Máni
Máni, nella mitologia norrena, è il dio che guida il carro che trasporta la Luna, in contrapposizione alla sorella Sól che guidava il carro solare.
La leggenda narra che, poiché la sorella era stata data in sposa all'uomo chiamato Glenr, gli dèi si adirarono, costringendo i due fratelli a condurre rispettivamente i cavalli che trainano il Sole e la Luna per l'eternità. Due lupi inseguono i due fratelli, e quello che segue Máni è Hati, un lupo che anticamente era tutt'uno con un altro animale della stessa specie: Mánagarmr (letteralmente "cane della luna"[1]) che con lui condivide il suo destino di divorare Máni.
Máni ha due servitori, Bil e Hjúki, che porta con sé, come descrive accuratamente il Gylfaginning, la prima parte dell'Edda in prosa di Snorri Sturluson:
«Hár segir: « Sá maðr er nefndr Mundilfœri er átti tvau börn. Þau váru svá fögr ok fríð at hann kallaði annat Mána en dóttur sína Sól, ok gipti hana þeim manni er Glenr hét. En guðin reiddusk þessu ofdrambi ok tóku þau systkin ok settu upp á himin, létu Sól keyra þá hesta er drógu kerru sólarinnar, þeirar er guðin höfðu skapat til at lýsa heimana af þeiri síu er flaug ór Muspellsheimi. Þeir hestar heita svá: Árvakr ok Alsviðr. En undir bógum hestanna settu guðin tvá vindbelgi at kœla þá, en í sumum frœðum er þat kallat ísarnkol. Máni stýrir göngu tungls ok ræðr nýjum ok niðum. Hann tók tvau börn af jörðunni er svá heita: Bil ok Hjúki, er þau gengu frá brunni þeim er Byrgir heitir ok báru á öxlum sér sá er heitir Sœgr, en stöngin Símul. Viðfinnr er nefndr faðir þeira. Þessi börn fylgja Mána, svá sem sjá má af jörðu.»»
«Hár disse: «Un uomo che si chiamava Mundilfœri ebbe due figli. Essi erano così belli e gentili che egli chiamò suo figlio Máni e sua figlia Sól e diede questa in sposa a quell'uomo che si chiamava Glenr. Ma gli dèi si adirarono per questa insolenza, presero i due fratelli e li posero in cielo, costringendo Sól a cavalcare quei cavalli che tirano il carro del sole, che gli dèi avevano creato per illuminare il mondo con quella favilla che era sfuggita dal Múspellsheim. Quei cavalli si chiamano Árvakr e Alsviðr, sotto le cui spalle gli dèi hanno messo due otri di vento per rinfrescarli, che in qualche cronaca sono dette ísarnkol. Máni dirige il corso della luna e governa le sue fasi. Egli prese dalla terra due fanciulli, chiamati Bil e Hjúki, mentre si allontanavano dalla fonte chiamata Byrgir e portavano sulle loro spalle il secchio chiamato Sægr e il bastone Simul. Viðfinnr si chiama il loro padre. Questi fanciulli seguono Máni, come si può vedere dalla terra.»»
Era figlio del gigante Mundilfœri e di Glaur, come riportato nel Vafþrúðnismál 23:
«Vafþrúðnir kvað:
Mundilfæri heitir,
hann er mána faðir
ok svá Sólar it sama;
himin hverfa
þau skolo hverjan dag
öldom at ártali.»
«Disse Vafþrúðnir:
«Mundilfœri si chiama
colui che fu il padre della luna
e del sole ugualmente;
il cielo percorreranno
quei due ogni giorno
per segnare agli uomini il tempo.»»
Al tempo del Ragnarǫk, la fine del mondo, Máni sarà raggiunto e divorato da Hati.
Poiché Máni trainava il carro della Luna, la mitologia norrena spiega le eclissi di Luna come i momenti in cui Hati riusciva quasi ad afferrarlo, coprendo parte della luce lunare che arrivava sulla Terra.
Note
modifica- ^ Gianna Chiesa Isnardi, I miti nordici, pag.77 nota 17
Bibliografia
modifica- Gianna Chiesa Isnardi, I miti nordici, Longanesi, Milano, 1991 ISBN 88-304-1031-4
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