Martin Karplus

chimico austriaco naturalizzato statunitense

Martin Karplus (Vienna, 15 marzo 1930) è un chimico austriaco naturalizzato statunitense, vincitore del premio Nobel per la chimica nel 2013, assieme a Michael Levitt e Arieh Warshel, per gli studi sullo sviluppo di modelli multiscala in grado di descrivere reazioni chimiche complesse[1][2][3].

Martin Karplus
Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per la chimica 2013

Primi anni e formazione

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Nato a Vienna nel 1930, in seguito all'occupazione nazista dell'Austria, nell'ottobre 1938 ripara con la famiglia negli Stati Uniti.[4] Consegue la laurea nel 1950 presso l'università di Harvard, e successivamente il dottorato di ricerca presso il California Institute of Technology nel 1953, lavorando insieme con Linus Pauling. È stato post-doc NSF presso l'università di Oxford dal 1953 al 1955, dove ha potuto lavorare con Charles Coulson.

Ricerca

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Karplus ha dato contributi significativi a molti campi della chimica fisica, tra cui la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare, la chimica quantistica, e in particolare alle simulazioni di dinamica molecolare di macromolecole biologiche.

È il padre del pacchetto di bioinformatica CHARMM.

Altri riconoscimenti

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Nel 2011, l'Accademia dei Lincei gli ha conferito il Premio Internazionale Feltrinelli per la Chimica.[5]

  1. ^ (EN) The Nobel Prize in Chemistry 2013, su nobelprize.org, Royal Swedish Academy of Sciences, 9 ottobre 2013. URL consultato il 9 ottobre 2013.
  2. ^ Redazione Online, Il Nobel per la Chimica a Karplus, Levitt e Warshel, in Corriere della Sera, 9 ottobre 2013. URL consultato il 9 ottobre 2013.
  3. ^ Premio Nobel per la chimica a Karplus, Levitt e Warshel, in La Repubblica, 9 ottobre 2013. URL consultato il 9 ottobre 2013.
  4. ^ (EN) Martin Karplus, Spinach on the Ceiling: A Theoretical Chemist's Return to Biology, in Annual Review of Biophysics and Biomolecular Structure, vol. 35, n. 1, 2006, pp. 1–47, DOI:10.1146/annurev.biophys.33.110502.133350.
  5. ^ Premi Feltrinelli 1950-2011, su lincei.it. URL consultato il 17 novembre 2019.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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