, pp. 85–87).

Ulteriori riscontri

modifica

Stanford nel suo resoconto afferma che oltre alle testimonianze precedenti vi sono state altre tre persone che chiamarono immediatamente la polizia stradale, prima che l'evento venisse reso pubblico. Nell'ottobre 2009, Stanford, per la prima volta, ha rivelato che il sergente Chavez, il primo poliziotto che venne in aiuto a Zamora, gli aveva confidato privatamente che anche lui aveva visto l'oggetto rapidamente ripartire verso ovest, in direzione delle montagne[4]. Inoltre, quando Chavez arrivò per primo sulla scena, entro un minuto o due la partenza dell'oggetto, notò che i cespugli stavano ancora bruciacchiando, e che Zamora appariva sotto shock. Successivamente arrivarono, in supporto alle investigazioni altri poliziotti. Chavez, dopo molto tempo, disse a Stanford, che qualunque cosa abbia prodotto sul terreno questi segni rettangolari a forma di cuneo, erano come penetrati nel terreno umido. La presenza di tracce simili, in un terreno in queste condizioni, faceva pensare che fossero state appena create.

Investigazione dell'Air Force

modifica

La sera dell'incontro, Zamora venne interrogato dal capitano dell'Esercito, T. Holder, e dall'agente dell'FBI, Arthur Byrnes Jr. Tuttavia, per ragioni che non sono mai state chiarite, chiesero di non rivelare la loro presenza sul luogo. (Druffel, 213). Zamora allora immaginò che l'oggetto potesse essere un qualche tipo di aereo super segreto. Holder smentì tale ipotesi, e su un quotidiano di Socorro affermò che nessuna missione militare in quel momento avrebbe potuto riprodurre le forme dell'oggetto avvistato.

Dopo aver raccolto la testimonianza di Zamora, Holder e diversi ufficiali della polizia militare, si recarono sulla scena dell'atterraggio. Usando delle torce elettriche, recintarono il sito, presero diverse misure, raccolsero dei campioni di sabbia e frammenti di cespugli bruciati. La voce secondo cui venne ritrovata della "sabbia fusa", non ebbe conferma; persino Hynek, durante le sue investigazioni, disse che non aveva sentito nulla del genere. (Druffel, 218)

Il giorno successivo, una domenica, Holder chiamò il colonnello al Joint Chief of Staff. Come giovane capitano, Holder fu sorpreso e nervoso nel dover riferire dell'evento ad un ufficiale di così alto grado. Al comando del colonnello, Holder riportò la sua investigazione, sfruttando una speciale linea crittata. Qualche anno dopo, Holder meravigliato si domandava,[5] del «[...] perché i militari fossero così interessati a questo tipo di eventi? [...]».

L'astronomo Allen Hynek, consulente del progetto Blue Book, arrivò giovedì a Socorro, era il 28 aprile 1964. Incontrò Zamora e Chavez, procedendo successivamente con un'intervista. Hynek e il maggiore dell'Air Force, Hector Quintanilla, inizialmente avevano pensato che l'avvistamento avesse a che fare con un test del modulo lunare Apollo, ma esclusero tale ipotesi dopo una approfondita investigazione (Druffel, 213). In un memorandum Hynek scrisse[6] che «Zamora & Chavez erano prevenuti nei confronti dell'Air Force», in quanto tale istituzione lasciò intendere che considerava la storia come una burla. Notò come Zamora fosse «piuttosto arrabbiato per essere fatto passare per bugiardo». Hynek ci mise più di un'ora e mezza per "rompere il ghiaccio", e ascoltare finalmente la sua versione come unico testimone. Hynek scrisse anche che l'Air Force: «Insinuò che l'incontro attribuito a Zamora avesse a che fare con un aereo militare non identificato, ma nessun tipo di aereo conosciuto all'epoca aveva le sembianze di quello osservato da Zamora». Non solo Hynek fu d'accordo, ma lo furono anche altri esperti, circa l'ipotesi che un prototipo super segreto non fosse per nulla plausibile[5]. Inoltre Hynek scrisse: «Penso che questo caso possa rappresentare la Stele di Rosetta di tutti i casi ufologici [...]. Non si è mai visto un caso di questo genere, così attendibile e con numero di testimoni così elevato». Rivelando infine la sua crescente frustrazione legata al progetto Blue Book, disse «L'Air Force non sa cosa sia la scienza».

La sabbia fusa

modifica

Nel 1968, un fisico e ricercatore UFO James E. McDonald intervistò Mary G. Mayes: durante il dottorato presso l'Università dell'Arizona era studentessa del laboratorio di biologia delle radiazioni. Le chiesero di "analizzare del materiale e delle piante provenienti dal sito di Socorro". Dopo l'analisi la studentessa restituì i campioni ma di questi non se ne seppe più nulla (Druffel, 218). Quando venne intervistata da McDonald, la Mayes disse che lei e altri due studenti lavorarono sulle evidenze fisiche del sito di Socorro. La Meyes, disse anche di aver esaminato il sito il giorno dopo l'evento e di aver raccolto campioni di piante per l'analisi. La Meyes concluse, dopo l'analisi, che le piante probabilmente vennero bruciate dalle fiamme dell'UFO, e che erano "completamente rinsecchite", aspetto piuttosto anomalo in questi casi (Druffel, 219). La Mayes non trovò contaminazioni radioattive, ma "due sostanze organiche", che non fu in grado di identificare (Druffel, 219). Mayes ha confidato a McDonald che, esattamente nello stesso luogo in cui si presupponeva fosse atterrato l'oggetto, vi fosse della "sabbia fusa" di consistenza vetrosa. Quest'area di consistenza vetrosa era più o meno di forma triangolare e misurava circa dai 64 ai 76 centimetri, per poi gradualmente assottigliarsi a 2,5 centimetri e con uno spessore approssimativamente di 6,4 centimetri. Per Mayes l'area "vetrosa" sembrava essere stata colpita da un jet a reazione (Druffel, 219). Mayes affermò che avrebbe indagato per individuare chi altri avessero analizzato il sito, ma il rapporto di McDonald non dà indicazioni se la Mayes avesse o meno contattato tali persone (Druffel, 219).

Velocità ed accelerazione dell'oggetto

modifica

Secondo la ricostruzione dell'evento tratto dalla testimonianza di Zamora, passarono 20 secondi dal momento in cui l'oggetto passava da una condizione di quiete ad una rapida accelerazione, che lo ha portato fino al Box Canyon per poi svanire ad una distanza di 9,65  . Assumendo una accelerazione costante, questi valori si possono utilizzare per calcolare l'accelerazione dell'oggetto, la sua velocità media e la sua velocità finale. L'accelerazione è data dalla formula  · /  >, dove <d> è la distanza di 9,65   e <t> è il tempo di 20 secondi. La velocità finale dovrebbe essere 2d/t e la velocità media <d/2>. Questo oggetto aveva pertanto una velocità di 3.476  · , e una velocità media di 1.738  · , e un'accelerazione di 48  · , almeno 5 volte la gravità terrestre di 9,8  · .

Questi valori così elevati escludono qualsiasi spiegazione convenzionale, come un elicottero o un pallone aerostatico. I più avanzati aerei a reazioni dell'epoca erano in grado di raggiungere accelerazioni e velocità supersoniche del genere, ma nessuna forma di propulsione era completamente silenziosa. I rapporti dell'Air Force sul luogo dell'incidente affermano che non sono state trovate tracce di propellenti chimici, come si sarebbe aspettato da un eventuale motore a reazione. Inoltre, nessun aereo era in grado di effettuare un decollo verticale a tale velocità. L'oggetto ovale descritto da Zamora mancava di ali e altri strutture esterne che avrebbero potuto fornire un valido sostentamento.

Conseguenze

modifica

Zamora si stancò talmente a causa della sua testimonianza che da quel momento volle evitare qualsiasi contatto, sia con ufologi che con l'Air Force. Cambiò lavoro e divenne gestore di una stazione di benzina.

L'ipotesi di una burla e confutazioni

modifica

Alcuni demistificatori affermarono che la storia fosse uno scherzo. Per l'astronomo Donald Menzel, Zamora sarebbe stato vittima di uno complicato scherzo messo in scena da ingegneri di una scuola di specializzazione che "pianificarono l'intero affare per 'fregare' Zamora" (Hynek suggerì questa possibilità ad alcuni cittadini di Socorro, ma essi la scartarono). Un anno più tardi Menzel ipotizzò che Zamora avesse identificato erroneamente un turbine di sabbia. Alcuni giornalisti e ricercatori scettici, tra cui Philip J. Klass, prima suggerirono che Zamora avesse identificato per errore un fulmine globulare, poi screditando se stessi, cambiarono versione, suggerendo che l'avvistamento facesse parte di un fantomatico "Schema Zamora", inventato con l'aiuto del maggiore Holm Bursum Jr allo scopo di incrementare il turismo locale. Nel 1964 Bursum era proprietario del terreno in cui avvenne l'avvistamento di Zamora. Klass sostenne l'ipotesi che Bursum sperava che la storia dell'UFO "costruita" da Zamora avrebbe attirato turisti a Socorro, e di conseguenza il suo terreno sarebbe divenuato luogo di attrazione turistica. Sia Bursum, sia Zamora smentirono tali accuse, considerandole come ridicole. Neanche dopo l'episodio e la vasta eco mediatica ottenuta, infatti, l'evento contribuì a sviluppare turisticamente la zona. Nel 2009 il luogo di atterraggio dell'oggetto era esattamente come lo si poteva osservare nel 1964.

Le conclusioni del progetto Blue Book

modifica

Il rapporto formale dell'Air Force è datato 8 giugno, 1964. Jerome Clark lo ha giudicato "problematico e con errori", sostenendo: che non vi erano altri testimoni (ma ciò non è vero: diversi rapporti di testimonianze, in seguito all'avvistamento, vennero comunicati, dopo pochi minuti l'incontro di Zamora), che il luogo dell'atterraggio non aveva subito nessuna alterazione (evidentemente falso, come si può osservare in alcune foto della scena scattate da Jordan un'ora dopo l'atterraggio), né viene data alcuna risposta circa l'origine dell'oggetto (oltre a escludere l'ipotesi extraterrestre); questa è la conclusione: l'Air Force sta continuando la sua investigazione, il caso è ancora aperto.

Tuttavia, in un rapporto segreto preparato dalla Central Intelligence Agency, il direttore del Progetto Blue Book, il maggiore Hector Quintanilla ha fornito ulteriori dettagli sul caso: «Non vi sono dubbi che Lonnie Zamora ha visto un oggetto che l'ha lasciato piuttosto impressionato e non ci sono dubbi sulla sua affidabilità. È un serio ufficiale di polizia, una sicurezza per il suo quartiere, una persona che sa riconoscere qualsiasi aeromobile si presentasse alla sua vista. Rimase sconcertato da ciò che vide, e francamente, lo siamo stati anche noi. Questo è uno dei casi meglio documentati e, nonostante tutto, non siamo stati in grado di ritrovare il veicolo o dare altre spiegazioni che giustificassero lo sgomento e il panico vissuti da Zamora».[7]

Spiegazioni successive

modifica

Secondo lo scettico Larry Robinson, l'avvistamento si spiegherebbe con l'atterraggio di un pallone aerostatico usato a scopo pubblicitario; dato che l'atterraggio non era stato autorizzato, appena hanno visto il poliziotto i passeggeri del pallone sarebbero decollati precipitosamente.[8] Nel 2009 l'ufologo Anthony Bragaglia ha rivelato che si sarebbe trattato della burla organizzata da alcuni studenti di ingegneria del college della città; la notizia sarebbe stata confermata dall'ex preside del college e dal ritrovamento di alcuni documenti, cioè una lettera scritta dall'ex preside nel 1968 ed una foto dell'epoca, che raffigura un pallone sperimentale costruito dagli studenti.[9][10] Secondo Bragaglia la valutazione della velocità dell'oggetto, che sembrerebbe contraddire l'ipotesi del pallone, sarebbe poco affidabile perché non proverrebbe dal racconto originario di Zamora, ma vi sarebbe stata aggiunta successivamente.[11]

  1. ^ Could 1964 UFO be lunar lander?, su ufodigest.com. URL consultato il 25 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  2. ^ La verità sui dischi volanti di Frank Edwards [collegamento interrotto], su libreriaincanto.it, longanesi. URL consultato il 23 febbraio 2012.
  3. ^ Project Blue Book case number 8766, su ufocasebook.com. URL consultato il 25 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2018).
  4. ^ Stanford interviewed on [theparacast.com], Oct. 4, 2009]
  5. ^ a b Si veda Clark, 1998.
  6. ^ Citato in Clark, 1998.
  7. ^ Lonnie Zamora/Socorro, NM Case Directory, su nicap.org, National Investigations Committee On Aerial Phenomena. URL consultato il 16 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2009).
  8. ^ Solving the 1964 Socorro UFO case
  9. ^ The Socorro UFO Hoax exposed, su ufodigest.com. URL consultato il 16 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2017).
  10. ^ Archived college photo reveals how they hoaxed the Socorro UFO
  11. ^ How Socorro UFO hoaxers did it

Bibliografia

modifica
  • Jerome Clark, The UFO Book: Encyclopedia of the Extraterrestrial, Visible Ink, 1998; ISBN 1-57859-029-9.
  • Ann Druffel, Firestorm: Dr. James E. McDonald's Fight for UFO Science, 2003, Wild Flower Press; ISBN 0-926524-58-5.
  • Ray Stanford, Socorro 'Saucer' in a Pentagon Pantry, 1976, Blueapple Books; ISBN 0-917092-00-7 (most complete investigation and account of Zamora case).
  • Brad Steiger, Project Blue Book, 1976, Ballantine Books; ISBN 0-345-26091-0 (contains Air Force's account with maps, Zamora's account, reports of J. Allen Hynek).

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie