Maschalostachys

genere di piante

Maschalostachys Loeuille & Roque, 2017 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

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Maschalostachys
Immagine di Maschalostachys mancante
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaVernonioideae
TribùVernonieae
SottotribùLychnophorinae
Genere Maschalostachys
Loeuille & Roque, 2017
Classificazione Cronquist
taxon non contemplato
Specie
(Vedi testo)

Etimologia

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Il nome scientifico del genere (Maschalostachys), che in greco traslitterato significa stachys (= punta) e maschalo (= ascellare)[3], è stato definito per la prima volta dai botanici Benoit Loeuille (1979-) e Nadia Roque (fl. 1997) nella pubblicazione Phytotaxa (Phytotaxa 295(1): 38) del 2017.[4]

Descrizione

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Le specie di questa voce sono delle piante con cicli biologici perenni con habitus di tipo piccolo-arboreo. I fusti sono monopodiali (i fiori crescono lateralmente). L'indumento è pubescente per peli semplici o di vario tipo a forma di bottiglia, a T, contorti, del tipo stellato o irsuti. Gli organi interni di queste piante contengono lattoni sesquiterpenici.[5][6][7][8][9][3][10]

Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alterno o in pseudo-rosette all'apice dei fusti. Le foglie sono sessili o picciolate con guaine semi-amplessicauli. La forma è intera e per lo più lanceolata più o meno stretta con apici acuti e base attenuata. I margini generalmente sono interi e piatti (non revoluti, eventualmente ondulati o crenulati). Le venature sono pennate o disposte in modo sublongitudinale.

Le infiorescenze, ascellari, sono formate in prevalenza da capolini fusi in un sincefalo (infiorescenza di ordine secondario) e circondate da brattee frondose secondarie. I capolini, discoidi, omogami e sessili, circondati da 1 - 6 brattee subinvolucrali spatolate, sono composti da un involucro formato da diverse brattee embricate su 5 - 6 serie che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori tubulosi. Le brattee sono colorate di bruno o verde; la superficie è tomentosa; gli apici sono acuti o ottusi e brevemente mucronati. Il ricettacolo è piatto e nudo (senza pagliette).

I fiori, da 4 a 23 per capolino, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e actinomorfi (raramente possono essere zigomorfi).

*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio [11]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: le corolle sono formate da un tubo terminante in 5 profondi lobi; il colore varia da lilla a viola scuro; la superficie può essere sia pubescente che glabra.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[5] Le antere, sagittate e sprovviste di ghiandole, possono essere caudate oppure no; le appendici apicali in genere sono glabre, indurite e lanceolate. Il polline è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro), echinato (con punte) e non "lophato".[12]
  • Gineceo: lo stilo è filiforme e privo di nodi. Gli stigmi dello stilo sono due divergenti con la superficie stigmatica posizionata internamente (vicino alla base). La pubescenza è del tipo a spazzola con peli appuntiti.[13] L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.

I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, a forma da cilindrica a obconica, hanno 10 coste con la superficie glabra, sericea o con ghiandole. All'interno si può trovare del tessuto di tipo idioblasto e rafidi di tipo subquadrato; raramente è presente il tessuto tipo fitomelanina. Il carpopodium (carpoforo) ha la forma di un anello ed è poco appariscente. Il pappo, biseriato, deciduo o caduco, è formato da setole con apice acuto, eroso e base ingrossata; la serie esterna è più piccola di quella interna;

Biologia

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  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat

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La distribuzione delle piante di questa voce è relativa al Brasile.[2]

Tassonomia

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La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23 000 specie distribuite su 1 535 generi[14], oppure 22 750 specie e 1 530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1 679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][8][9]

Filogenesi

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Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Lychnophorinae descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[17] Da un punto di vista filogenetico in base alle ultime analisi sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. I generi di Lychnophorinae appartengono al clade relativo all'America.[18]

La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[8]

  • le infiorescenze raramente sono spicate (a forma di spiga);
  • i capolini in genere sono grandi;
  • le corolle sono prive di ghiandole stipitate;
  • il polline non è "lophato";
  • negli acheni sono sempre presenti i rafidi di tipo subquadrato.

In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù (Lychnophorinae) di questo genere, era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[9] Nell'ambito della tribù, la sottotribù Lychnophorinae occupa, da un punto di vista filogenetico, una posizione vicina al "core" (si è evoluta tardivamente rispetto alle altre sottotribù) ed è vicina alle sottotribù Vernoninae e Chrestinae.[18] Le due specie di questo genere, nella filogenesi della sottotribù, si trovano posizionate lontane una dall'altra: M. mellosilvae con il genere Anteremanthus H. Rob. forma un "gruppo fratello" in una posizione abbastanza centrale; mentre la specie M. markgrafii è più vicina al "core" della sottotribù e forma un "gruppo fratello" con il genere Paralychnophora MacLeish.[10] Le specie del genere di questa voce in passato erano descritte nel genere Lychnophora Mart..[3]

I caratteri distintivi per le specie di questo genere (Maschalostachys) sono:[3][10]

  • l'habitus è formato da piccoli alberi monopodiali con tronchi non ramificati;
  • le guaine fogliari sono semi-amplessicauli;
  • l'indumento è composto da tricomi non ramificati a forma di "T";
  • i capolini sono fusi in un sincefalo sessile o in pannocchie sincefale protetti da aculei.

Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 38.[3]

Elenco delle specie

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Questo genere ha 2 specie:[2]

Le due specie sono distinte dalle seguenti caratteristiche:[3]

  • M. markgrafii: i capolini sono raggruppati in pannocchie sincefale circondati da brattee subinvolucrali secondarie spatolate; il ricettacolo è faveolato; i fiori per capolino sono da 4 a 5.
  • M. mellosilvae: i capolini sono raggruppati in spighe ascellari sincefale circondati da brattee subinvolucrali secondarie ovate; il ricettacolo è fimbriato; i fiori per capolino sono da 11 a 23.
  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 10 novembre 2021.
  3. ^ a b c d e f Loeuille et al. 2017.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 10 novembre 2021.
  5. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 3 - p. 1.
  6. ^ Strasburger 2007, p. 860.
  7. ^ Judd 2007, p. 517.
  8. ^ a b c Kadereit & Jeffrey 2007, p. 161.
  9. ^ a b c Funk & Susanna 2009, p. 445.
  10. ^ a b c Loeuille et al. 2019, p. 80.
  11. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  12. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - p. 760.
  13. ^ Judd 2007, p. 523.
  14. ^ Judd 2007, p. 520.
  15. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  16. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  17. ^ Susanna et al. 2020.
  18. ^ a b Siniscalchi et al. 2019.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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