Il Lublin R-XI fu un monomotore di linea monoplano, sviluppato dall'azienda aeronautica polacca E. Plage i T. Laśkiewicz nei tardi anni venti, e rimasto allo stadio di prototipo.

Lublin R-XI
Il prototipo del Lublin R-XI
Descrizione
Tipoaereo di linea
Equipaggio2 (pilota e meccanico)
ProgettistaJerzy Rudlicki
CostruttorePolonia (bandiera) Plage i Laśkiewicz
Data primo volo8 febbraio 1930
Data ritiro dal servizioluglio 1931
Utilizzatore principalePolonia (bandiera) LOT
Esemplari1
Altre variantiLublin R-XVI
Dimensioni e pesi
Lunghezza9,8 m
Apertura alare15,00 m
Altezza2,9 m
Superficie alare30,0 [1]
Carico alare65 kg/m²
Corda alare2,7 m
Peso a vuoto1 210 kg
Peso max al decollo1 943 kg
Passeggeri4-5
Propulsione
Motoreun Skoda-Wright J-5 Whirlwind
Potenza240 hp (180 kW)
Prestazioni
Velocità max185 km/h
Velocità di crociera168 km/h
Velocità di salita1,8 m/s
Corsa di decollo100 m
Autonomia730 km
Tangenza2 800 m

i dati sono estratti da Polskie konstrukcje lotnicze 1893-1939[2]

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Storia del progetto

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Nell'estate del 1926[3] il governo del generale Józef Piłsudski decise di procedere alla nazionalizzazione del servizio di trasporto aereo civile, con la conseguente messa in servizio di nuovi tipi di velivoli. Il responsabile dell'ufficio tecnico della ditta E. Plage i T. Laśkiewicz di Lublino,[4] ingegnere Jerzy Rudlicki,[5] decise di realizzare i progetti di alcuni nuovi velivoli da trasporto civile. Il primo fu designato Lublin R-IX,[6] mentre il secondo divenne l'R-XI.[7]

Nel corso del 1929[7] il Ministero dei Trasporti aveva emesso un requisito per un nuovo velivolo da trasporto passeggeri e posta, con cui sostituire gli Junkers F 13[8] in servizio presso la compagnia di bandiera LOT. Al requisito risposero le ditte Lublin e PWS,[7] che presentò il suo PWS-21bis.[7] Per realizzare il progetto del nuovo R-XI l'ingegnere Rudlicki,[8] coadiuvato da Jerzy Teisseyre,[7] si basò[9] marginalmente[8] su quello del precedente Fokker F.VII[8] allora prodotto su licenza in Polonia dalla Plage i Laśkiewicz. La propulsione venne affidata ad un motore radiale di origine americana Wright J-5 Whirlwind a 9 cilindri, raffreddato ad aria, erogante 240 hp, e prodotto su licenza in Polonia presso gli stabilimenti Skoda.[8]

Il prototipo volò per la prima volta a Lublino l'8 febbraio 1930, nelle mani del collaudatore Władisław Szulcewski.[8] Dopo il successo del primo volo, tra il 7 e l'8 marzo successivo, l'aereo effettuò i test di valutazione presso l'I.B.T.L. (Instytut Badań Tecnicznych Lotnictwa) di Varsavia.[8] Le prove comparative effettuate sancirono la superiorità del velivolo Lublin rispetto a quello presentato dalla PWS, e pertanto esso fu dichiarato vincitore della gara.[8]

Tecnica

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Il Lublin R-XI era un monoplano, di costruzione mista in legno e metallo.[10] La fusoliera, costruita in tubi d'acciaio, aveva sezione rettangolare. La zona anteriore era rivestita in duralluminio, mentre il resto in compensato e tela. La parte terminale della fusoliera era realizzata in legno rivestito di compensato. L'impennaggio di coda era del tipo classico monoderiva, dotato di piani orizzontali controventati, rivestiti in tela, così come il timone. La configurazione alare era monoplana ad ala alta a sbalzo, di costruzione completamente lignea, trilongherone, rivestita di compensato. Il carrello d'atterraggio era un triciclo classico a V, fisso, dotato anteriormente di gambe di forza ammortizzate[11] ed integrato posteriormente da un pattino d'appoggio. La carreggiata del carrello era di 2,7 m.[10]

La cabina chiusa aveva una capacità di sei persone:[10] un pilota, un meccanico e 4 passeggeri. I due uomini d'equipaggio erano ospitati anteriormente, disponevano di doppi comandi, e di porte esterne per l'accesso ai propri posti, posizionate su entrambi i lati della fusoliera. Un eventuale quinto passeggero poteva trovare posto in sostituzione del meccanico. La vera e propria cabina passeggeri aveva un'altezza di 1,5 m e una larghezza di 1,3 m, ospitava all'interno quattro persone, ed era riscaldata e ventilata.[10] Per accedere ad essa erano disponibili due porte triangolari, posizionate sul lato sinistro della fusoliera. Dietro ad essa vi era il vano per i bagagli.

La propulsione era affidata ad un motore Skoda-Wright J-5 Whirlwind,[10] a 9 cilindri radiali, raffreddati ad aria, erogante la potenza di 240 hp (179 kW) azionante un'elica bipala metallica a passo fisso. Il propulsore era ricoperto da una cappottatura aerodinamica NACA.[10] La capacità massima del serbatoi[12] era pari a 450 litri di combustibile. Il consumo di carburante durante il volo di crociera era pari a 40-50 l/h.[2]

Impiego operativo

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Con l'immatricolazione civile SP-ACC[13] l'aereo venne consegnato alla compagnia LOT, basato sull'aeroporto di Varsavia-Mókotow. I collaudi operativi, effettuati a partire dal mese di luglio, non diedero esiti soddisfacenti. L'aereo risultava più pesante di 250 kg rispetto a quanto progettato,[13] ed in più non rispettava neanche i requisiti di velocità, autonomia e tangenza operativa[14] previsti. Il velivolo rimase gravemente danneggiato in fase di decollo nel corso del luglio 1931, e non fu riparato.[13] Su specifica richiesta delle autorità polacche[10] la Plage i Laśkiewicz sviluppò il derivato Lublin R-XVI,[10] che fu costruito in una piccola serie, anche se non come aereo da trasporto passeggeri.

Utilizzatori

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  Polonia
  1. ^ Andrzej Glass, Polskie konstrukcje lotnicze 1893-1939, Wydawnictwo Komunikacji i Łączności, Warszawa 1977.
  2. ^ a b Glass 1977, p.149.
  3. ^ Cynk 1971, p.280.
  4. ^ Cynk 1971, p.278.
  5. ^ Morgała 2003, p.123.
  6. ^ Si trattava di un aereo derivato dal bombardiere leggero ed aereo da ricognizione Lublin R-VIII allora in fase di sviluppo.
  7. ^ a b c d e Glass 1977, p.147.
  8. ^ a b c d e f g h Cynk 1971, p.292.
  9. ^ Soprattutto per il disegno e l'impostazione dell'ala.
  10. ^ a b c d e f g h Cynk 1971, p.293.
  11. ^ Il velivolo disponeva di ammortizzatori oleopneumatici Aerol.
  12. ^ Uno da 300 litri era posizionato nell'ala, mentre un secondo da 150 litri si trovava all'interno della fusoliera.
  13. ^ a b c Glass 1977, p.148.
  14. ^ La tangenza massima prevista dal progetto era pari a 6.000 m, mentre quella operativa di 4.000 m doveva essere raggiunta in 22 minuti. Tali valori rimasero puramente teorici.

Bibliografia

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  • (EN) Jerzy Bogdan Cynk, Polish Aicraft 1893-1939, Londra, Putnam & Company, 1971, pp. pp.75-78, ISBN 0-370-00085-4.
  • (PL) Andrzej Glass, Polskie konstrukcje lotnicze 1893-1939, Warszawa, WKiŁ, 1977, ISBN non esistente.
  • (PL) Andrzej Glass, Polskie konstrukcje lotnicze do 1939. Vol.1, Sandomierz, STRATUS, 2004, ISBN non esistente.
  • (PL) Andrzej Morgała, Samoloty wojskowe w Polsce: 1924-1939 [T. 2], Warszawa, Wydawnictwo "Bellona", 2003, ISBN 83-11-09319-9.
  • (PL) Witold Szewczyk, Samoloty na których walczyli Polacy, Warszawa, Wydawnictwa Komunikacji i Łączności, 1988, ISBN 83-206-0738-8.

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Collegamenti esterni

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