Manden (regione)
Il Manden o Mandé, o ancora Paese Mandingo (in francese: Pays Mandingue[1], in inglese: Manding region), è una regione storica dell'Africa occidentale, corrispondente all'alto corso del fiume Niger tra gli odierni stati del Mali e della Guinea. In particolare, anche se i confini non possono essere tracciati in modo rigido, la regione corrisponde all'incirca ai circondari di Kangaba e Kita in Mali e alle prefetture di Mandiana e Siguiri in Guinea.
Il Manden è la terra ancestrale dei mandingo, e dal piccolo regno che si sviluppò in quest'area prese origine nel XIII secolo l'Impero del Mali, uno dei più importanti imperi dell'Africa subsahariana.[2]
Tra gli altri gruppi etnici che possono tracciare le loro origini nella regione si possono citare i bambara, i diula, i samo, i khassonké, i dafing, i bobo e i kuranko.
Etimologia
modificaSecondo quanto riportato da Camara Laye, che trascrisse le parole del griot Babou Condé, il nome “Mandén” significa “figlio del lamantino” (“Man” significa “lamantino” e “den” “bambino” in lingua mandinka).[3]
Geografia
modificaLa regione si trova nell'ecozona afrotropicale, tra la savana sudanese occidentale e il mosaico di foresta e savana della Guinea. Il clima del Manden è di tipo sudanese: è caratterizzato dall'alternanza delle stagioni: una stagione delle piogge e una stagione secca. È il dominio della savana che si distingue per la vegetazione arbustiva, caratterizzata dalla presenza di erbe alte e gruppi di arbusti, spesso isolati. Le specie botaniche più diffuse sono karité, néré, baobab, tamarindo e kapok.
Storia
modificaPeriodo preimperiale
modificaIn epoca preimperiale il Manden era noto per la ricchezza di selvaggina e per la fitta vegetazione, ed era perciò soprattutto un territorio di caccia per i popoli provenienti da settentrione. Secondo la leggenda, il paese mandingo fu fondato dai due mitici antenati Kontron e Sanin, provenienti da Wagadou, che furono all'origine delle confraternite dei cacciatori Mandinka e Bambara.[4]
I Camara (o Kamara) sono considerati la famiglia più antica ad aver vissuto a Manden, dopo aver lasciato, a causa della siccità, Oualata, una regione di Wagadou, nel sud-est dell'attuale Mauritania. Fondarono il primo villaggio di Manden, Kirikoroni, poi Kirina, Siby e Kita. Il primitivo Manden era composto da dodici province e sembra fosse una confederazione delle principali tribù Malinké: Konaté, Condé, Traoré e Doumbia (detta anche Kourouma).[2]
Hamama è il primo re-cacciatore registrato dalle cronache mandinka. Fu succeduto da Mamadi Kani, che inventò il Sïmbon, o fischietto del cacciatore, e secondo la leggenda entrò in comunicazione con i geni della foresta e della boscaglia. Mamadi Kani estese il regno fino alla regione di Bouré, dove si trovavano giacimenti d'oro, e lo lasciò in eredità ai suoi figli Kanyogo Simbo, Kani Simbo, Kabala Simbo e Kabari Simbo.[5]
Entro la fine del XII secolo i re di Manden abbracciarono l'islam. Moussa Allakoï è descritto come un devoto musulmano che svolse il pellegrinaggio alla Mecca.[5] A lui successe il figlio Naré Maghann, detto "il bello", meglio conosciuto con il nome di Konaté.
A Konaté successe il figlio maggiore Dankaran, ma una profezia sostenne che il trono dovesse andare al figlio minore Sundiata. Dopo l'intronizzazione di Dankaran, Sundiata e sua madre vanno in esilio nella terra di Mema. Durante questo periodo il re di Sosso, Soumaoro Kanté, devastò ciò che restava dell'impero del Ghana e saccheggiò il Manden, provocando la fuga di Dankaran verso Kissidougou. In seguito a ciò, il popolo mandinka si ricordò della profezia e richiamò in patria Sundiata che sconfisse il re dei Sosso liberando il regno.
Periodo imperiale
modificaPeriodo post-imperiale
modificaLa storia del Manden dopo la fine dell'impero avvenuta nel 1670 è scarsamente documentata. La forza dominante nella regione fu per un certo periodo l'Impero Bamana, incentrato intorno a Ségou, che esercitò una certa influenza sul Manden, se non propriamente un controllo diretto. Nel 1795 l'esploratore scozzese Mungo Park attraversò la regione, proveniente dal regno bamana di Kaarta e raggiunse il fiume Gambia attraverso la valle del Falémé e il Futa Jalon.[6] Ai Bamana si sostituirono i Toucouleur, che occuparono la regione nel 1853. Negli anni successivi l'impero coloniale francese iniziò a espandersi nella regione, contrastato brevemente dal mandinka Samory Turé che riuscì a creare nella regione uno stato islamico, l'Impero Wassulu. Nel 1883 Turé fu definitivamente sconfitto e il Manden fu incluso nell'Africa Occidentale Francese.
Con la decolonizzazione e l'indipendenza delle ex colonie, il Manden si trovò infine diviso tra la Repubblica di Guinea, che ottenne l'indipendenza nel 1958, e la Repubblica del Mali, indipendente dal 1960.
Note
modifica- ^ Mali - Le Pays Mandingue | Le Magazine du Voyage Autrement, su le-voyage-autrement.com. URL consultato il 26 febbraio 2021.
- ^ a b Djibril Tamsir Niane, Soundiata ou l'épopée mandingue, Djibril Tamsir Niane, 1960, pp. 1–154, ISBN 9782708700789.
- ^ Camara Laye, Le Maître de la parole. Kouma Lafôlo Kouma Paris, Plon, 1978, p.130, nota 1.
- ^ (FR) Germaine Dieterlen, Premier aperçu sur les cultes des Soninké émigrés au Mande, in Systèmes de pensée en Afrique noire, n. 1, 1º settembre 1975, pp. 5–18, DOI:10.4000/span.93, ISSN 0294-7080 .
- ^ a b Chants et Histoire du Mandé, su chantshistoiremande.free.fr. URL consultato il 12 ottobre 2021.
- ^ Voyages culturels et historiques de Clio, su clio.fr. URL consultato il 12 ottobre 2021.