Maschera funeraria di Psusennes I
La maschera funeraria di Psusennes I è la maschera funeraria in oro dell'antico faraone egizio Psusennes I (1047–1001 a.C.) della XXI dinastia egizia. Fu scoperta dall'egittologo francese Pierre Montet nel febbraio/marzo 1940 nella necropoli di Tanis[1][2] e si trova al Museo egizio del Cairo[3].
Maschera funeraria di Psusennes I | |
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Autore | sconosciuto |
Data | seconda metà dell'XI secolo a.C. |
Materiale | oro, lapislazzuli, pasta vitrea |
Dimensioni | 48×38 cm |
Ubicazione | Museo egizio del Cairo |
Scoperta e descrizione
modificaNella sepolture reali di Tanis furono complessivamente rinvenute quattro maschere funerarie, tutte in oro, appartenute ai faraoni Psusennes I (ellenizzazione dell'originale Pasebakenniut[4]), Amenemope (1001–992 a.C.), Sheshonq II (887–885 a.C.) e al generale Uendjebauendjed (contemporaneo di Psusenne I)[1]. Pierre Montet si imbatté nella camera sepolcrale di Psusennes I il 15 febbraio 1940 e vi penetrò il 21 febbraio successivo alla presenza di re Fārūq I d'Egitto; fu necessario rimuovere un enorme blocco di granito prima di raggiungere il sarcofago del re[2]. Una volta dischiuso il grande sarcofago in granito rosa (sottratto alla tomba di Merenptah, successore di Ramses II) circondato da statuette ushabti e un secondo sarcofago in granito nero, gli archeologi si trovarono di fronte al maestoso feretro del re in argento massiccio[5], parzialmente danneggiato dall'umidità di Tanis[2]. La salma del faraone indossava, oltre alla maschera, vari gioielli (30 anelli, 22 bracciali), ditali, talismani, sandali e un manto: tutto in oro[2].
La maschera, rinvenuta sulla mummia, ormai ridotta a scheletro[6][7], di Psusennes I, è la più ricca ed elaborata fra quelle del sito — seconda solo, fra le maschere funerarie egizie a noi giunte, a quella celeberrima di Tutankhamon[8], risalente a oltre trecento anni prima e con la quale ha una certa somiglianza[3]. Mentre la maschera di Tutankhamon reca iscrizioni, quella di Psusennes I non ne ha alcuna; inoltre, gli inserti in pasta vitrea e lapislazzuli riguardano solamente gli occhi e le sopracciglia, senza sottolineare le strisce del copricapo nemes, né gli intrecci della barba posticcia o i dettagli del grande ureo che sormonta la fronte del sovrano[8].
La maschera fu realizzata in una lamina d'oro di spessore inferiore al millimetro (0,6 mm) e la decorazione svolta quasi solamente mediante incisione; l'ureo e la barba posticcia furono preparati separatamente e applicati in un secondo momento[3]. L'artista conferì al viso del sovrano una avvenenza giovanile, verosimilmente diversa dal reale aspetto di Psusennes I, ricostruito basandosi sul teschio[3][6].
L'egittologo ceco Jaromír Málek ha così espresso il suo parere sulla maschera funeraria di Psusennes I[8]:
«Si tratta di una splendida opera d'arte, intensa e controllata, la cui purezza e semplicità le fa quasi superare la maschera di Tutankhamon.»
Note
modifica- ^ a b Schulz, Seidel 2004, pp. 280-2.
- ^ a b c d Sterlin 1997, pp. 14–5, 142–4.
- ^ a b c d Málek 2003, pp. 274-5.
- ^ king Psusennes, su ucl.ac.uk. URL consultato il 25 giugno 2017.
- ^ Málek 2003, pp. 272-3.
- ^ a b (EN) The Silver Pharaoh Psusennes I Facing the Afterlife in Style, in The Culture Concept Circle. URL consultato il 25 giugno 2017.
- ^ Psusenes, su akhet.co.uk. URL consultato il 25 giugno 2017.
- ^ a b c Schulz, Seidel 2004, p. 280.
Bibliografia
modifica- Jaromír Málek, Egitto. 4000 anni di arte, Londra–New York, Phaidon, 2003, ISBN 0-7148-9761-2.
- Regine Schulz, Matthias Seidel (a cura di), Egitto: la terra dei faraoni, Gribaudo/Könemann, 2004, ISBN 9-783833-111075.
- Henri Stierlin, The Gold of the Pharaohs, Parigi, Terrail, 1997, ISBN 2-87939-117-2.