Monastero di Sumela
Il monastero di Sumela (in greco Παναγία Σουμελά?, in turco Sümela Manastırı), costruito su un dirupo a strapiombo sulla valle dell'Altindere a 1200 metri di altitudine, si trova nella regione di Maçka, nella provincia di Trebisonda in Turchia. Oggi parzialmente restaurato dal governo turco, è una delle principali attrattive del parco nazionale di Altındere.
Monastero di Sumela | |
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Monastero di Sümela | |
Stato | Turchia |
Regione | Maçka |
Coordinate | 40°41′31″N 39°39′28″E |
Religione | cristiana greco-ortodossa |
Titolare | Dormizione di Maria |
Diocesi | Metropolia di Trebisonda |
Inizio costruzione | IV secolo |
Sito web | www.sumela.gov.tr |
Storia
modificaLa tradizione lo vuole fondato nel 386 sotto il regno di Teodosio I da due eremiti, Barnabas e Sophronius, che scoprirono nelle grotte della montagna una icona della Vergine Maria e decisero di costruirvi un monastero a lei dedicato.[1]
Il nome Sumela sarebbe derivato da melas che indica in greco scuro o nero, che potrebbe riferirsi al colore della rupe, per altri invece sarebbe da far risalire all'immagine della Vergine venerata nella grotta che avrebbe potuto essere di carnagione scura o nera.
Il monastero nella sua lunga vita è più volte caduto in rovina e ricostruito, la prima ricostruzione viene attribuita al generale Belisario su richiesta dell'imperatore Giustiniano.
Il suo apogeo lo raggiunse sotto i monarchi di Trebisonda, Alessio e suo figlio Manuele. Anche dopo l'occupazione ottomana del 1461 il monastero continuò a essere protetto per ordine del sultano Maometto II e dai suoi successori. La comunità monastica continuò a occupare il monastero e pellegrini e visitatori continuarono a farne una popolare meta di viaggi fino a XIX secolo. Dopo una breve occupazione russa dal 1916 al 1918, venne abbandonato con lo scambio di popolazioni tra Grecia e Turchia pattuita nel Trattato di Losanna del 1923. La comunità monastica fondò un nuovo monastero a Veria in Grecia.
Il 15 agosto 2010, festa dell'Assunzione di Maria, che in Oriente si festeggia come la festa della Dormizione di Maria, il governo turco ha concesso al patriarca ecumenico Bartolomeo I, coadiuvato dal metropolita Tychon, in rappresentanza del patriarca di Mosca, Cirillo I, di celebrare una messa dopo 88 anni;[2] erano presenti almeno quindicimila persone secondo asianews[3], con la presenza di alcuni musulmani e molti stranieri accorsi per l'occasione.
Descrizione
modificaGli elementi principali del complesso monastico sono la chiesa nella roccia, diverse cappelle, sale di studio, cucine, un ostello, una biblioteca e una fonte miracolosa, molto venerata, non solo da fedeli cristiani ma anche musulmani.
Imponente l'acquedotto che alimenta il monastero e costruito radente lo strapiombo roccioso con una serie di arcate che sostengono il canale.
L'accesso al complesso è ottenuto attraverso una lunga e ripida scalinata. L'entrata è custodita da due locali di guardia, la scalinata sbocca sulla grotta che è occupata dalla chiesa che risulta affrescata sia all'esterno che all'interno e da vari altri edifici monastici.
Durante i lavori di restauro del 2015-2017 è stato scoperto un tunnel segreto che conduceva a un luogo che si ritiene servisse da tempio o cappella per i cristiani. Inoltre, sono stati scoperti affreschi invisibili raffiguranti il paradiso e l'inferno, nonché la vita e la morte.[4]
Note
modifica- ^ whc.unesco.org, https://whc.unesco.org/en/tentativelists/1397/ . URL consultato il 28 agosto 2024.
- ^ Greek Orthodox Liturgy in Turkey: Uncovering the Country's Non-Muslim Cultural Heritage. (Qantara.de, 8 settembre 2010)
- ^ TURCHIA Bartolomeo I celebra la prima messa alla Madonna di Sumela, dopo 88 anni di distruzione - Asia News
- ^ http://www.hurriyetdailynews.com/secret-tunnel-discovered-in-sumela-monastery-124552
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Monastero di Sumela
Collegamenti esterni
modifica- (TR) Sito ufficiale, su sumela.gov.tr.
- Monasteri oscuri della regione del Marnero(EN), su karalahana.com. URL consultato il 2 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2008).
- Sito web del Governo Turco(EN), su kultur.gov.tr.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 239179481 · LCCN (EN) n86060189 |
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