Madonna dei garofani
La Madonna dei Garofani è un dipinto a olio su tavola di tasso (27,9x22,4 cm) di Raffaello Sanzio, databile al 1506-1507 circa e conservato nella National Gallery a Londra.
Madonna dei Garofani | |
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Autore | Raffaello |
Data | 1506-1507 circa |
Tecnica | olio su tavola |
Dimensioni | 27,9×22,4 cm |
Ubicazione | National Gallery, Londra |
Storia
modificaDi una Madonna dei Garofani di Raffaello si era sempre avuta notizia e se ne conoscono almeno 50 copie, oltre a varie incisioni a stampa. Non si conosceva, invece, l'originale fino agli approfonditi studi che ne hanno preceduto l'acquisto da parte del museo londinese.
L'opera si trovava nel XIX secolo nella collezione del pittore Vincenzo Camuccini e in un inventario degli anni 1850 l'opera è descritta come realizzata per Maddalena degli Oddi a Perugia, dai cui eredi era stata acquistata da un nobiluomo francese nel 1636 e portata oltralpe. Tale notizia, sebbene non verificabile, è sembrata plausibile alla maggior parte degli studiosi: trattandosi di una piccola opera per la devozione privata della nobile perugina è ammissibile che se ne fossero perse le tracce. La committente Maddalena Degli Oddi non è da confondere con quella Maddalena di Guido Degli Oddi che curò la cappella di famiglia nella Chiesa di San Francesco al Prato e a cui erroneamente veniva attribuita la committenza a Raffaello della Pala degli Oddi, invece spettante a Leandra Baglioni, moglie di Simone Degli Oddi detto “il Grande”. La Maddalena Degli Oddi in questione sarebbe una religiosa figlia di Sforza Degli Oddi, figlio di Guido e fratello di Simone. La datazione proposta per la sua realizzazione la colloca dopo la Pala degli Oddi, nell'ultima fase in cui l'artista lavorò a commissioni perugine prima di venire assorbito dai lavori in Vaticano, più o meno contemporaneamente alla realizzazione della Pala Baglioni.
L'opera della collezione Camuccini era comunque ritenuta una delle tante copie, nonostante una prima pubblicazione da parte del Longhena come autografa (1829), a cui non credette il Passavant, che la vide a Roma nel 1835. Lo stesso Camuccini non era certo della sua autografia, almeno prima di trattare l'acquisto col quarto duca di Northumberland Algernon Percy (1854), quando ne asserì l'originalità per alzarne il prezzo. Da allora fu conservata nel castello di Alnwick nel Northumberland.
Gli studi successivi seguirono per lo più l'ipotesi del Passavant, e ci furono vari tentativi di trovare l'originale tra altre Madonne della serie. Nel 1992 infine la Madonna di Alnwick fu ripubblicata Nicholas Penny con attribuzione a Raffaello e sottoposta ad accurati esami scientifici.
Una riflettografia a infrarossi ha dimostrato l'esistenza sottostante di un disegno di alta qualità, pienamente compatibile con lo stile di Raffaello, con alcuni suoi stilemi ben riconoscibili, come le piccole curve usate per tracciare le nocche delle mani, i segni a uncino per indicare le pieghe dei panni, il tratteggio per le zone d'ombra, nonché l'uso di una punta metallica, strumento utilizzato di frequente dall'artista. Pare inoltre che l'artista disegnò a mano libera sulla base del dipinto, forse aiutandosi con un cartone solo per lo schema generale (di cui comunque non c'è traccia rilevabile). Si nota un pentimento nel vestito della Madonna, indizio di per sé illuminante dell'originalità dell'opera, poiché tali ripensamenti non appaiono nelle copie. Altre modifiche in corso d'opera, relative alla stesura, sono state rilevate al microscopio. Con lo stesso strumento si è anche indagata la composizione dei pigmenti, che è risultata pienamente compatibile con quelli in uso in Italia nel Rinascimento, tra cui il grigio di bismuto, utilizzato pressoché esclusivamente all'inizio del XVI secolo nell'Italia centrale.
L'opera è stata acquistata nel 2004 dal museo londinese con l'aiuto di vari sponsor e grazie anche a un appello pubblico per reperire i fondi.
Descrizione e stile
modificaIl piccolo quadretto nato per la devozione privata mostra la Madonna col Bambino entro una stanza che interagiscono teneramente scambiando alcuni fiorellini rossi di garofano, simbolo del sangue della Passione ma anche del matrimonio di Cristo con la Chiesa (simboleggiata da Maria stessa). Nella stanza si intravede un letto a baldacchino, simbolo della verginità di Maria, mentre una finestra permette di ammirare un luminoso paesaggio esterno, riprendendo un motivo fiammingo filtrato probabilmente da Leonardo da Vinci (immediato è il richiamo alla Madonna Benois e alla Madonna del Garofano).
Raffaello trasforma il classico soggetto della Madonna con il Bambino in una rappresentazione dal tono familiare. La giovane madre e il figlio non sono più raffigurati in pose rigide e formali, come nei dipinti di artisti precedenti, ma hanno abbandonato ogni formalità, lasciandosi andare in un atteggiamento teneramente intimo e facendo trasparire tutte le emozioni del loro rapporto.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Scheda nel sito ufficiale del museo, su nationalgallery.org.uk. URL consultato il 4 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2011).