Misteri di Flia
I misteri di Flia erano riti religiosi misterici celebrati inizialmente in onore di Gea, nella città di Flia, l'odierna Chalandri, in Attica.
L'origine dei misteri di Flia è ritenuta antichissima già dagli antichi greci, che li consideravano precedenti a quelli di Eleusi[1][2]. I riti erano amministrati dai Licomidi (Lykomidai)[3], un gruppo o una famiglia[4] che supervisionava anche i misteri di Andania[1].
La divinità originariamente venerata era la "Grande Dea", Gea, più avanti identificata con Cibele[5][6]. In seguito, si aggiunsero culti dedicati a numerosi divinità con caratteristiche ctonie, come Demetra Anèsidôra (cioè "colei che invia doni", riferito ai frutti della terra[7][8]), Kore Prôtogonè e Zeus Ktesios[9]. A fianco alla divinità principale dei misteri, la Terra-Madre rappresentata da Gea-Demetra-Cibele che dà la spiga di grano agli uomini in segno del rinnovo ciclico delle stagioni, era adorata anche la figura della figlia, Despoina o Kore[10], la dea degli Inferi che, col suo ritorno, assicura la germinazione delle messi.
I Persiani, nel V secolo a.C., distrussero i templi della città, ma solamente il télestèrion, dedicato a Demetra in quanto assimilata alla Terra-Madre, venne riedificato da Temistocle[11][12].
Dal VI secolo a.C. in poi, l'influenza dell'orfismo sui culti misterici diventa onnipresente; fra cui gli appellativi Anèsidôra e Prôtogonè[10] relativi alle divinità adorate a Flia e identificate con la Terra-Madre. I Licomidi attribuiscono ad Orfeo e al suo compagno Pamfo la composizione degli inni cantati durante i misteri[13][14].
Note
modifica- ^ a b Chirassi, p. 148.
- ^ Ippolito di Roma, Confutazione di tutte le eresie, V, 20.
- ^ (DE) I. Toeppfer, Attisce Genealogie, Berlino, 1889.
- ^ (EN) J. K. Davies, Athenian propertied families 300-600 B.C., Oxford, 1971, pp. 346-347.
- ^ Loucas e Loucas, pp. 396-399.
- ^ Euripide, Le Baccanti, 275-276.
- ^ Esichio di Alessandria, Lessico, Ἀνησιδώρα.
- ^ Alcifrone, Epistolae, I, 3.
- ^ Pausania, I, 31, 4.
- ^ a b Loucas e Loucas, p. 399.
- ^ Plutarco, Temistocle, I, 4.
- ^ Loucas e Loucas, p. 397.
- ^ (EN) Robert Eisler, Orpheus – The fisher (PDF), Londra, J. M. WATKINS, 1921, p. 4. URL consultato il 17 luglio 2018.
- ^ Pausania, IX, 27, 2 e IX, 30, 12.
Bibliografia
modifica- Ileana Chirassi-Colombo, La religione in Grecia, 2ª ed., Roma-Bari, Laterza, 1994 [1983].
- (FR) Éveline Loucas e Ioannis Loucas, Un autel de Rhéa-Cybèle et la Grande Déesse de Phlya, in Latomus, vol. 45, n. 2, Société d'Études Latines de Bruxelles, aprile-giugno 1986, pp. 392-404.