Misha Glenny

giornalista e scrittore britannico

Michael V. E. Glenny, detto Misha (Londra, 25 aprile 1958), è un giornalista, scrittore e conduttore radiofonico britannico.

Misha Glenny nel 2016

Ha compiuto importanti reportage per conto della BBC in Russia durante la fine dell'Unione Sovietica e nei Balcani nel corso del conflitto degli anni novanta. È inoltre un esperto di criminalità organizzata a livello globale e di cybersecurity.

Biografia

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Nato a Kensington, Londra, figlio di Michael Glenny, professore di letteratura russa, si è formato presso il Magdalen College School ad Oxford e ha successivamente studiato all'Università di Bristol e in quella di Praga prima di diventare il corrispondente de The Guardian e poi della BBC per l'Europa Centrale.

Vincitore di numerosi premi, tra cui il Sony Gold Award per il giornalismo radiofonico, è consulente di vari governi di Europa e Stati Uniti su questioni di politica internazionale. Per tre anni ha diretto una ONG impegnata nella ricostruzione di Serbia, Macedonia e Kosovo.

Il suo libro del 2008 McMafia è una straordinaria inchiesta sulla nuova mafia globale, che ha ispirato l'omonima serie televisiva del 2018 prodotta dalla BBC, alla cui produzione lo stesso Glenny ha partecipato.[1]

Nel 2019 Glenny ha presentato un podcast sulla vita di Vladimir Putin, intitolato Putin: Prisoner of Power.[2]

Nel 2022 ha presentato per la BBC una miniserie intitolata The Scramble for Rare Earths, con l'obbiettivo di «scoprire come mai lo scontro per un piccolo gruppo di metalli e le materie prime rare è fondamentale per le crescenti tensioni geopolitiche in tutto il mondo».

Glenny è sposato con la giornalista Kirsty Lang ed ha tre figli, Miljan e Sasha Glenny (avuti dal primo matrimonio), e Callum Lang.

Pubblicazioni

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  1. ^ (EN) MIPTV: 'Drive' Writer and 'McMafia' Author on Teaming Up for BBC/AMC Series, in The Hollywood Reporter. URL consultato il 20 dicembre 2017.
  2. ^ (EN) Fiona Sturges, A new podcast documents twenty years of Putin’s forceful presidency, su Financial Times, 1º settembre 2019.

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Collegamenti esterni

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