Mario Urbinati

ingegnere italiano

Mario Urbinati (Bologna, 18 ottobre 1885Roma, 24 maggio 1964) è stato un ingegnere italiano.

Dirigente della STEFER e anche dell'ATAC, è noto in Italia e nel mondo per l'invenzione della "giostra Urbinati"[1].

Compì gli studi liceali a Bologna. Iscrittosi al corso di laurea in Ingegneria industriale a Bologna, successivamente si trasferì al Politecnico di Torino e, nel 1910, vi conseguì la laurea col massimo dei voti, la lode e il giudizio di pubblicabilità della tesi[1].

Attività professionale

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Subito dopo la laurea fu assunto dalla FIAT e incaricato di occuparsi della produzione di motori Diesel per la propulsione navale[1].

Otto mesi dopo fu assunto dalla STEFER e si trasferì definitivamente a Roma. Nella capitale diresse i lavori di costruzione della tranvia Genzano-Velletri (completata nel 1913) e della sua diramazione per Lanuvio (ultimata nel 1916)[1].

Negli anni trenta s'occupò dell'ammodernamento e dello sviluppo delle linee per i Castelli, e in particolare di quelle per Capannelle e per Cinecittà[1]. A causa di tali progetti sviluppò la "giostra Urbinati"[1].

Per conto della società SACOP di Roma studiò una metropolitana su pneumatici, risolvendo in modo originale il gravoso problema degli scambi[1].

Studiò un dispositivo per la ricarica delle batterie dei veicoli, che fu adottato dalle Ferrovie dello Stato con la denominazione di "Transverter Urbinati"[1].

La "giostra Urbinati"

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Si tratta di un dispositivo introdotto nel progetto delle vetture della rete per i Castelli. Queste, previste dotate di due semicasse, avrebbero dovuto inscriversi in curve di raggio minimo di 18 m. La "giostra" è un sistema di articolazione, caratterizzato dal minimo ingombro delle sue parti mobili e in grado di ridurre al minimo i contraccolpi e le vibrazioni, con conseguente minor disturbo per i viaggiatori. Applicato nel 1938 sulla vettura n. 401 della STEFER, fu utilizzato con profitto per oltre cinquant'anni anche all'estero[1].

  1. ^ a b c d e f g h i Ogliari, Muscolino, p. 212.

Bibliografia

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