Miracoli mariani del 1796

I miracoli mariani del 1796, cominciati il 25 giugno dello stesso anno ad Ancona, si sarebbero verificati anche a Roma e in altre località dello Stato Pontificio: almeno centoventidue immagini, quasi tutte mariane, avrebbero mosso gli occhi, aprendoli e chiudendoli ripetutamente, a volte mutando anche colore ed espressione. Ai fenomeni, durati alcuni mesi, avrebbe assistito complessivamente circa mezzo milione di persone.[1]

Madonna dell'Archetto a Roma

Il miracolo mariano di San Ciriaco

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Miracolo mariano di San Ciriaco.
 
Madonna del Duomo di Ancona

Nel 1796 la campagna militare di Napoleone in Italia è in pieno svolgimento, e avviene una sistematica spoliazione delle chiese, dove oggetti e arredi sacri vengono asportati. È in questo clima di violenza che si verifica una straordinaria serie di eventi, localizzati nello Stato Pontificio.

Gli episodi ritenuti miracolosi hanno inizio il 25 giugno 1796 ad Ancona. Nel duomo, dedicato a san Ciriaco, c'è un quadro di Maria con gli occhi socchiusi, venerata con il titolo di "Regina di tutti i Santi". Il regesto, un registro tenuto dai parroci del duomo dal 1706, nella sua sintesi dei fatti notevoli narra che gli anconetani, impauriti dalla notizia delle scorribande francesi, si erano rifugiati nel duomo a pregare affinché alla loro città fosse risparmiata l'invasione francese.

 
Duomo di San Ciriaco ad Ancona

Proprio nel giorno in cui le truppe napoleoniche si apprestano a entrare in città, una vedova trentenne, Francesca Marotti, presente nel duomo tra la folla, avrebbe visto muoversi gli occhi della Madonna raffigurata nel dipinto; anche gli altri fedeli si accorgono che le palpebre della Madonna si alzano e si abbassano lentamente: c'è stupore e commozione, accorrono i canonici, arriveranno esperti per analizzare il fenomeno, che prosegue per mesi. Il 10 febbraio dell'anno seguente Napoleone entra in città; è al corrente di quel che succede e decide di far bruciare il quadro, ma prima vuole esaminarlo: quando lo vede impallidisce e, cosa inconsueta per lui, cambia parere e ordina di coprirlo con un drappo invece di bruciarlo.[2]

Incaricato di accertare prudentemente i fatti il vescovo, Vincenzo Ranuzzi, riconosce alla fine la manifestazione come autentica.[3]

I fenomeni analoghi a Roma

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I movimenti degli occhi, prevalentemente in quadri mariani, cominciano a manifestarsi in luoghi sempre più numerosi, alla presenza di ogni tipo di persone, gente comune e studiosi, credenti e non: i presunti prodigi si protraggono per mesi, i dipinti vengono esaminati con scrupolo, vengono raccolte testimonianze dinanzi a notai, iniziano i processi rituali, che porteranno a riconoscimenti ufficiali da parte della Chiesa.

 
Oratorio della Madonna dell'Archetto, a Roma, nel rione Trevi

A Roma si verificano ventisei episodi a partire dal 9 luglio 1796, quando si "animano" gli occhi della Madonna detta "dell'Archetto"[4], raffigurata come Mater Misericordiae in un dipinto nell'oratorio di via San Marcello. Lo sguardo di Maria sembra seguire con dolce benevolenza le preghiere, muovendosi verticalmente, quasi per presentarle al Cielo, e anche orizzontalmente, come per abbracciare la folla.[5]

Gli altri fenomeni si sarebbero verificati non solo nelle chiese, ma anche in edicole stradali e cappelle private[6]. Le immagini sono rappresentazioni mariane di vario tipo (prevalentemente Madonna Addolorata[7], ma anche Immacolata[8], Assunta[9], del Rosario[10], del Cenacolo[11], delle Grazie[12], del Carmelo[13], di Guadalupe[14]), a volte la Vergine è rappresentata da sola, altre volte con il Bambino; in due casi si sarebbero animati gli occhi di un crocifisso[15]. I movimenti degli occhi, a volte lenti, a volte più veloci, si verificano prevalentemente durante le preghiere mariane dei fedeli.

Oltre ai fenomeni relativi alle ventisei immagini oggetto di indagini ufficiali, moltissimi altri, per non procrastinare eccessivamente la pubblicazione dei risultati, sono riportati in un contesto stragiudiziale, ma sempre con allegate testimonianze. In alcuni casi si sarebbero mossi anche gli occhi di Gesù bambino.[16][17]

I religiosi, temendo reazioni violente della popolazione, si adoperano per placare gli animi: i fenomeni non vengono sfruttati, come ci si potrebbe aspettare, per incitare alla rivolta, vengono anzi interpretati solo come un messaggio di divina compartecipazione al dramma della gente vessata dai napoleonici.

I fenomeni analoghi nello Stato Pontificio

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Oltre ad Ancona e a Roma, si verificano episodi simili in numerose località dello Stato Pontificio. Le manifestazioni non si limitano al movimento degli occhi, comprendendo per esempio anche lacrimazioni, e riguardano anche immagini non mariane; i processi canonici ne dichiarano l'autenticità.

Tra le località interessate dai fenomeni si contano: nelle Marche: Fermo, Amandola, Fabriano, San Ginesio, Pergola, Sant'Angelo in Vado e Urbania; in Umbria: Ponte Felcino, Collestrada, Corciano, Deruta, Perugia (dove si sarebbero verificate anche guarigioni miracolose), Gubbio, Scheggia, Spoleto, Terni, Stroncone, Amelia e Todi; nel Lazio: Frascati, Civitavecchia (dove si convertirono alcuni forzati musulmani del porto), Marino, Viterbo, Anguillara, Tolfa, Sutri, Calcata, Montefiascone, Vignanello, Sermoneta, Gavignano, Vallecorsa, Vicovaro, Terracina, Ceprano, Monte San Giovanni Campano, Torrice, Bauco, Veroli e Frosinone.[18]

Le fonti e le ricerche

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Basandosi su fonti coeve[19][20][21], e più recenti[22][23][24], Rino Cammilleri, nel libro Gli occhi di Maria, ha elencato i presunti miracoli, con date, luoghi e testimonianze. Nello stesso testo Vittorio Messori ha fornito una possibile interpretazione di questa serie di prodigi, estendendo il discorso ad altre manifestazioni mariane e ai possibili collegamenti con altri eventi storici.

In merito agli eventi, lo storico Massimo Cattaneo ha notato «una significativa contiguità temporale tra l'arrivo delle notizie sui "miracoli" in un determinato luogo e il loro inizio nello stesso immediatamente dopo», così da dar vita a «un movimento di diffusione per suggestione-emulazione che raggiunse la maggior parte dei centri del territorio pontificio», un fenomeno che «per durata — si protrasse almeno fino al febbraio del 1797 —, ampiezza dell'area geografica interessata, quantità e tipologia dei testimoni, appartenenti a tutti i ceti sociali ed i livelli culturali, emerge per dimensioni nella storia dell'Europa cristiana, pur così ricca di episodi di tale natura»[25].

  1. ^ Messori e Cammilleri, p. 14.
  2. ^ Messori e Cammilleri, pp. 30-31.
  3. ^ Messori e Cammilleri, p. 21.
  4. ^ Deve il suo nome all'arco in muratura che unisce il Palazzo Casali all'edificio della Confraternita di Sant'Antonio.
  5. ^ Messori e Cammilleri, pp. 75-76.
  6. ^ Messori e Cammilleri, pp. 75-98.
  7. ^ Presso: oratorio dell'Arciconfraternita degli Agonizzanti, poi chiesa della Natività; edicola stradale di fronte alla chiesa di sant'Andrea della Valle; bassorilievo di fronte alla chiesa di Santa Maria in Vallicella, detta Chiesa Nuova; in piazza Madama, sull'angolo che guarda la chiesa di San Giacomo degli Spagnoli; in piazza del Gesù, di fronte alla chiesa omonima.
  8. ^ Sull'altare maggiore della chiesa di San Niccolò dei Lorenesi; presso la chiesa di San Silvestro in Capite.
  9. ^ Nella chiesa di Santa Maria in Vallicella.
  10. ^ Statuetta nella cappella domestica di Lodovico Galli; immagine murale sull'Arco della Ciambella, presso la chiesa di Santa Maria in Monterone.
  11. ^ Nella chiesa di San Silvestro in Capite.
  12. ^ Sull'altare della chiesa dell'Ospedale della Consolazione.
  13. ^ Nella cappella a lei dedicata nella chiesa di san Martino ai Monti; nella cappella del noviziato nel convento di San Martino ai Monti.
  14. ^ Nella basilica di San Nicola in Carcere.
  15. ^ Crocifisso dipinto su tela in casa di Giovan Battista Pucci; crocifisso su carta nella chiesa di san Giovanni in Ayno.
  16. ^ Messori e Cammilleri, pp. 100-112.
  17. ^ Come nel caso della chiesa di Santa Maria Maddalena, dei padri camilliani.
  18. ^ Messori e Cammilleri, pp. 43-44.
  19. ^ Giovanni Marchetti, De' prodigi avvenuti in molte sagre immagini, specialmente di Maria Santissima, secondo gli autentici Processi compilati in Roma, memorie estratte e ragionate, Roma, Stampe di Zempel presso Vincenzo Poggioli, 1797.
  20. ^ Francesco Candelari, Storia della miracolosa Immagine di Maria SS.ma sotto il titolo di Regina di Tutti i Santi, Ancona, 1796-1810.
  21. ^ "Bibliophile Catholique", Histoire des images miraculeuses de Rome et des états de l'Église, Francia, 1850
  22. ^ Renzo De Felice, Paura e religiosità popolare nello Stato della Chiesa alla fine del XVIII secolo, in Italia giacobina, Napoli, 1965
  23. ^ Massimo Cattaneo, Gli occhi di Maria sulla rivoluzione. «Miracoli» a Roma e nello Stato della Chiesa (1796-1797), Roma, Istituto Nazionale di Studi Romani, 1995.
  24. ^ Celso Battaglini, Il prodigio della Madonna del Duomo, Ancona, 1996
  25. ^ Massimo Cattaneo, Maria versus Marianne. I «miracoli» del 1796 ad Ancona, in Cristianesimo nella storia, 16 (1995).

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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