Michael Spence
Michael Spence (Montclair, 7 novembre 1943) è un economista statunitense, insignito del Premio Nobel per l'economia nel 2001 insieme a Joseph E. Stiglitz e George A. Akerlof "per le loro analisi dei mercati con informazione asimmetrica" [1].
Biografia
modificaNato nello Stato del New Jersey, nel 1946 la famiglia si trasferisce a Winnipeg, capitale del Manitoba canadese e a Toronto compie i suoi primi anni di studio [2]. Nel 1962 ritorna negli Stati Uniti e nel 1966 si laurea in filosofia a Princeton [2], poi, nello stesso anno, si trasferisce ad Oxford per frequentare il Magdalen College, ove nel 1968 si laurea in matematica [2].
Nel 1972 consegue il dottorato in economia all'Università di Harvard con la tesi su "Market Signaling" [2]. L'anno successivo diviene professore associato all'Università di Stanford [2] e, nel 1975, torna come insegnante nel Dipartimento di economia di Harvard di cui diviene presidente nel 1983 [2]. Dal 1990 al 1999 è stato preside della Graduate School of Business della Stanford University [2].
Dal 2011 insegna economia nella Scuola di Direzione Aziendale dell'Università Bocconi di Milano (SDA Bocconi School of Management) [3][4].
I settori prevalenti dei suoi studi riguardano le politiche economiche nei paesi emergenti, l'economia dell'informazione e il ruolo della leadership nella crescita economica [4].
Fa parte della Fondazione Italia USA.
Riconoscimenti
modificaNel 1979 ha ricevuto il "John Kenneth Galbraith Prize" per l'eccellenza nell'insegnamento ad Harvard [2] e nel 1982 la "John Bate's Clark medal" assegnatagli dalla American Economic Association [2].
Premio Columbus nel 2017 per la Scienza
Pubblicazioni
modifica- Job Market Signalling in Quarterly Journal of Economics, n. 87, pp. 355–374, 1973.
- Market signaling: informational transfer in hiring and related screening processes, Cambridge, Harvard University Press, 1974.
- Signalling and screening, Stanford University, Dept. of Economics, 1976.
- International competitiveness, con Heather A Hazard, Cambridge, Mass., Ballinger, 1988.
- Intellectual property, Oxford, Oxford University Press, 2007.
- Globalization and growth implications for a post-crisis world, con Danny M Leipziger, Washington, World Bank, 2010.
- The next convergence: the future of economic growth in a multispeed world, New York, Farrar, Straus and Giroux, 2011.
Edizioni in lingua italiana
modifica- La convergenza inevitabile: una via globale per uscire dalla crisi, titolo originale The next convergence, Roma-Bari, editori Laterza, 2012. ISBN 978-88-420-9489-0
Note
modifica- ^ "For their analyses of markets with asymmetric information". Vedi: The Prize in Economics 2001. Press Release 10 October 2001. Sito "Nobelprize.org"
- ^ a b c d e f g h i Fonte: Autobiografia nel sito "Nobelprize.org", riferimenti in Collegamenti esterni.
- ^ Vedi: Nobel Economist Michael Spence Joins SDA Bocconi Faculty
- ^ a b Vedi: Andrew Michael Spence SDA professor of Economics Curriculum Vitae di Spence nel sito della SDA
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Michael Spence
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Sito ufficiale, su gsb.stanford.edu.
- Spence, Andrew Michael, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Mauro Visaggio, SPENCE, Andrew Michael, in Enciclopedia Italiana, V Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1995.
- (EN) A. Michael Spence, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Michael Spence, su nobelprize.org.
- (EN) Michael Spence, su Mathematics Genealogy Project, North Dakota State University.
- (EN) Opere di Michael Spence, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Michael Spence, su Eliteprospects.com.
- (EN) Michael Spence la voce in The Concise Encyclopedia of Economics, sito "Library of Economics and Liberty". URL visitato il 5 novembre 2012.
- «La crescita? Riforme fino in fondo». Spence: lo choc greco non è inevitabile, l'Italia punti su industria e istruzione, articolo di Antonia Jacchia, Corriere della Sera, 24 maggio 2012, p. 31, Archivio storico. URL visitato il 6 novembre 2012.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 4906666 · ISNI (EN) 0000 0001 2118 4177 · SBN CFIV276720 · LCCN (EN) n2009012926 · GND (DE) 129108065 · BNE (ES) XX5258751 (data) · BNF (FR) cb16223604h (data) · J9U (EN, HE) 987007443732205171 · NSK (HR) 000505887 · NDL (EN, JA) 01241200 |
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