Monte Circeo

promontorio italiano
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Il Monte Circeo si erge sul Mar Tirreno centrale costituendo il promontorio omonimo, estrema propaggine meridionale della provincia di Latina. Insieme al promontorio di Gaeta, a Capo Miseno, all'Isola d'Ischia e all'arcipelago ponziano racchiude le acque e segna il confine del golfo di Gaeta. È composto prevalentemente da marne e arenarie del Paleogene e da calcari del Giurassico inferiore. Intorno ad esso, compreso un tratto delle acque marine costiere, si sviluppa il parco nazionale del Circeo, uno dei parchi storici italiani.

Monte Circeo
Il Circeo visto dal Lago di Paola
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lazio
Provincia  Latina
Altezza541 m s.l.m.
Prominenza541 m
CatenaAppennini
(Antiappennino laziale)
Coordinate41°13′51.92″N 13°03′19.91″E
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Monte Circeo
Monte Circeo

Descrizione

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Tra le cime principali la più alta è il Picco di Circe (541 m s.l.m.)[1], raggiungibile a piedi mediante una ascensione di media difficoltà della durata di circa 4 h 30 min tra andata e ritorno con partenza da Torre Paola, a Sabaudia. Circondato dalla pianura pontina che prima della bonifica era una vasta area paludosa, è plausibile che un tempo fosse completamente circondato dalle acque. Oggi chiude, con Torre Paola, i 20 km di spiaggia che da Sabaudia raggiunge la Marina di Latina, per poi riaprirsi in prossimità del porto turistico di San Felice Circeo. In condizioni di buona visibilità, è possibile scorgere all'orizzonte il Vesuvio.

Sulle sue pendici sono sorti diversi insediamenti storici, di cui sopravvivono i resti di Circeii (acropoli e mura megalitiche), nonché il centro storico di San Felice Circeo. Numerose anche le grotte, tra le quali la Grotta Guattari (accessibile con permesso speciale) dove nel 1939 Alberto Carlo Blanc, paleontologo, vi rinvenne uno dei primi resti fossili dell'Uomo di Neanderthal.

Secondo la tradizione, con la sua nave, Ulisse sarebbe entrato in quella che oggi si chiama Cala dei Pescatori, sul lago di Paola, per poi rimanere vittima delle malìe della Maga Circe il cui profilo sarebbe oggi ancora visibile nella sagoma della montagna. Nell'Odissea si può infatti leggere:

«… Ecco, ed all'isola Eèa giungemmo, ove Circe abitava, Circe dai riccioli belli, la diva possente canora, ch'era sorella d'Eèta, signore di mente feroce.»

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Bibliografia

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