Manio Acilio Aviola (console 54)
Manio Acilio Aviola (in latino: Manius Acilius Aviola; tra 16 e 21 – 97) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.
Manio Acilio Aviola | |
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Console dell'Impero romano | |
Nome originale | Manius Acilius Aviola |
Nascita | tra 16 e 21 |
Morte | 97 |
Consorte | Edia Servilia |
Figli | Manio Acilio Aviola |
Gens | Acilia |
Padre | Gaio Calpurnio Aviola |
Questura | attorno al 43/45 (quaestor Augusti) |
Pretura | tra 43/45 e 54 |
Consolato | gennaio-giugno 54 (ordinario) |
Proconsolato | Asia, 65/66 |
Curatore | curator aquarum, 74-97 |
Sacerdozio | sodalis |
Biografia
modificaAppartenente alla gens plebea[1][2][3] degli Acilii, originaria del Latium se non proprio di Ostia[2][3][4][5], Aviola, nato tra 16 e 21[6], è stato riconosciuto[2][3][7] come verosimilmente figlio del legatus Augusti pro praetore della Gallia Lugdunense del 21 Gaio Acilio Aviola, tradizionalmente[8][9][10][11] ritenuto identico al console suffetto del 24 Gaio Calpurnio Aviola.
Gli inizi di carriera di Aviola sono definiti grazie ad un'epigrafe, purtroppo però frammentaria[12]: egli fu sicuramente questore personale di Claudio[12] - segno della vicinanza al princeps[2][3] - intorno al 43[13]/45[3], e pretore[12]. È stato ipotizzato che Aviola e la sua gens siano stati anche adlecti inter patricios da Claudio[14][15][16].
L'incarico successivo di Aviola lo vede al vertice dello stato romano: egli fu infatti console ordinario al fianco di Marco Asinio Marcello per il primo semestre del 54[17][18][19][20][21] su designazione dello stesso Claudio[22]. È stato poi proposto che sia lui il senatore Aviola menzionato negli Acta martyrum Alexandrinorum[23] come parte del consilium di Claudio[2][3]: l'identificazione del senatore con Aviola o con il padre dipende in ultima analisi dalla datazione del processo riprodotto nell'opera, che oscilla tra il 41 (per cui il senatore sarebbe il padre[7][24]) e il 54 (nel qual caso il senatore sarebbe Aviola[2][3]).
In seguito, Aviola fu sorteggiato come proconsole della provincia d'Asia[12] per l'anno 65/66[2][3][7][25]: la datazione è definita sulla base di monete efesine[26] che raffigurano, oltre a Nerone, sia Poppea che Statilia Messalina come mogli del princeps[2][3][7].
Ad un certo punto della sua carriera, Aviola fu poi introdotto in un collegio sacerdotale di sodales[12], anche se non è noto quale[2][3][7].
L'ultimo incarico noto della carriera di Aviola è quello di curator aquarum, che l'anziano senatore ricoprì dal 74 fino al 97[3][7][27], anno della sua morte[3]: tale posizione lo collocava all'interno del consilium principis di tutti e tre gli imperatori della dinastia flavia[28][29], anche se sembra più improbabile che abbia mantenuto questo ruolo anche sotto Nerva[29].
Ben noti sono i legami matrimoniali di Aviola. Già prima del 51[30], infatti, egli dovette sposare Edia Servilia[2][3][7][30][31][32][33][34], figlia di Marco Edio Balbo, senatore favorito da Tiberio che lo designò al consolato senza però raggiungerlo causa decesso, e di Servilia, sorella del console ordinario del 35 Marco Servilio Noniano (storiografo e a sua volta grande amico di Tiberio) e figlia del console ordinario del 3 Marco Servilio[35][36]: è stato proposto che il grande avanzamento di carriera avuto da Aviola fosse dovuto almeno in parte all'influenza di Noniano[2]; in ogni caso, la vicinanza della famiglia di Noniano ai circoli oppositori di Quinto Marcio Barea Sorano e Gneo Domizio Corbulone, distrutti da Nerone negli ultimi anni del suo principato, non sembra aver avuto ripercussioni sulla carriera di Aviola[2]. Figlio di Aviola ed Edia Servilia fu verosimilmente l'omonimo Manio Acilio Aviola, console suffetto dell'82[3]. Del tutto incerta[2][3][7][37][38] è invece l'identificazione di Aviola con l'ultrasettantenne Acilio menzionato da Giovenale come parte del farsesco consilium principis domizianeo[39]: nella difficile ipotesi in cui l'identificazione fosse riconosciuta, Aviola sarebbe padre anche di Manio Acilio Glabrione, console ordinario del 91 e fatto uccidere da Domiziano nel 95[39][40].
Note
modifica- ^ Klebs, RE I.1, col. 251.
- ^ a b c d e f g h i j k l m U. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1982, pp. 456-459.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 453-455.
- ^ L. Ross-Taylor, The Voting Districts of the Roman Republic, Rome 1960, pp. 325-326.
- ^ Contrari all'origine ostiense sono R. Meiggs, Roman Ostia, Oxford 1973, pp. 507-509; M. Dondin-Payre, Exercise du pouvoir et continuité gentilice: les Acilii Glabriones, Rome 1993, pp. 107-119 (che pure li ritiene ancestralmente laziali ma trasferitisi da secoli a Roma). Dubbioso O. Salomies, Senatori oriundi del Lazio, in H. Solin (ed.), Studi storico-epigrafici sul Lazio antico, Roma 1996, pp. 23-127, in particolare 71.
- ^ U. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1982, p. 457 nota 1853.
- ^ a b c d e f g h PIR2 A 49 (Groag).
- ^ R. Syme, Roman Papers, II, Oxford 1979, p. 508; III, Oxford 1984, p. 1228; IV, Oxford 1988, p. 368; VI, Oxford 1991, p. 203; The Augustan Aristocracy, Oxford 1986, p. 378.
- ^ O. Salomies, Adoptive and polyonymous nomenclature in the Roman Empire, Helsinki 1992, p. 48.
- ^ C. Settipani, Continuité gentilice et continuité familiale dans les familles sénatoriales romaines à l’époque impériale, Oxford 2000, pp. 170-175.
- ^ Incertezza sull'identificazione del console del 24 con il legato di Lugdunense sono espressi da U. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1986, pp. 296-298; M.-Th. Raepsaet-Charlier, Prosopographie des femmes de l'ordre sénatorial (Ier-IIe siècles), Louvain 1987, p. 31 (nota 2); A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 453-455.
- ^ a b c d e CIL VI, 41102.
- ^ M. Cébeillac, Les 'quaestores principis et candidati' aux Ier et IIème siècles de l'Empire, Milano 1973, p. 47.
- ^ K. Heiter, De patriciis gentibus quae imperii romani saeculis I. II. III. fuerint, Berlin 1909, p. 58.
- ^ H.H. Pistor, Prinzeps und Patriziat in der Zeit von Augustus bis Commodus, Freiburg im Breisgau 1965, p. 32.
- ^ A. Tortoriello, Gli adlecti inter patricios di Claudio, in AION, 8 (2001), pp. 183-204; I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, p. 455.
- ^ CIL IV, 3340 n° 5-8.
- ^ CIL XVI, 3.
- ^ Fasti Ostienses, frgm. D (Vidman).
- ^ Tacito, Annales, XII, 64, 1.
- ^ Svetonio, Claudio, LXV, 2.
- ^ Svetonio, Claudio, XLVI.
- ^ A, col. I, ll. 9-10.
- ^ C. Rodriguez, Les Acta Isidori: Un procès pénal devant l'Empereur Claude, in Revue historique de droit français et étranger, 88.1 (2010), pp. 1-41, in particolare 17.
- ^ R. Syme, Some Arval Brothers, Oxford 1980, p. 69; Roman Papers, IV, Oxford 1988, p. 354.
- ^ RPC I 2626-2630 e 2632.
- ^ Frontino, De Aquis, CII.
- ^ J. Devreker, La continuité dans le consilium principis sous les Flaviens, in Ancient Society, 8 (1977), pp. 223-243.
- ^ a b U. Morelli, Domiziano. Fine di una dinastia, Wiesbaden 2014, p. 254 nota 36.
- ^ a b CIL VI, 30747.
- ^ CIL IX, 2363.
- ^ CIL IX, 2365.
- ^ CIL IX, 2424.
- ^ CIL IX, 2370.
- ^ R. Syme, Ten Studies in Tacitus, Oxford 1970, pp. 91-109.
- ^ G. Camodeca, I ceti dirigenti di rango senatorio equestre e decurionale della Campania romana, Napoli 2008, pp. 71-112.
- ^ PIR2 A 62 (Groag).
- ^ Contrari all'identificazione sono P. Gallivan, Who was Acilius?, in Historia, 27.4 (1978), pp. 621-625; M. Dondin-Payre, Exercise du pouvoir et continuité gentilice: les Acilii Glabriones, Rome 1993, pp. 91-92; U. Morelli, Domiziano. Fine di una dinastia, Wiesbaden 2014, pp. 114-118.
- ^ a b Giovenale, Satire, IV, 94-95.
- ^ Su Glabrione, v. da ultimo U. Morelli, Domiziano. Fine di una dinastia, Wiesbaden 2014, pp. 114-118.
Bibliografia
modifica- PIR2 A 49 (Groag).
- U. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1982, pp. 456-459.
- A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 453-455.