Málmey è un'isola disabitata al largo della costa settentrionale dell'Islanda, ed è una delle tre isole del fiordo di Skagafjörður, insieme a Drangey e Lundey. È situata sul lato orientale del fiordo. Málmey è lunga circa 4 km e larga circa 1 km, restringendosi sia alla punta settentrionale che a quella meridionale. Su ogni lato la costa è alta e a picco, e l'isola raggiunge l'elevazione di 156 m sul livello del mare nella parte settentrionale.[1][2][3][4]

Málmey
L'isola di Málmey.
Geografia fisica
LocalizzazioneSkagafjörður (Oceano Atlantico)
Coordinate66°01′04.83″N 19°32′06.08″W
Dimensioni4 × 1 km
Geografia politica
StatoIslanda (bandiera) Islanda
RegioneNorðurland vestra
Cartografia
Mappa di localizzazione: Islanda
Málmey
Málmey
voci di isole dell'Islanda presenti su Wikipedia

Sul lato sudorientale dell'isola è collocato un faro costruito nel 1937.[2][5] L'isola è stata abitata fino al 1950, quando un incendio ha distrutto la fattoria che ospitava 14 persone, ed è rimasta disabitata sin da allora. Málmey è attualmente di proprietà dell'Autorità portuale e dei fari islandese, ed è raggiungibile solo via barca.[2][3][4]

Málmey compare nella Sturlunga saga. È il luogo dove, nel 1221, il vescovo Guðmundur Arason si rifugia per sfuggire a Tumi Sighvatsson e i suoi uomini, che minacciavano di ucciderlo. Guðmundur lasciò l'isola il giorno di Pasqua, dopo che Tumi Sighvatsson fu ucciso dai suoi seguaci.[2][6]

  1. ^ (EN) Northwest Iceland, su northwest.is. URL consultato il 12 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
  2. ^ a b c d (EN) Malmey - Travel Guide, su nat.is, Nordic Adventure Travel, 2008. URL consultato il 12 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2016).
  3. ^ a b (EN) Don Young e Marjorie Young, Iceland Adventure Guide, Hunter Publishing, pp. 505-506. URL consultato il 12 agosto 2014.
  4. ^ a b (EN) Jane Victoria Appleton e Lisa Gail Shannen, Frommer's Iceland, John Wiley and Sons, 2010. URL consultato il 12 agosto 2014.
  5. ^ (EN) Lighthouses of Northern Iceland, su unc.edu, University of North Carolina. URL consultato il 12 agosto 2014.
  6. ^ (EN) Jakob Benediktsson, Sturlunga Saga, Twayne Publishers, 1958, pp. 182-184. URL consultato il 12 agosto 2014.

Altri progetti

modifica