Monetazione svizzera

La monetazione svizzera riguarda le monete emesse dalle diverse autorità nel territorio dell'attuale Confederazione svizzera. Le monete furono coniate per secoli da singole autorità locali, come città, abbazie, vescovati o altri signori feudali. Nei secoli ci furono vari episodi di accordi monetari sia interni alla Svizzera sia con altri territori vicini. Solo con la rivoluzione francese e la nascita della Repubblica Elvetica si ebbe una prima unificazione della monetazione. Con la fine della repubblica il diritto di coniazione tornò alle autorità locali, questa volta rappresentate però esclusivamente dai cantoni. Dopo la guerra del Sonderbund, nel 1848, il diritto di coniazione passò dai cantoni alla confederazione e nacque quindi il franco svizzero.

Antichità

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Sequani: argento
 
Testa femminile, davanti: TOGIRIX Cavallo al galoppo, sotto serpente, sopra TOGIRI
Adriano: sesterzio
 
Adriano a destra Adriano a cavallo e soldati. In esergo EXERCITVS RAETICVS

Le monete più antiche rinvenute nel territorio svizzero risalgono a popolazioni celtiche (II secolo a.C.). Sono state trovate nel territorio dei attuali cantoni di Argovia, Soletta, Basilea, Berna e Zurigo.[1]

Si tratta inizialmente di pezzi d'oro e/o argento fusi e in un secondo tempo invece si tratta di monete di imitazione di modelli greci e romani emesse dalle tribù dei Reti, degli Elvezi, dei Sequani e degli Allobrogi.[1]

Non esistono invece zecche ufficiali del periodo romano. Il ritrovamento di tondelli e attrezzi per la coniazione lascia supporre che sia esistita una produzione di monete, anche se minore o forse si trattava di imitazioni se non addirittura di veri e propri falsi. Materiale per coniare è stato trovato nei siti di Augusta Rauracorum (Augst nel canton Basilea Campagna) e Vindonissa (Windisch).[1]

Esistono anche monete romane che in qualche modo si riferiscono alla Svizzera: un aureo coniato da Lucio Munazio Planco, il fondatore di Augusta Rauracorum ed alcuni sesterzi di Adriano, coniati verso il 134-138 d.C., che reca al rovescio la legenda "EXERCITVS RAETICVS". Al rovescio è raffigurato l'imperatore che si rivolge ai soldati. In alcune versioni Adriano è rappresentato in piedi ed in altre sul dorso di un cavallo.[1] Queste monete, (Cohen 578-582) fanno parte di un gruppo di monete abbastanza ampio, tutte con gli stessi tipi, e dedicato ai vari eserciti.[2]

Alto Medioevo

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Agaunum: denier
 
Tempio. XPI S MAVRICI Croce potenziata, accantonata da tortelli. LVDOVICVS IMP
Moneta carolingia, imitante un denier di Ludovico il Pio.

Con la scomparsa dell'Impero romano l'area dell'attuale Svizzera passò sotto l'influenza dei Franchi. Le monete che si ritrovano in maggior numero sono quelle coniate dai sovrani Merovingi.[3] Inizialmente si tratta di monete di imitazione bizantina: si tratta in genere di tremissi, ma a volte anche di solidi, in entrambi i casi cioè di monete d'oro.

Nel tardo VII secolo, sul finire del periodo merovingio, inizia anche la produzione di una nuova moneta d'argento il denier.[3]

Nell'alto Medioevo si ha una certa coniazione nelle aree della Svizzera francese. Nel periodo merovingio iniziano a coniare le zecche di Ginevra, Losanna, Vevey, Sedunum (Sion) e del monastero di Agaunum (ora Saint-Maurice).[3]

Queste zecche coniano dei tremissi aurei, con tipi molto semplici, in genere una testa al diritto ed una croce al rovescio. Le zecche si distinguono dalle legende: a Sedunum abbiamo SIDINISIVM CIVITATE e ad Agaunum il monastero, legato alla leggenda di san Maurizio, pone legende come SC. MAVRICI, AGANVS FIT (Aganus fecit, Agano coniò).[3]

Si hanno anche monete d'argento come quella coniata a Basilea e riportata da Coraggioni.[3]

Nella metà dell'VIII secolo ai merovingi succede la dinastia carolingia. Nello stesso periodo gradualmente in Europa si ha il passaggio dalla monetazione di tipo bizantino, basata sull'oro, ad un nuovo tipo di moneta d'argento. Questo passaggio, che inizia con Pipino il Breve fu definita con l'affermazione della monetazione carolingia.[4] Carlo Magno fissò il peso della libra a circa 367 grammi di argento fino. Da una libra si coniavno 240 monete d'argento cui fu dato il nome di denaro (in francese denier, in tedesco Pfenning etc.).

Anche nelle zecche svizzere fu adottato il sistema carolingio in uso all'epoca e che regolerà gran parte della monetazione europea per secoli e sarà usato dall'Inghilterra e dal Regno Unito fino al 1972. La libra (fr. livre, ted. Pfund, lat. ed it. lira) era divisa anche in 20 solidi (de. Schilling, fr. Sol).

Lira e soldo erano semplicemente unità di conto.

In periodo carolingio ad esempio vengono coniati i denier di Agaunum che imitano le monete di Ludovico il Pio.[4]

In Svizzera si coniano denari anche nelle zecche imperiali di Basilea, Coira e Zurigo.[5]

Vescovi di Ginevra: Conradus (1019-1031)
 
+GENEVA CIVITAS, facciata di chiesa +CONRADVS EPS, croce inquartata con losanghe
AR, 1,24, denier
Abbazia di San Gallo. Circa 1200.
 
+MONETA SANCTVS GALLI, San Gallo, di fronte Motivo del dritto in incuso
AR, 0,49 g, circa 1200. Pfenning Bratteato
Ginevra
 
Testa di San Pietro volta a sinistra Croce patente
AR, 18mm, 1,18 g, 8h, denier, XII secolo
Berna
 
MONETA BERNENSIS, orso bernese a sinistra, in alto aquila araldica + SANCTVS VINCENCIVS, croce in quadrilobo fiorito
AR: Rollbatzen del XV secolo

XI - XV secolo

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Solo dopo il mille cominciò una produzione sistematica che richiese la creazione di zecche vere e proprie. Le prime furono create dai Vescovi nelle diocesi delle città più importanti: Ginevra, Losanna, Basilea, Coira ecc.

Dal 1200 la produzione aumentò e furono aperte zecche anche a Nyon, Neuchâtel, Burgdorf, Zofingen e Laufenburg. Le prime monete di valore superiore al Pfennig furono coniate verso la fine del XIV secolo.

Tuttavia per secoli la produzione non fu mai sufficiente a coprire le esigenze della circolazione monetaria interna e le città svizzere fecero ricorso a diversi concordati monetari.

Alla fine del Medioevo tutte le principali zecche svizzere erano già attive.

XVI - XVIII secolo

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Monetazione comune di Uri, Svitto e Untervaldo
 
VRANIE(nsis) SVIT(ensis) ET UNTERVA(ledensis) Aquila imperiale bicipite coronata, sotto armi dei tre cantoni. S MARTINVS EPISCOPVS, san Martino stante
AR Diken, XVI secolo.
Basilea
 
Stemma di Basilea Motivo del dritto in incuso
BI, Rappen del XVII secolo
Berna
 
Orso bernese Croce patente
BI Kreuzer (1/4 di Batzen) Berna del XVIII secolo
Rappen
 
Due Rappen a confronto: Canton Lucerna (1774) e Svizzera attuale (2002).

Alla fine del Medioevo, in Svizzera, come in gran parte dell'Europa, esisteva una grande quantità di differenti monete che obbligavano a frequenti cambi e che rendevano difficile i commerci, giacché con il cambio veniva perso parte del valore della moneta. Questo stato di cose spinse spesso le città alla ricerca di patti o alleanze monetarie che definissero una politica monetaria con un'unica moneta.

Accanto alle alleanze monetarie si avevano a volte semplici accordi monetari che regolavano la circolazione delle monete nei vari stati fissando le regole di scambio.

Già nel XV secolo c'erano state alleanze monetarie come il Rappenmünzbund, il Riedlinger Münzbund ed un'altra alleanza con Zurigo, Lucerna, Uri, Svitto, Untervaldo, Zugo e Glarona.

Verso la metà del XVI secolo Zurigo spinse per l'adesione dei cantoni al sistema monetario imperiale ma sia gli interessi economici divergenti che la volontà di essere autonomi portarono al rifiuto.

Invece nello stesso periodo Berna, forte anche della conquista del Vaud del 1536, iniziò a stipulare accordi con Friburgo, Soletta, Neuchâtel, il Vallese e Ginevra.

In seguito al processo d'inflazione a cavallo tra il XVI ed il XVII secolo causata dall'argento del Perù, ci fu la crisi del 1620-23 (Kipper- und Wipperzeit) e gli accordi divennero più ampi ed in linea di massima i cantoni maggiori riuscirono di fatto ad indirizzare la politica monetarie dei cantoni più piccoli: Berna influenzò Soletta e il Vallese, mentre Zurigo influenzò Svitto. Altri cantoni subivano influenze diverse, ad esempio il Canton Ticino quella di Milano).

Anche nel XVIII secolo, su iniziativa di Zurigo, Berna, Friburgo e Soletta, ci furono tra il 1714 ed il 1724, diversi tentativi per uniformare le monete. Nel 1757 si cercò di unificare almeno qualche elemento. Tuttavia i rapporti, anche monetari, con gli stati stranieri confinanti impedivano alle aree periferiche della Svizzera di aderire ad un accordo confederale. Accordi furono perciò stipulati solo tra cantoni che avevano stretti rapporti economici come ad esempio Appenzello con San Gallo o le "Tre Leghe".

L'unità monetaria fu forzatamente trovata con la creazione della Repubblica Elvetica.

Repubblica Elvetica (1798 - 1803)

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Monetazione della Repubblica Elvetica.
Repubblica Elvetica
 
REPUBLIK, B in esergo; soldato svizzero stante, con stendardo nella mano destra 16 FRANKEN 1800 in tre linee; entro corona di foglie
AV: 16 Franken 1800 (7,61 g). Zecca di Berna.

In Svizzera fino al 1798 l'emissione di monete era rimasto privilegio di molte e varie autorità: cantoni, città, signori feudali laici ed ecclesiastici.

Con la creazione da parte dei francesi della Repubblica Elvetica per la prima volta fu introdotta un'unica moneta per tutto il territorio Svizzero, cui fu dato il nome di "Franken".

Fu scelta il sistema monetario che era già in uso a Basilea, Soletta e Berna, utilizzando il piede bernese che prevedeva un Franken da 0,476 (900/1000) grammi d'oro a fronte dei 0,323 (900/1000) del Franco francese.

Le monete erano ancora di tipo moderno anziché contemporaneo, cioè il tondello era più largo (e meno spesso) rispetto alle monete che gli altri paesi europei avevano iniziato a coniare nello stesso periodo.

Monete cantonali: 1803 - 1848

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Canton Ginevra
 
(rosetta)•POST•TENE-(IHS radiante)-BRAS•LUX•, scudo partito con aquila coronata a sinistra e chiave sulla destra 'REP• ET CANT/DE GENEVE', 20/FRANCS/1848 in tre linee
AV 20 Francs (7,62 g, 6h; 1848

Dopo l'Atto di Mediazione il diritto di coniazione tornò ai singoli cantoni. Invece non furono più attive le vecchie zecche feudali.

Cessarono quindi di lavorare definitivamente le zecche dei vescovi di Basilea, di Coira (Chur), Sion (Sitten), delle città di Coira (Chur), San Gallo, degli abati di Disentis, Einsiedeln, Fischingen, Rheinau, dei signori di Haldenstein, di Reichenau, di Neuchâtel. Tutte queste autorità, che nel XVIII secolo avevano ancora coniato, non emisero più monete nel XIX secolo.

Il sistema più diffuso era quello di Berna così articolato:

1 Franken  =  10 Batzen  =  100 Rappen
1 Batzen  =  10 Rappen
  1 Kreuzer  =  2 ½ Rappen

Oltre alle monete citate furono coniati dobloni d'oro da 16 Franken. Pesavano 7,64 g al titolo di 900/1000. Quindi il Franken valeva 0,478 grammi in lega e 0,42975 di fino. Il valore era molto simile a quello delle monete della "Repubblica Elvetica". Il Franco francese valeva 0,2907 g di fino ed il rapporto era 1,48 a favore delle monete svizzere. Nel 1848, al momento del passaggio dalla monete cantonali al Franco svizzero, sarà applicato questo cambio.

Monete precedenti, ancora in circolazione, erano così valutate:

  • Doblone = 160 Batzen
  • Neutaler = 40 Batzen = 4 Franken

I cantoni emisero le seguenti monete:[6]

  • Argovia: Nuovo tallero da 4 Franken, 20, 10, 5 Batzen (Ag); 1, 1/2 Batzen, 2, 1 Rappen (Bi)
  • Appenzello Esterno: 4, 2, 1/2 Franken (Ag); 1 1/2 Batzen, Kreuzer (Bi); Pfennig (Cu)
  • Basilea: 5, 3 Batzen (Ag); 1, 1/2 Batzen, 2, 1 Rappen (Bi)
  • Berna: doblone da 16 Franken (Au); Neutaler da 4 Franken, monete francesi con contromarca[7], 1/2 Neutaler, 1 Franken, 5, 2-1/2 Batzen (Ag); 1, 1/2, Batzen, 5, 2-1/2, 2, 1 Rappen (Bi). Nel 1825 furono coniate delle monete d'oro da 4 ducati, del peso di 14 grammi al titolo di 986/1000. Servivano solo nei rapporti d'affari.
  • Friburgo: 4 Franken, 10 e 5 Batzen (Ag); 1, 1/2 Batzen, 5, 2-1/2, 2, 1 Rappen (Bi).
  • Ginevra:
    • monete francesi (1798-1814).[8]
    • monete di tipo francese: sol da 12 denier (1814 - 1838): 1-1/2, 1 sol (Ag); 6 denier (Bi).
    • sistema decimale con franc da 100 centimes (1838-1848): 20, 10 franc (Au); 10, 5 franc (Ag); 25, 10, 5, 4, 2 centime (Bi); centime (Cu).[9]
  • Glarona 15 Schilling (Ag); 3 ed 1 Schilling (Bi) (1 Schilling = 3 Rappen)
  • Grigioni: doblone da 16 Franken (Au) [7,64 g 900/1000]; 10 e 5 Batzen (Ag); 1, 1/2 ed 1/6 Batzen (Bi).
  • Lucerna: 20 e 10 Franken (Au); 4 Franken, 10 5 e 2 1/2 Batzen (Ag); 1, 1/2 Batzen (Bi); Rappen, Angster (Cu)
  • Neuchâtel:[10]
  • Nidvaldo: 5 Batzen (Ag); 1 Batzen, 1/2 Batzen (Bi)
  • Obvaldo: 5 Batzen (Ag); 1 Batzen, 1/2 Batzen (Bi)
  • San Gallo: 1/2 Franken, 5 Batzen (Ar); 6 Kreutzer, 1 Batzen, 1/2 Batzen, 1/4 Batzen (= 1 Kreutzer), 2 Pfenninge, 1/2 Kreutzer, 1 Pfenninge (Bi)
  • Sciaffusa: 1, 1/2 Batzen, 1 Kreutzer (Bi)
  • Soletta: 32, 16 e 8 Franken (Au); Neutaler (= 4 Franken), Franken, 5 Batzen, 2-1/2 Batzen (Ar); Batzen, 1/2 Batzen, Kreutzer, Rappen (Bi)
  • Svitto: 1 Ducato (Au); 4 Batzen (Ag); 2, 2/3 Batzen, 2 Rappen (Bi), Rappen, Angster (Cu)
  • Ticino: 4, 2 Franchi, 1, 1/2, 1/4 Franco (Ar); 3 soldi (Bi); 6, 3 denari (Cu)
  • Turgovia: 5 Batzen (Ar); 1, 1/2 Batzen, 1, 1/2 Kreutzer (Bi)
  • Uri: 4, 2 Batzen (Ar); 1, 1/2 Batzen, Rappen (Bi)
  • Vaud: 40, monete francesi con contromarca[11] da 39 Batzen, 20, 10 Batzen, 1 Franken, 5 Batzen (Ar); 1, 1/2 Batzen, 2-1/2, 1 Rappen (Bi)
  • Zugo: Rappen, Angster (Cu)
  • Zurigo: Ducato (Au); Neutaler da 40 Batzen; 20 e 8 Batzen, 10 Schillinge (Ar); 2 e 1 Rappen (= 3 Haller) (Bi)

Concordato

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Berna
 
CANTON BERN, stemma cantonale con l'orso bernese; data DIE CONCORDIER CANTONE DER SCHWEITZ. Croce con C al centro
BI Batzen
Berna
 
CANTON BERN 1826; stemma cantonale coronato, in esergo 5 BATZ (rosetta) DIE CONCORDIER CANTONE DER SCHWEITZ; croce entro quadrilobo; "C" al centro
AR 5 Batzen, 1826

Nel 1825 alcuni cantoni fecero un accordo ("Concordato") per uniformare i tipi e soprattutto i valori delle monete: Argovia, Basilea, Berna, Friburgo, Soletta, Vaud.

L'accordo prevedeva l'emissione di monete con i seguenti nominali: 5, 2½, 1 e 1/2 Batzen e di 1 Kreuzer (= 1/4 Batzen)

¼ ½ 1 5
Argovia x x x x
Basilea x x x
Berna x x x x
Friburgo x x x x
Soletta x x x x x
Vaud x x x

Al rovescio delle monete c'era una croce con "C" al centro e la scritta "die concordier(enden) Cantone der Schweiz" (I cantoni concordanti della Svizzera). Per Vaud la scritta era in Francese: "Les cantons concordants de la Suisse".

Al diritto ogni cantone poneva il proprio stemma.

Obbiettivo del "Concordato" era eliminare l'eccesso delle proprie monete frazionali e vietare le monete di minor valore provenienti dal resto della Svizzera.

La maggior parte delle monete fu coniata nel 1826. Le ultime furono coniate a Vaud nel 1834.

Confœderatio Helvetica (1848 - oggi)

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Franco svizzero.
Franco svizzero
 
1 Fr. su due linee entro corona di foglie. In esergo B, segno di zecca Helvetia, stante con scudo, in cerchio di 22 stelline[12] In esergo "HELVETIA". In basso sulla sinistra A. BOVY, l'incisore
AR 835/... 1 franco, 1903

Dopo la Guerra del Sonderbund (1848) una nuova costituzione pose termine alla grande indipendenza di cui godevano i cantoni trasformando la Svizzera in uno stato federale, pur mantenendo il nome di confederazione.

Fu emanata una Costituzione e il diritto di emettere moneta fu riservato al governo centrale.

Le prime monete furono emesse nel 1850. Il piede scelto era quello del Franco francese e la nuova moneta prese il nome di Franco svizzero. Al momento del passaggio dalla monete cantonali al Franco svizzero sarà applicato il cambio 1,48 a favore delle monete svizzere, visto in precedenza.

Dal 1865 al 1927 la Svizzera fu uno dei membri della Unione monetaria latina, e di conseguenza era possibile in forma reciproca la libera circolazione delle monete con Francia, Belgio, Italia e Grecia. La zecca ufficiale divenne la Swissmint.

  1. ^ a b c d Coraggioni: Münzgeschichte... pagg. 5-8
  2. ^ Cohen: Médailles impériales pp. 153-157
  3. ^ a b c d e Coraggioni: cit. p. 9
  4. ^ a b Coraggioni: cit. p. 10
  5. ^ Coraggioni: cit. pp. 11-15
  6. ^ L'elenco dei cantoni differisce da quello attuale. Inoltre alcuni comunque non hanno coniato.
  7. ^ Berna usò per un breve periodo vecchie monete francesi con contromarca che ne indicava il valore in 40 Batzen, cioè 4 Franken. Una contromarca recava lo stemma bernese con l'orso e l'altra l'indicazione del valore, 40 BZ. Le monete usate furono: lo scudo con l'alloro (écu aux lauriers) di Luigi XV e Luigi XVI, lo scudo della Convenzione (écu conventionel) e la moneta da sei lire (six livres).
  8. ^ Durante il periodo della Repubblica Elvetica Ginevra non faceva parte della Svizzera, bensì della Francia. Il Canton Ginevra si unì alla Confederazione Svizzera nel 1815. Quindi nel periodo 1798 - 1815 Ginevra fu una zecca dello stato francese. L'indicazione di zecca era G.
  9. ^ La monetazione di Ginevra 1838-1848 è particolare perché le caratteristiche tecnologiche la inseriscono pienamente nella monetazione contemporanea mentre il piede utilizzato è quello di un franco da 0,381 grammi di oro al titolo di 750/1000, cioè ca. 0,286 di fino, leggermente di meno rispetto al Franco francese che valeva 0,291 grammi di fino.
  10. ^ Nel periodo tra il 1806 e il 1814, Neuchâtel passò dal re di Prussia ai francesi con Louis Alexandre Berthier che ottenne il titolo di principe. Il re di Prussia riprese Neuchâtel dopo il 1814. Nel 1815 il Canton Neuchâtel venne ammesso come membro pieno nella Confederazione Elvetica e fu il primo tra i cantoni a non essere repubblicano. Nel 1848 ci fu una rivoluzione pacifica e venne istituito un governo repubblicano.
  11. ^ Il canton Vaud usò anche monete francesi con una contromarca. Le monete furono le stesse usate dal Cantone Berna. Il valore fu invece fissato in 39 Batzen.
  12. ^ Le stelle rappresentano i cantoni svizzeri dell'epoca. La stella che rappresenta il Giura viene apposta dal 1983 Le stelle Archiviato l'8 novembre 2007 in Internet Archive. nel sito della Swissmint.

Bibliografia

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Dizionari
Cataloghi
  • Hans Peter Capon, HMZ Katalog: Schweiz - Liechtenstein -15. Jahrhundert bis Gegenwart, 5a ed., HMZ-Verlag, 1995, ISBN 3-9520814-0-X.
  • Hans-Ulrich Wartenweiler: Münzenkatalog.ch 1798-2005. Zürich, 2006.
  • Albert Meier: Monnaies - Billets de Banque. Suisse - Liechtenstein 1798-1995. 1996
  • Chester L. Krause e Mishler Clifford, Standard Catalog of World Coins: 1801-1991, 18ª ed., Krause Publications, 1991, ISBN 0-87341-150-1.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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