Lucillo Grassi
Lucillo Grassi (Storo, 7 gennaio 1895 – Red Bank, 3 febbraio 1971) è stato un pittore italiano.
Primo periodo in Italia
modificaNasce a Storo il 7 gennaio 1895 da Domenico e Anna Zocchi. Frequenta l'Accademia di Belle Arti di Venezia, i corsi di Ettore Tito per la figura, di Beppe Ciardi per il paesaggio, di Emanuele Brugnoli per l'incisione, di Augusto Sezanne per l'ornato e l'architettura, conseguendo nel 1917 il diploma. A Venezia frequenta i conterranei Umberto Moggioli, Roberto Iras Baldessari, Mario Disertori, e assimila le varie novità del tempo proposte alla Biennale internazionale d'arte e alle mostre di Ca' Pesaro. Durante gli studi, per l'impegno e la bravura, riceve un premio di 500 lire per un viaggio di istruzione a Innsbruck, dove espone, e altri riconoscimenti in fiorini. Sull'esempio del maestro Brugnoli esegue un gruppo di acqueforti con vedute e scorci di Venezia e della propria terra. Dopo un soggiorno a Milano, partecipa con dipinti di grande formato di gusto Secessionista e Nabis, alle principali esposizioni del tempo: a Torino con il trittico La Processione e a Napoli con Sorelle.
Primo periodo negli Stati Uniti
modificaNel 1922 emigra negli Stati Uniti, su invito del conterraneo Silvio Bernardi. A New York diventa segretario dell'“Associazione politica tra gli italiani redenti” e sposa la roveretana Alberta Hofer. Nel 1923 dipinge il catino dell'abside della Chiesa di S. Domenico nel Bronx a New York e si specializza nella decorazione realizzando numerosi affreschi e grandi tele in teatri, hotel, banche e ville, insieme all'architetto Whitney Warren e agli italiani Borgia e Smeraldi. Ospita per un breve periodo il futurista Fortunato Depero giunto in America alla ricerca di nuove esperienze.
Secondo periodo in Italia
modificaCon il crollo della borsa di Wall Street e la Grande depressione del 1929, ritorna in Italia stabilendosi a Rovereto, allora vivace centro animato dalla presenza di numerosi artisti. Si dedica all'arte sacra realizzando numerosi affreschi e pale d'altare nel Trentino e nel Meridione, dove viveva il fratello Iginio Grassi, dai trascorsi giovanili futuristi, poi ingegnere capo del Comune di Brindisi, suo consigliere e punto di riferimento con il quale amava confrontarsi. Nel ottobre-novembre 1940 partecipa alla IX mostra del Sindacato fascista belle arti a Bolzano con un ritratto, eseguito assieme a Roberto Iras Baldessari, di Italo Balbo, ottenendo il terzo premio nella categoria delle opere che esaltavano l'"era di Mussolini".[1]
Con la sua indiscussa abilità nel trattare le tematiche sacre ad affresco su ampie superfici, nel solco della tradizione e dei grandi maestri del passato, Lucillo esegue a ritmo serrato l'intera decorazione del Santuario della Madonna della Catena a Laurignano di Cosenza, nel 1942 gli affreschi a Bisignano (Cosenza), nel 1942-1944 nella chiesa di Dipignano, nella Chiesa dei santi Cosma e Damiano a Brindisi, nella parrocchiale di Scorrano (Lecce), nella Chiesa di San Pietro a Mendicino (Cosenza) e a Monopoli. Nel Trentino dipinge nel 1939 a Tiarno di Sopra l'affresco sulla facciata della parrocchiale; dal 1946 al 1950 l'intera decorazione della chiesa parrocchiale e sacrestia di Grigno dedicata a San Giacomo apostolo, ideando gruppi di figure nella navata, presbiterio che accoglie anche le scene con la Vocazione di s. Giacomo e la Condanna al martirio, la Via Crucis (1947) nelle navate laterali e in controffacciata la scena della Madonna in gloria tra angeli musicanti e santi, e la cappella battesimale; nel 1947 la chiesa di San Leonardo di Castelnuovo in Valsugana. A Storo dipinge diversi affreschi sacri sulla roccia della via per Terramonte, per la Madonna dell'Aiuto a Lodrone, e pale: San Sebastiano e San Rocco per l'edicola nel centro del paese (Consorzio Elettrico); San Maurizio per la chiesetta dei Morti, oltre ai Santi Fabiano e Sebastiano per la chiesa dei frati di Brindisi, all'ovale di San Giovanni Bosco per la chiesa delle Grazie a Rovereto, ai numerosi dipinti per il Santuario della Madonna della Catena a Laurignano. Parallelamente si dedica all'insegnamento di disegno e al restauro delle tele nella Chiesa di San Floriano di Storo.
Accanto ai soggetti sacri, egli ama incidere e dipingere ritratti, paesaggi e nature morte, che spesso propone alle principali esposizioni del tempo sia in Italia (Esposizione d'arte di Torino, Permanente di Milano, Biennale di Napoli, Mostra di artisti veneziani a Venezia), che negli States a New York (National Academy, Independent artist) e a Washington. Nel 1939 partecipa al Premio Cremona, istituito l'anno prima da Roberto Farinacci, con il dipinto Italiani a New York (donato nel 1971 dalla vedova dell'artista al Comune di Storo) classificandosi terzo, alle Sindacali del 1939 Natura morta e Dopo il bagno, del 1940 Siesta e Natura Morta, Italo Balbo eseguito insieme a Iras Baldessari; alla Mostra nazionale del Paesaggio del Garda del 1947, con "Il bivio del Ponale", alla Prima mostra regionale d'arte figurativa del 1948 a Trento, nel 1954 e 1955 alle collettive degli incisori veneti, insieme all'amico conterraneo e grande incisore Remo Wolf (a Ca' Giustinian, seconda collettiva dell'Associazione degli incisori veneti, con cinque acqueforti: Il sogno di San Lorenzo, New York, I ponti di Brooklyn e Manhattan, La fontana di Nettuno e Piazza della pesa a Rovereto, e la Torre), fino al 1955 quando decide di ritornare negli Stati Uniti.
Secondo periodo negli Stati Uniti
modificaGrazie alla sua cultura e profonda conoscenza delle tecniche pittoriche, soprattutto dell'affresco, riprende l'attività di frescante nelle principali città: Toronto, Boston, Philadelphia e Washington, in un susseguirsi di nuove soddisfazioni culminanti nel prestigioso incarico di decorare a Washington la sala da pranzo della Blair house, dépendance della Casa Bianca destinata agli ospiti illustri, nell'ambito dei lavori di abbellimento voluti da Jacqueline Kennedy; e poi la sala da pranzo della villa di New York del cognato di Aristotele Onassis, fino alla grande decorazione su tela di grande formato di venti metri per cinque, applicata a sezioni, raffigurante la Vecchia Londra per l'entrata di un hotel di Filadelfia. Lucillo fu attivo fino a poco prima di morire il 3 febbraio 1971 a Red Bank. Al termine di un lungo viaggio all'insegna dell'arte tra l'Italia e gli States svolto con impegno e lontano dai clamori, le sue ceneri riposano ora nel Cimitero di Storo, nell'amato Trentino che egli aveva sempre nel cuore e rievocava con nostalgia pensando ai luoghi cari e agli amici lontani come Iras Baldessari, Giovanni Giovannini, Riccardo Maroni, Giuliano Giuliani, Antonio Carbonati, Remo Wolf e il compositore Renato Dionisi. Sue opere sono conservate presso il Municipio di Storo, la Casa di Riposo di Storo (due studi preparatori di Santi per Grigno); alla Cassa Rurale di Storo ora Banca Valsabbina (tre acqueforti), al MART e al Museo Civico di Rovereto.
Fonte
modifica- Paola Pizzamano in Bollettino del comune di Storo, anno XXVII, n. 2, dicembre 2007, pp. 39–43
Note
modifica- ^ Carl Kraus, Hannes Obermair (a cura di), Mythen der Diktaturen. Kunst in Faschismus und Nationalsozialismus – Miti delle dittature. Arte nel fascismo e nazionalsocialismo, Tirolo, Museo provinciale di Castel Tirolo, 2019, pp. 124–125, ISBN 978-88-95523-16-3.
Bibliografia
modifica- Paola Pizzamano, Lucillo Grassi, Storo, Comune di Storo, 2009. Prefazione di Franco Ferrarotti
Altri progetti
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