Michele Arditi
Michele Arditi (Presicce, 13 settembre 1746 – Napoli, 23 aprile 1838) è stato un antiquario, avvocato e archeologo italiano, zio dello storico Giacomo Arditi.
Michele Arditi | |
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Gaetano Forte, Michele Arditi, 1835. | |
Marchese di Castelvetere Barone di San Valentino | |
In carica | 5 luglio 1797 - 23 aprile 1838 |
Nascita | Presicce, 13 settembre 1746 |
Morte | Napoli, 23 aprile 1838 |
Luogo di sepoltura | Chiesa di San Ferdinando, Napoli |
Dinastia | Arditi |
Padre | Gaspare Arditi |
Madre | Francesca Villani |
Biografia
modificaOrigini e formazione
modificaNato a Presicce (Lecce), da Gaspare e da Francesca Villani (dei nobili di Sanseverino), fu mandato dal padre a Napoli, dove fu alunno di Antonio Genovesi. Si dedicò allo studio del diritto e quindi all'attività legale, pubblicando una dissertazione latina pubblicata a Napoli nel 1767 (De obligatione pupilli. sine tutoris auctoritate contrahentis), ristampata nel 1772. La sua attività nel campo giuridico si svolse secondo le linee tradizionali, trattando argomenti di diritto nobiliare e feudale, e di controversie locali (Degli abusi dei parrochi e dei vescovi, Napoli, 1773).
Attività accademica
modificaStudioso di archeologia, fu nominato sovrintendente degli scavi del Regno di Napoli contribuendo ad ampliare ulteriormente gli scavi di Ercolano e di Pompei. Portò alla luce l'Anfiteatro Campano, le rovine del quarto tempio[qua è?] di Paestum. Salvò dalla rovina il tempio di Venere nel sito archeologico di Baia. Con lo stesso decreto fu nominato direttore generale del Museo Archeologico di Napoli.[1][2] Il 2 aprile 1817, il re Ferdinando I, restaurato sul trono delle Due Sicilie, lo confermò nei ruoli, aggiungendo quello di prefetto della Reale biblioteca borbonica e direttore dei maggiori archivi letterari del regno.
Oltre ai titoli ereditari della sua famiglia, di marchese di Castelvetere e degli antichi Baroni di Valentino, per le sue opere ricevette un altro titolo personale di Marchese, una commenda di Napoli e un'altra dell'Aquila Rossa di Prussia, nonché sei decorazioni cavalleresche italiane e straniere.
Il 15 aprile 1787 fu nominato membro dell'Accademia Ercolanese[3] e nel 1790 dell'Accademia delle scienze e belle arti.[3]
Nel 1855 fu Sovrintendente del Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe dell'Opera di Vestire i Nudi, istituzione benefica e gentilizia di Napoli[4].
Morì a Napoli il 23 aprile 1838 e fu sepolto nella chiesa di San Ferdinando, la cui tomba fu scolpita da Antonio Canova, suo amico.[3]
Opere
modificaTutte le sue opere furono elencate dal nipote Giacomo Arditi nella Corografia fisica e storica della Provincia di Terra d'Otranto, alla voce Presicce. Tra queste vi sono:
- Illustrazioni archeologiche sopra gli scavi di Pompei, Ercolano e Stabia.
- Memoria sul vaso di Locri.
- L'Epifania degli Dei.
Note
modifica- ^ mytit - Ministero degli affari interni - Archivio di Stato di Napoli [collegamento interrotto], su patrimonio.archiviodistatonapoli.it. URL consultato il 27 novembre 2022.
- ^ Decreto reale del 18 marzo 1807, n° 70, re Giuseppe Bonaparte.
- ^ a b c DBI.
- ^ Sopraintendenti, su Museo Real Monte ed Arciconfraternita di San Giuseppe dell'Opera di Vestire i Nudi. URL consultato il 26 novembre 2022.
Bibliografia
modifica- Giacomo Arditi, Corografia fisica e storica della Provincia di Terra d'Otranto (voce Presicce, paragrafo monografico riguardante la vita e tutte le opere di Michele Arditi), Tipografia Scipione Ammirato (Lecce), 1879 (2ª ed. 1885).
- ARDITI, Michele, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 4, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1962.
- Loredana Pellé Stani, Michele Arditi di Castelvetere e la cultura europea (1746-1838), Pensa Multimedia, 2017, ISBN 978-88-6760-391-6. URL consultato il 27 novembre 2022.
Altri progetti
modifica- Wikisource contiene una pagina dedicata a Michele Arditi
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Michele Arditi
Collegamenti esterni
modifica- Opere di Michele Arditi, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Michele Arditi, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 57491095 · ISNI (EN) 0000 0000 6133 075X · SBN BVEV012464 · BAV 495/79769 · CERL cnp00452494 · LCCN (EN) no00027370 · GND (DE) 122277147 · BNF (FR) cb10341417k (data) · J9U (EN, HE) 987007282738905171 |
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